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mercoledì, Mar 18

Facebook, l’Ai boccia troppi post sul coronavirus come spam



Da Wired.it :

L’algoritmo di moderazione implementato per sostituire i lavoratori tende a segnalare anche post di fondi autorevoli e verificate

Facebook farà lavorare in ufficio i moderatori dei contenuti prendendo le dovute precauzioni(Photo by Jakub Porzycki/NurPhoto via Getty Images)

L’intenzione era buona, ma il risultato lascia a desiderare. Nel tentativo di tutelare i moderatori di contenuti online dal lavorare in ufficio, che potrebbe aumentare i rischi di contagio da coronavirus, Facebook ha deciso di fare affidamento di più su strumenti di intelligenza artificiale per individuare i post da segnalare e rimuovere. Con il risultato che, come racconta Vox, anche contenuti attendibili e affidabili, come articoli di testate autorevoli sulla diffusione della pandemia, sono stati bloccati come spam.

Il social network ha preso subito contromisure contro il diffondersi della pandemia da Sars-Cov-2 nei propri uffici. E successivamente ha messo in smart working anche i lavoratori dei fornitori che si occupano di moderazione online. Il tutto a fronte di problemi non indifferenti, perché, come ha spiegato l’azienda, il controllo dei post è “un lavoro che non può essere svolto da casa per motivi di sicurezza, privacy e legali”.

Pertanto ha indirizzato i suoi sforzi sugli strumenti automatici di moderazione. Ovvero sistemi di algoritmi che passano in rassegna i post e decidono quali segnalare perché violano gli standard del social network. Tuttavia l’intelligenza artificiale ha fatto un buco nell’acqua. E ha iniziato a censurare molti post veritieri, link a fonti affidabili e articoli di testate autorevoli. L’esatto contrario di quello che Facebook sta cercando di fare su tutte le sue applicazioni, con una campagna piuttosto dura contro fake news e teorie del complotto. Facebook ha attribuito l’inconveniente a un bug e ha dichiarato di essere al lavoro per sistemarlo.

Nel frattempo l’azienda ha cercato anche di mettere un freno alla disinformazione su Whatsapp, dove, per effetto della crittografia end-to-end che protegge le conversazioni, è più difficile stanare fake news e altri contenuti truffa. Pertanto la società ha lanciato il WhatsApp coronavirus information hub, ossia una guida, rivolta a operatori sanitari, educatori, leader delle comunità, organizzazioni no profit, governi e imprese locali, utile per comunicare al meglio in questo clima di crisi.

E Whatsapp ha donato 1 milione di dollari  all’International Fact-Checking Network a sostegno dell’azione di controllo dei fatti della Corona Virus Facts Alliance, associazione che abbraccia più di 100 organizzazioni locali in almeno 45 paesi, proprio nella lotta alle fake news sulla pandemia.

 

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[Fonte Wired.it]