L’intelligenza artificiale: un aiuto enorme per gli scienziati, ma con rischi da non underestimare
Nel prossimo futuro, l’intelligenza artificiale sarà un aiuto enorme per le persone che capiscono molto bene, come gli scienziati, che la useranno come assistente. Un assistente col quale, per esempio, fare un discorso logico, la macchina arriverà a discutere logicamente, a dare opzioni che lo scienziato magari non aveva neanche pensato. Ma le opzioni sono libere, e sarà sempre lo scienziato a decidere quale di queste opzioni prendere. È la visione di Federico Faggin, fisico di fama mondiale e ‘papà’ del microchip, ospite del Wmf – We Make Future in fiera a Bologna.
Faggin sottolinea che è sempre l’uomo che deve prendere la decisione finale. Se lasciamo che sia la macchina a prendere la decisione, una su tre sarà sbagliata e potrà creare grandi disastri. I rischi maggiori delle tecnologie di intelligenza artificiale sono proprio l’uso non etico dell’IA, quindi l’uso per manipolarci, per farci andare dove vuole chi manipola il sistema.
Dal mainstage Faggin ha ripercorso alcune tappe salienti del suo lavoro sui microchip, sottolineando più volte la distinzione, sempre e comunque, tra essere umano con una coscienza e macchina, computer, fatto “nient’altro” che di “on e off, zero e uno”, una logica binaria, seppur potentissima se rapportata alla mole di informazioni e dati che i calcolatori oggi sono in grado di elaborare.
Faggin ha aggiunto che negli anni ’60, per lui l’IA era la fantascienza. Non avrebbe mai immaginato che nel giro di 50-60 anni saremmo riusciti a ottenere i risultati che abbiamo ottenuto, pensava che sarebbe stato quasi impossibile.
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