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giovedì, Giu 01

Fenomeni aerei non identificati (UAP): la NASA pensa a come riconoscerli, servono più dati

da Hardware Upgrade :

A marzo la NASA aveva reso pubblico che avrebbe tenuto una conferenza per parlare apertamente dei fenomeni aerei non identificati (UAP) o, come venivano chiamati un tempo UFO (oggetti volanti non identificati). Nella giornata di ieri si è quindi riunito il pannello di esperti per mettere in chiaro quali sono state le risultanze degli eventi analizzati ma anche di come identificare gli oggetti o i fenomeni in futuro.

Questo argomento suscita un acceso dibattito e non bisogna necessariamente pensare a qualcosa di esterno al nostro Pianeta (anche se non viene escluso a priori). Come sempre “affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie” (cit. Carl Sagan) e sembra che il miglior modo per ottenerle sia avere un ampio bagaglio di dati da analizzare per trarre le conclusioni. Si tratta di qualcosa che sembra “scontato” ma considerando la varietà dei fenomeni coinvolti e il fatto che spesso sono rapidi nello svolgimento non è sempre facile riuscire ad avere molti dati da poter sottoporre agli esperti.

I fenomeni aerei non identificati (UAP) e la conferenza della NASA

Bisogna considerare che tra gli esperti chiamati a rispondere alle domande sugli UAP ci sono astronauti (Scott Kelly) ma anche astronomi, giornalisti, oceanografi e altre tipologie di scienziati che dovrebbero permettere di avere una visione completa dei vari fenomeni. Come sottolineato sopra e durante la conferenza della NASA uno degli ostacoli maggiori riguarda la mancanza di dati, problematica che potrebbe essere ridotta in futuro.

Bisogna poi considerare che i fenomeni aerei non identificati potrebbero essere legati a tecnologie attualmente segrete sia statunitensi che di altre nazioni e come i militari (o altre agenzie collegate) non vorrebbero renderle note anzitempo creando di fatto un ostacolo all’identificazione di alcuni UAP (ma non di tutti). Nicki Fox (amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA) ha sottolineato proprio questo punto e in particolare si è soffermato sui sensori che potrebbero utilizzare tecnologie segretate.

nasa uap ufo

La NASA è interessata a questo genere di studi in quanto permetterebbe di conoscere meglio il nostro Pianeta ma anche di rendere più sicuri i cieli della nazione (in generale si fa riferimento agli USA per questi studi). Attualmente il lavoro del pannello di esperti è quello creare una roadmap per riuscire a identificare o almeno raccogliere dati sui futuri fenomeni (e potenzialmente spiegarne di passati).

Com’è chiaro la NASA non esclude in senso assoluto la possibilità di tecnologie “aliene” ma non ci sono neanche prove in tal senso. Lo stesso David Spergel (astrofisico ex-NASA e a capo della commissione) ha chiarito che “per affermare che abbiamo visto qualcosa che è la prova di intelligenza non umana, sarebbero necessarie prove straordinarie. E non l’abbiamo vista. Penso che sia importante chiarirlo”. Sean Kirkpatrick (del Pentagono) ha anche aggiunto che anche se la maggior parte dei fenomeni è spiegabile, alcuni effettivamente non sono ancora stati identificati.

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Un esempio è una sfera metallica ripresa (via sensore elettro-ottico) in medio-oriente nel 2022 e attualmente ancora non identificato. Non sembra essere pericoloso per gli aeroplani e ha caratteristiche compatibili con altri fenomeni aerei non identificati. Il caso risulta ancora senza spiegazione e aperto a nuove analisi.

Un miglioramento della capacità di analisi potrebbe arrivare grazie a nuovi sensori. Per esempio si potrebbero studiare sensori ad hoc in grado rilevare meglio caratteristiche tipiche degli UAP. Inoltre il gruppo di lavoro utilizzerà sensori civili, commerciali e della NASA già esistenti per continuare la raccolta di dati. Ci saranno partnership con le università e altre agenzie (come il NOAA), anche straniere, per sfruttare satelliti per l’osservazione terrestre. Anche i radar attualmente sul suolo statunitense potranno essere utili in tal senso e la collaborazione dell’FAA sarà fondamentale. In definitiva è possibile che nei prossimi anni il numero di fenomeni aerei non identificati cresca ma che ci siano anche più risposte da parte degli esperti che permetteranno di renderli non più “non identificati”.

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