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martedì, Feb 08

Festival di Sanremo 2022, cosa ha funzionato e cosa no



Da Wired.it :

Correva l’anno 1995 e uno slogan della sigla del Festival diventava un adagio mai dimenticato: “Perché Sanremo è Sanremo”. E ancora oggi, anche a Sanremo 2022, è così: l’evento televisivo (e musicale) più importante del palinsesto nazionale è unico nel suo impatto pop, culturale e social con tutti i pregi e i difetti di quella che è una macchina enorme spesso non facile da oliare alla perfezione, e ovviamente migliorabile. Alla fine di questa seconda edizione in mezzo a una pandemia globale, ci siamo avvicinati alla versione più normale di un festival della canzone italiana, anche se la normalità soprattutto nel mondo dello spettacolo, dei concerti e dei club è ancora un’incognita che speriamo venga risolta quanto prima. Dopo una settimana intensa la coda lunga di Sanremo si protende avanti nei giorni a seguire tra polemiche, discussioni, valutazioni a freddo e ripensamenti per il prossimo anno. Mentre l’Amadeus quater è giustamente l’ipotesi sempre più reale, proviamo a freddo a rivedere cosa ha funzionato e cosa non è andato in uno dei festival più seguiti degli ultimi anni vinto da Mahmood e Blanco.

Cosa ha funzionato

Gli ascolti

La prima parola che viene in mente è “ascolti”. Vuoi o non vuoi, essendo un programma televisivo con investimenti pubblicitari e costi di realizzazione enormi, il mero risultato numerico è importante e decisivo per tante valutazioni. Il direttore di rete di Rai1, Stefano Coletta, guarda al risultato artistico dello spettacolo ma ha ben presente che audience, share e fasce di pubblico sono al centro di un buon risultato. Punte medie ponderate di share che vanno dal 54,1% (3a puntata) al 64,9% della finale. Picchi di telespettatori tra i 13,8 e i 15,6 milioni, e poi, dato più importante, il raggiungimento di fasce d’età che una volta erano solo fantasie irrealizzabili. 

La media di share ha raggiunto il 72,65% sul pubblico 20-24 anni e il 71,54% sui 15-19 nella prima parte della prima puntata, forte della presenza dei Måneskin e di una direzione artistica, in generale, volta ad arrivare alla Gen Z che per qualsiasi ambito di marketing è un po’ la Champions League dei target di pubblico da raggiungere. Risultati eclatanti e importanti per la serata finale che non capitavano dal 2000, ossia dal festival condotto da Fabio Fazio con Luciano Pavarotti, Teo Teocoli e Ines Sastre, che raggiunse una media di share nella pu del 65,47% di share.



[Fonte Wired.it]