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lunedì, Set 23

Fifa 20, la recensione: tra campi di calcetto e sfide per la Champions


La nuova edizione offre la possibilità di giocare in strada e i grandi classici come il FUT in una formula ormai ultra collaudata

Squadra che vince si cambia, almeno un po’. Questo potrebbe essere il motto di Fifa 20 che in questa nuova ennesima edizione annuale rimane fedelissimo ai meccanismi che lo hanno reso popolare, cambia qualcosa nelle meccaniche e introduce un elemento totalmente nuovo.

Volta Football è infatti la nuova pietanza aggiunta al menù da EA Sports, che sostituisce l’ascesa verso il calcio che conta di Alex Hunter e la modalità Il Viaggio, che vuole portare il giocatore nel mondo del futsal, che poi è un termine elegante per definire il calcetto, e nelle subculture urbane in cui ragazzi e ragazze si sfidano alla pari in campetti pieni di graffiti e porte molto piccole, indossando a volte abiti con cui nessuno si sognerebbe mai di fare una corsetta, figuriamoci giocare a calcio.

Volta è una sorta di playground di basket traslato nel calcio che ricorda alcuni spot della Nike di qualche anno fa, una subcultura che in dove si fatica sempre a trovare il decimo per il calcetto del venerdì, è poco presente ma che all’estero ha una sua dimensione che passa dai campetti ricavati nelle favelas di Rio alle piazze di molte città del mondo, in tornei che spesso sono soprattutto occasioni per ritrovarsi, senza l’ansia e la pressione del calcio di alto livello.

In questa modalità potremo ovviamente seguire una sorta di carriera che racconterà le vicende del nostro alter ego (personalizzabile con tantissimi vestiti differenti che si sbloccano completando determinati obiettivi), che dovrà portare al trionfo la propria in vari tornei in giro per il mondo dopo l’inevitabile infortunio del campione di cui abbiamo preso il posto. In Volta si possono fare match che vanno dal 3 contro 3 senza portieri al calcetto vero e proprio, affrontando gli avversari schierati dal computer o contro altri giocatori, scalando la classifica online. Ovviamente questa modalità prevede una grande enfasi nel controllo di palla e nel gioco di suola, in cui è molto più importante far correre il pallone in una fitta rete di passaggio che cercare scatti improvvisi e dove doppi passi, finte e passaggi acrobatici sono all’ordine del giorno.

Il risultato finale è senza dubbio divertente e perfettamente in grado di cogliere lo spirito tecnico ma anche scanzonato di queste partitelle, oltre ad essere un ottimo allenamento per imparare a gestire i giocatori nello stretto. Purtroppo, non tutto funziona alla perfezione, soprattutto quando si decide di controllare un solo personaggio, perché i giocatori deputati alla difesa tendono ad addormentarsi in alcune situazioni o a salire fin troppo, scoprendo il fianco agli inevitabili cambi di fronte che possono capitare dopo un tiro sbagliato o una respinta. Inoltre, soprattutto nei campetti più piccoli, dove la palla non esce mai, i vari rimbalzi, frutto di una fisica del pallone non sempre al top, creano situazioni abbastanza caotiche e frustranti, che però fanno anche parte dell’esperienza.

Archiviato Volta è il momento di passare al calcio vero e proprio che vuol dire soprattutto la modalità Fifa Ultimate Team. Certo, c’è anche la modalità Carriera, che aggiunge le allenatrici e qualche scenetta di intermezzo in cui è possibile tenere alto il morale dei giocatori, ma milioni di giocatori di tutto il mondo puntano quasi esclusivamente a FUT. Anche quest’anno, al di là di alcuni graditi cambiamenti d’interfaccia e la possibilità di fare amichevoli con gli amici, si ripropone la sua consueta formula competitiva online in cui bisogna cercare di costruire la squadra più forte giocando molto e  spendendo un discreto quantitativo di denaro reale nel tentativo di aggiudicarsi i giocatori più forti e dunque molto rari.

Una dinamica che forse, alla luce delle polemiche degli ultimi anni sulle loot box e sulle meccaniche che si avvicinano neanche troppo timidamente a quelle del gioco d’azzardo, andrebbe pesantemente rivista. Certo, questo vorrebbe dire dover rinunciare a un flusso di denaro costante, ma magari ci sono altri modi per ottenere gli stessi risultati. Inoltre, è abbastanza fastidioso che anno dopo anno si debba sempre ripartire da zero.

Per adesso EA ha introdotto anche una serie di obiettivi a lungo termine, non troppo diversi dai Battle Pass di Fortnite, con cui ottenere premi e giocatori di alto livello, una strada che forse sarebbe il caso di perseguire con maggior forza nel futuro prossimo.

Una volta scesi in campo, Fifa 20 mostra senza dubbio piacevoli novità: finalmente non vediamo più difensori molto lenti riagguantare facilmente gente come Mbappé o Salah, è tornato il movimento laterale col pallone che permette di scavalcare i difensori e l’aggiunta del tocco di prima aiuta a posizionare meglio la palla per il tiro. Tuttavia, la fisica del pallone è ancora abbastanza ballerina e a volte trasforma un pallone di cuoio in un SuperTele che parte fin troppo velocemente, il ritmo è ancora ben lontano dall’essere quello di una partita reale (in questo PES quest’anno si è rivelato drammaticamente superiore) e, insomma, più o meno il gioco è sempre quello: con qualche piccolo ritocco.

Ovviamente niente da dire su grafica e presentazione, sempre al top, anche se quest’anno vedere quel Piemonte Calcio al posto della Juve fa decisamente strano, ma poi ci si abitua.

Nel complesso Fifa 20, pur con l’aggiunta di Volta, è un titolo abbastanza conservativo, frutto di un’azienda che sa bene di detenere il monopolio di fatto del settore, anche quando sul campo è molto meno simulativo della concorrenza, ma molto più ricco nell’offerta complessiva. Ci sono tantissime modalità di gioco che ormai si affastellano anno dopo anno, c’è un online rifinito in ogni dettaglio e c’è un ritmo di gioco più lento rispetto al passato, ma comunque veloce, spettacolare e accessibile. C’è, insomma, la massima espressione di ciò che ha reso il gioco grande in questi anni, ripetizione dopo ripetizione.

Siamo di fronte a un capitolo che è senza dubbio migliore di quello passato e che ne ha smussato gli angoli più aguzzi, ma alcuni vecchi difetti sono sempre là, insieme a una fisica del pallone che andrebbe ulteriormente migliorata. È probabilmente l’ultimo capitolo di questa generazione di console (o almeno, l’ultimo che non avrà una versione per la prossima), vedremo dunque se col prossimo EA siederà ancora sugli allori o cercherà di mantenere la distanza da un PES che ha invece fatto passi da gigante sul fronte del gioco.

E magari lo farà con un sistema economico un po’ meno discubitile.

 

 

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