Passato, presente e futuro si intrecciano in Cloud Atlas, il complicatissimo (e meraviglioso) film diretto da Tom Tykwer e dalle sorelle Wachowski che, già dai tempi di Matrix (ma anche nella splendida serie tv Sense8) esploravano l’esistenza di universi paralleli e connessioni tra esseri umani senza rinunciare all’immancabile respiro action delle loro opere. E così Cloud Atlas entra di diritto tra i cult più ambiziosi di una filmografia leggendaria partendo dal complicatissimo romanzo di David Mitchell. In questo caso il concetto di multiverso si espande tra sei epoche diverse, dal 1849 nei mari del Sud all’apocalittica società tribale del 2321 attraverso un cast di attori (Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent e tanti altri) che si reincarna in quel vasto intreccio dell’esistenza umana. Il risultato è un film troppo grande per essere perfetto ma anche estremamente profondo per non essere amato.
Spider-Man: Un nuovo universo (2018)
Nel 2018 Spider-Man: Un nuovo universo ha rivoluzionato il cinema di animazione attraverso le avventure di Miles Morales e i tanti Spider-Man che incontra sul suo cammino, rendendo mainstream il concetto di multiverso. Un’opera magistrale, caratterizzata da stili e animazioni diverse, che preme l’acceleratore sui multiversi fisici mostrandoci in modo tangibile storie diverse del “mito” di Spider-Man fondersi e confondersi in un cult che ha vinto il meritatissimo Oscar come miglior film di animazione. Ed è proprio sulla scia di questa connessione tra gli universi paralleli dell’uomo ragno che Spider-Man: No Way Home ha segnato l’incontro tra Tobey Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland. Un esperimento mai avvenuto nella storia del cinema che omaggia tutto ciò che è stato l’alter ego di Peter Parker bypassando la triste cancellazione della indimenticabile trilogia di Sam Raimi. E da questi meravigliosi esempi di cinecomics il multiverso ha preso sempre più piede tra Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Deadpool & Wolverine e Flash che, pur vedendo riuniti nello stesso film i Batman di Michael Keaton, Ben Affleck e George Clooney, non ha ottenuto il successo di pubblico e critica sperato.
Everything Everywhere All at Once (2022)
Chiudiamo la classifica con quello che è stato definito a tutti gli effetti “il film definitivo sul multiverso”. Non a caso in Everything Everywhere All at Once l’esistenza di universi paralleli raggiunge la sua massima espansione attraverso le numerose dimensioni in cui Evelyn (Michelle Yeoh) si immerge di volta in volta assumendo le straordinarie caratteristiche che hanno sviluppato le sue versioni alternative. Un’opera originale, e fin troppo caotica, che ha conquistato gli Academy Awards per la sua originalità, per la sua comicità sopra le righe e per i tanti concetti che esplora tra cui l’importanza dell’equilibrio in un multiverso dove tutto e possibile ma niente è permanente. E lo fa attraverso stili registici sempre diversi che spaziano dalla fantascienza alla commedia slapstick esprimendo una moltitudine di mondi senza limiti visivi e narrativi. Un cult che ci invita a riflettere sul posto che occupiamo in un universo di cui non abbiamo il controllo ma che ci porta a chiedere: se Everything Everywhere All at Once non avesse vinto sette premi oscar, il multiverso sarebbe ancora così popolare?