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martedì, Mar 07

Firma digitale per i referendum: che fine ha fatto la piattaforma?



Da Wired.it :

Nonostante la piattaforma per la firma digitale delle proposte di referendum e leggi di iniziativa popolare sia pronta da mesi, per effetto di un decreto attuativo firmato dal governo Draghi, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha lasciato questo strumento di democrazia nel dimenticatoio. A oggi, infatti, il sito della piattaforma non è ancora accessibile perché “in fase di test”, ma dal governo non sono arrivati segnali che indichino interesse nello sbloccare questa situazione.

C’era voluto più di un anno per raggiungere finalmente il traguardo del decreto attuativo e dell’implementazione del portale da parte di Sogei, la società informatica del ministero dell’Economia. Un risultato raggiunto grazie all’impegno dell’Associazione Luca Coscioni e di Marco Cappato, che hanno lottato per ottenere il riconoscimento ufficiale delle firme digitali per i referendum e per la creazione di una piattaforma istituzionale.

Infatti, nel caso delle proposte di referendum su fine vita e legalizzazione della cannabis, i promotori si sono addossati tutti i costi di gestione delle piattaforme usate per la raccolta delle firme digitali e, a causa del rifiuto dei quesiti da parte della Corte Costituzionale, questi costi non sono stati rimborsati.

Al contrario, la possibilità di avvalersi agli istituti del referendum e delle leggi di iniziativa popolare dovrebbe essere garantita in modo gratuito e completamente accessibile a tutte e tutti dallo stato. E l’esecutivo dovrebbe adoperarsi attivamente per eliminare tutte le discriminazione di carattere economico e partecipativo, che impediscano alla cittadinanza l’esercizio dei suoi diritti democratici.

Tuttavia, da quando il governo Meloni è salito in carica, nessun membro della maggioranza ha citato anche alla lontana il tema dell’attivazione della piattaforma. Questo disinteresse non è passato inosservato all’Associazione Luca Coscioni, che ha già raccolto più di 50mila firme per rivolgere un appello pubblico al governo Meloni e spezzare il suo silenzio sul tema. Contestualmente, nella giornata del 7 marzo, insieme al movimento Eumans e altre realtà della società civile, l’Associazione ha indetto un presidio a Roma, in piazza Santi Apostoli, a partire dalla 16.

“Ogni seria attività umana si svolge sempre di più anche in Rete, oltre che di persona; negando la possibilità di esercitare i diritti di partecipazione anche attraverso gli strumenti digitali si finisce per marginalizzare la democrazia stessa; la piattaforma è tecnicamente pronta: ora serve la volontà politica hanno dichiarato Marco Cappato e Lorenzo Mineo, coordinatore della campagna.



[Fonte Wired.it]