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domenica, Feb 20

Forse l’evoluzione avviene più velocemente di quanto pensassimo



Da Wired.it :

Per confrontare i cambiamenti tra le specie nel tempo, i ricercatori hanno usato metriche chiamate darwin e haldane (dallo scienziato britannico JBS Haldane). Si tratta di misure statistiche che offrono un metodo per confrontare i diversi tipi di informazioni nel database, dall’altezza degli alberi di betulla che crescono vicino alle fonderie in Russia a come l’acidificazione dei laghi svedesi sta influenzando i tassi di sopravvivenza delle rane.

La nuova analisi ha scoperto che i tassi di cambiamento fenotipico erano più alti nelle popolazioni interessate dall’attività umana rispetto a quelle che non lo erano. Ma i ricercatori sono stati sorpresi di trovare poche prove che isolino il cambiamento climatico come causa del cambiamento fenotipico. L’inquinamento sembrava essere un fattore molto più influente, responsabile di cambiamenti come quelli osservati nelle betulle russe e nei laghi svedesi. “Pensiamo che sia dovuto al fatto che è difficile dire che cosa è [causato dal, nda] cambiamento climatico rispetto ad altro – ha raccontato Hendry –. Il cambiamento climatico si verifica ovunque“.

Gli effetti del cambiamento climatico non saranno avvertiti in modo uniforme in tutto il mondo. Nell’Artico, potrebbe portare gli orsi polari a sviluppare nuovi comportamenti di caccia che non sono legati alla presenza di ghiaccio; negli oceani, potrebbe significare che ceppi di corallo già adattati a vivere in ambienti “stressanti” diventeranno le specie dominanti, soppiantando quelle che ora conosciamo. “Molti di queste specie si stanno evolvendo molto velocemente in risposta a questi cambiamenti – ha spiegato Sanderson –. Ma quello che non si vede, e che non possiamo quantificare [con questo lavoro, nda], sono le popolazioni che non si stanno adattando e che si stanno estinguendo“.

Il database Proceed è disponibile online per gli studiosi che sperano di rispondere a nuove domande sull’evoluzione rapida. Per ora, i dati confermano che le azioni umane stanno trasformando le specie animali e vegetali in modi da cui potrebbero non riprendersi mai.

Prospettive ambivalenti

Può sembrare uno scenario deprimente, ma questi risultati si possono interpretare anche in modo rassicurante. Il fatto che una pesca eccessiva porti alla riduzione nel numero di alcune specie forse dimostra solo che gli esseri umani non sono immuni alle dinamiche che governano ogni altro essere vivente. Gli animali che conosciamo cambieranno o scompariranno, e nuovi si evolveranno per prendere il loro posto: la vita perdurerà, anche se non come la conosciamo oggi. “Grazie a studi come questi, non ho timori per vita sulla Terra con i cambiamenti climatici – ha raccontato Thomas Cameron, docente di ecologia animale della University of Essex, che non è stato coinvolto nella ricerca –. Il mondo naturale esisterà ancora, ma potrebbe non essere lo stesso e alcune specie si estingueranno. Ma altre cambieranno e si evolveranno“.

Questo lavoro, sostiene Cameron, rafforza l’idea che l’evoluzione sia sempre in atto, piccoli cambiamenti che si sommano a quelli più grandi nel corso intervalli di tempo più lunghi. Nonostante tutti i nostri danni, questa ricerca dimostra che alcuni animali e alcune piante saranno in grado di adattarsi abbastanza rapidamente per sopravvivere al riscaldamento del pianeta, perché lo fanno da milioni di anni.

Questo è un pensiero rassicurante, ma anche spaventoso, dal momento che altre specie non sopravviveranno. Per loro, la pressione esercitata dall’inquinamento e del cambiamento climatico supererà la capacità di adattarsi. Sta a noi stabilire quanti cambiamenti siamo in grado di accettare. Il mondo che le influenze umane creano potrebbe essere molto diverso da quello in cui la nostra specie si è adattata a vivere. “Questo lavoro ci dice che le popolazioni sono cambiate e continueranno a cambiare in risposta al loro ambiente – ha spiegato Cameron -. La società si aspetta svegliarsi al mattino e vedere determinati paesaggi o biodiversità. La natura non è questo. La natura è cambiamento“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired Uk.



[Fonte Wired.it]