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giovedì, Giu 18

Forse non siamo soli: la Via Lattea potrebbe ospitare più di 30 civiltà extraterrestri



Da Wired.it :

Lo suggerisce una ricerca dell’Università di Nothingam, che ha modificato la celebre equazione di Drake partendo dall’ipotesi che, come accaduto sulla Terra, ci vogliano più o meno 5 miliardi dalla nascita di un pianeta perché si sviluppi una forma di vita intelligente

extraterrestri

Siamo soli nell’Universo? O invece da qualche parte, magari a centinaia, o migliaia, di anni luce di distanza, si nascondono altre forme di vita intelligenti? Vecchie domande, a cui la scienza ha già provato molte volte a dare risposta: dalla celebre equazione di Drake, all’altrettanto famoso paradosso di Fermi, fino alle alle ricerche empiriche portate avanti da programmi come l’americano Search for Extra-Terrestrial Intelligence (meglio noto come Seti). L’ultimo tentativo in questo senso arriva dai ricercatori dell’Università di Nottingham, con uno studio, pubblicato sulle pagine di The Astrophysical Journal, in cui raggiungono una conclusione incoraggiante: solamente nella nostra Galassia dovrebbero esistere più di 30 civiltà aliene capaci, proprio come noi, di inviare una qualche forma di comunicazione nello spazio.

La loro indagine, come molte di quelle tentate in precedenza, parte dalle caratteristiche dell’unica forma di vita intelligente a noi nota, cioè la nostra. Per venire al mondo la nostra specie ha trovato terreno fertile in un pianeta, la Terra, posto a una distanza perfetta dal Sole per avere abbondante acqua liquida sulla sua superficie, un’atmosfera ricca di ossigeno, e altre caratteristiche chimico/fisiche che hanno reso possibile la comparsa della vita.

L’equazione da loro sviluppata tiene quindi conto (come già quella di Drake) di una serie di variabili con cui calcolare la diffusione di pianeti simili al nostro nella Galassia. A queste però i ricercatori inglesi aggiungono un’ipotesi supplementare: che ogni pianeta con le dovute caratteristiche chimiche e fisiche svilupperà la vita, dato un lasso di tempo sufficiente. Un’ipotesi giustificata secondo i ricercatori da quello che definiscono principio di mediocrità: la Terra non ha nulla di speciale, e quindi ogni pianeta simile al nostro ha le medesime probabilità di dare alla luce una forma di vita intelligente.

Riportato alle premesse iniziali, questo vuol dire che ogni pianeta che orbita attorno a una stella ricca di metalli (come la nostra) e a una distanza che permette la presenza di acqua liquida sulla superficie produrrà una forma di vita capace di comunicare in un tempo pari a circa cinque miliardi di anni dalla formazione della stella, come successo appunto per la nostra specie. A questo punto i dati raccolti dal cacciatore di pianeti Kepler permettono di riempire le variabili dell’equazione e calcolare il numero di civiltà aliene presenti nella Via Lattea.

Nel loro studio i ricercatori hanno effettuato il calcolo utilizzando due scenari. Uno in cui le forme di vita si formano in qualunque momento dopo circa cinque miliardi di anni dalla formazione della stella cui orbitano attorno, definito Weak Astrobiological Copernican scenario, in cui la parola weak (debole) sottolinea il fatto che non si tratta di un limite particolarmente stringente, visto che moltissime stelle nella nostra Galassia sono più vecchie di cinque miliardi di anni. Il secondo scenario, chiamato Strong (forte) Astrobiological Corpernican scenario, prevede invece che le forme di vita nascano in una scala temporale esattamente uguale a quella del nostro pianeta, cioè in un momento compreso tra i 4,5 e i 5,5 miliardi di anni dalla formazione della stella.

Aggiungendo qualche altra premessa, come l’ipotesi che una civiltà aliena capace di comunicare sopravviva in media quanto la nostra (attualmente siamo capaci di mandare segnali nello spazio da circa 100 anni), i calcoli dei ricercatori di Nottingham prevedono l’esistenza di circa 36 civiltà nella Via Lattea. E questo nello scenario più stringente tra quelli analizzati. Ovviamente le possibilità di entrare in contatto con una di queste specie aliene dipenderanno anche dalla distanza a cui si trovano dal nostro pianeta, e purtroppo dai calcoli dei ricercatori le civiltà della Via Lattea sarebbero separate in media da circa 17mila anni luce. Troppo per sperare di comunicare con tecnologie simili a quelle che abbiamo a disposizione oggi. Nello scenario migliore invece la distanza che ci potrebbe separare dal più vicino dei nostri vicini galattici sarebbe di appena mille anni luce. Per una comunicazione a due vie basterebbero 2mila anni, un arco di tempo che rende pensabile ricevere un giorno un qualche messaggio alieno, sempre che la nostra specie, ovviamente, sopravviva abbastanza a lungo.

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[Fonte Wired.it]