Seleziona una pagina
lunedì, Ott 07

Fortnite crea dipendenza, class action contro Epic Games


Un’accusa precisa quella di un gruppo di genitori canadesi che puntano il dito contro il titolo del momento

dipendenza Fortnite
(Foto: Epic Games)

Uno studio legale canadese sta per presentare una class-action contro Epic Games ovvero la casa produttrice di Fortnite. Il motivo è di aver creato un videogioco che porta a una dipendenza esagerata e che avrebbe distrutto giovani vite.

L’avvocato Alessandra Esposito Chartrand dello studio Cale Legal spiega: “Quando Epic Games ha sviluppato Fortnite, per anni e anni ha assoldato psicologi per scavare in profondità nel cervello umano e spendere tutti i possibili sforzi per rendere il gioco il più facile possibile a creare dipendenza. Erano a conoscenza di tutto questo e che sarebbe stato orientato soprattutto verso i più giovani”.

Non è certo una novità questa accusa, l’argomento della dipendenza da Fortnite è stato già ampiamente trattato come per i 4500 divorzi all’anno nel Regno Unito dovuti al troppo tempo speso sulla piattaforma e ci sono inoltre esperti che paragonano la dipendenza al gioco a quella dell’eroina oltre che a rivestire un ruolo importante (in negativo, ovviamente) nello sviluppo cerebrale dei più giovani.

Lo studio legale canadese prende come precedente la class action contro le società del tabacco del 2015 con la Superior Court del Quebec che aveva riconosciuto lo scarso impegno nel mettere all’era i clienti sui pericoli reali ai quali si sarebbe andati incontro. Secondo gli avvocati Epic Games si sta comportando allo stesso modo, rendendo migliaia se non milioni di giovani dipendenti.

Il procedimento è stato presentato a nome di genitori di due ragazzini di dieci e quindici anni e si poggia sulla recente decisione dell’Organismo Mondiale della Sanità di inserire i disturbi da videogame come vere malattie. I due minori sono diventati dipendenti e la causa non è nei genitori che forse avrebbero dovuto monitorare e limitare l’uso del videogame, quanto – secondo i legali – nella società produttrice che non aveva avvertito dell’alto rischio di assuefazione.

Peraltro, anche i gamers più famosi si sono già mossi per sensibilizzare ragazzi e genitori sulla tematica. Il celeberrimo streamer Ninja era stato intervistato durante il The Daily Show di Trevor Noah condividendo il proprio rapporto con i genitori in merito al proprio importante uso dei videogame sin dalla più tenera età. Prima di Fortnite, Ninja era appassionato di Halo e al primo torneo ufficiale il padre lo aveva accompagnato temendo si trattasse di un’esca per adescare minori.

Insomma, inutile negare che Fortnite sia un prodotto perfetto per catturare milioni di giocatori (non solo i più piccoli) con una modalità di gioco accattivante, ultra competitiva e che crea effetto ciliegia con una partita che tira l’altra. Ma non c’è niente di nuovo. Nel 2019 sta interessando Fortnite, prima era stato protagonista Pokémon Go: ogni era ha avuto il suo videogioco demonizzato e il controllo da parte dei genitori rimane sempre e comunque l’arma più solida e necessaria.

Potrebbe interessarti anche





Source link