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Nei momenti che hanno preceduto l’intercettazione, l’equipaggio della Madleen ha documentato sui social media una serie di intimidazioni in mare aperto da parte di Israele. Gli attivisti hanno segnalato la presenza di droni che spruzzavano sostanze irritanti sull’imbarcazione e interferenze nelle comunicazioni radio, disturbate da suoni ad alto volume. La Freedom Flotilla Coalition ha denunciato anche il jamming deliberato dei segnali di comunicazione, una pratica già riscontrata in precedenti missioni dirette verso Gaza.
Per contrastare questi rischi, la barca a vela era stata equipaggiata con un sistema di tracciamento avanzato sviluppato in collaborazione con Forensic Architecture, con l’obiettivo di garantire trasparenza e documentare eventuali atti di aggressione. Già il 2 maggio, l’organizzazione aveva denunciato un attacco simile da parte di droni israeliani contro la nave Conscience nelle acque internazionali al largo di Malta. Gli ultimi istanti prima dell’abbordaggio sono stati raccontati attraverso video pre-registrati dagli attivisti, tra cui uno in cui Greta Thunberg afferma: “Se vedete questo video, siamo stati intercettati e rapiti in acque internazionali.” Le immagini diffuse successivamente dal ministero degli Esteri israeliano mostrano l’equipaggio seduto sulla nave con le mani alzate e indosso giubbotti di salvataggio. Le autorità israeliane hanno descritto l’operazione come priva di incidenti e l’hanno definita un intervento contro quello che hanno chiamato “lo yacht delle celebrità.”
Cos’è la Freedom Flotilla Coalition
La Freedom Flotilla Coalition è una rete internazionale di organizzazioni umanitarie e per i diritti umani che dal 2008 organizza missioni navali per sfidare il blocco israeliano di Gaza. L’organizzazione riunisce gruppi provenienti da diversi paesi, tra cui Turchia, Grecia, Malesia, Irlanda e altri, con l’obiettivo dichiarato di portare aiuti umanitari ai palestinesi e attirare l’attenzione internazionale sulla situazione nella Striscia. Negli ultimi diciassette anni la coalizione ha organizzato diverse spedizioni, cercando di rompere quello che considera un assedio illegale sotto il diritto internazionale. Le missioni trasportano tipicamente carichi “simbolici” di aiuti umanitari – cibo, medicinali, materiali per l’edilizia – ma il loro scopo principale è politico: dimostrare che il blocco israeliano può essere sfidato e mantenere i riflettori internazionali sulla crisi umanitaria di Gaza.
Israele ha sistematicamente cercato di fermare queste missioni attraverso una combinazione di pressioni diplomatiche, intimidazioni e interventi militari diretti. L’episodio più tragico si è verificato nel maggio 2010, quando i commando israeliani hanno assaltato la nave Mavi Marmara, uccidendo 10 attivisti turchi. L’operazione ha provocato una grave crisi diplomatica con la Turchia e condanne internazionali, ma non ha scoraggiato l’organizzazione dal continuare le sue attività. Nel 2012 un’altra missione è stata intercettata dalla marina israeliana e gli attivisti sono stati deportati. Più di recente, il 2 maggio 2025, la Freedom Flotilla Coalition ha accusato Israele di aver attaccato con droni la nave Conscience in acque internazionali al largo di Malta. La nave era diretta verso Malta per imbarcare un contingente di attivisti, tra cui anche Thunberg, prima di partire per Gaza.