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Frequenze, in Europa scoppia la guerra tra 5G e wi-fi

da | Mag 28, 2025 | Tecnologia


In Europa si è aperto un nuovo fronte di scontro sulle frequenze per le comunicazioni. Ed è sulla banda superiore ai 6 Gigahertz – in dettaglio la porzione 6,425 – 7,125 GHz – che sono puntati i riflettori.

La partita è ancora aperta: il Gruppo per la politica dello spettro radio (Radio Spectrum Policy Group) della Commissione europea sta valutando come e a chi rendere disponibile la banda in questione: dovrà essere destinata agli operatori mobili oppure agli internet provider e agli operatori della fibra? Ossia: dovrà servire per potenziare il 5G e accelerare verso il nuovo standard 6G oppure dovrà sostenere lo sviluppo del wi-fi, standard sempre più utilizzato per la connettività soprattutto quella indoor, all’interno di edifici privati e commerciali ma anche ospedali e stabilimenti manifatturieri (e la lista è ben più lunga)?

Il dibattito si sta facendo caldo e nei giorni scorsi sono state inviate due lettere alla Commissione europea: una a firma delle 12 principali telco mobili europee, inclusa Tim, con l’assist di Connect Europe e Gsma Europe, le associazioni rappresentative del comparto; l’altra conta 58 firmatari fra cui Ftth Council Europe, l’associazione che rappresenta gli operatori Tlc della fibra, e per l’Italia ha firmato Aiip, l’Associazione nazionale degli Internet provider. Nelle missive sono state messe nero su bianco le motivazioni alla base degli appelli per convincere l’Europa a prendere la decisione giusta.

Il fronte del 5G

Le telco mobili sostengono che il 5G rappresenta il pilastro della connettività presente e che con il 6G si arriverà a una svolta ancor più importante. “Mentre lavoriamo per completare il 5G, la corsa tecnologica all’innovazione per il 6G è già partita – sottolinea a Wired Alessandro Gropelli, Direttore generale di Connect EuropeLa banda superiore dei 6Ghz va resa disponibile per i servizi mobili, così da assicurare una rinnovata leadership europea nel settore globale delle telecomunicazioni. Da operatori, forniamo sia servizi wi-fi sia mobili, e a oggi i nostri esperti non prevedono alcuna carenza di spettro per il wi-fi”.

Le telco, nella lettera inviata a Bruxelles, evidenziano che la telefonia mobile contribuirà all’8,4% del Pil globale entro il 2030. Ma che senza l’accesso alle frequenze oltre i 6 GHz l’impatto sarà significativamente ridotto. E ricordano che gli operatori di telecomunicazioni sono i principali fornitori di servizi wi-fi a consumatori e imprese. Non solo: il traffico di rete mobile continua a crescere di anno in anno e si stima che le reti mobili raggiungeranno livelli di saturazione entro la fine del decennio. In sostanza, stando alle attuali proiezioni di crescita del traffico, lo spettro mobile esistente potrà sostenere i servizi 5G ma non sarà disponibile per il lancio del 6G.

Il fronte del wi-fi

Gli internet provider e gli operatori della fibra sono invece convinti del contrario e ritengono che per raggiungere gli obiettivi del Digital Decade nonché per sostenere la “vision” del Digital Networks Act a cui sta lavorando la Commissione e che punta a spingere l’infrastruttura della banda ultralarga fissa, sia fondamentale rafforzare lo sviluppo del wi-fi, tecnologia “ponte” il cui utilizzo è cresciuto a dismisura nel corso degli anni e non a caso.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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