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sabato, Mag 30

Friuli, no all’app Immuni: così non ci siamo

Da Punto-Informatico.it :

La spallata di Massimiliano Fedriga (Presidente della Regione Friuli) all’app Immuni è destinata a farsi sentire, ma al tempo stesso sembra essere anche rivelatrice di una certa dinamica che qualcuno potrebbe voler evitare di innescare. E sebbene la polemica rischi di disinnescare definitivamente le potenzialità del progetto Immuni, la miccia sta bruciando in realtà ben lontano dagli smartphone degli utenti, correndo invece piuttosto tra i corridoi dei laboratori di ricerca e nelle sale dei bottoni delle Regioni.

Friuli, no alla sperimentazione di Immuni

Le parole di Fedriga, così come raccolte da ADNkronos:

Immuni prevedrà non la ricostruzione della catena di contatti dei soggetti risultati positivi, come peraltro richiesto dalla Regione al fine di integrare in modo omogeneo il lavoro oggi svolto manualmente, bensì l’invio di un sms ai cittadini entrati a contatto con un contagiato.

Con questa introduzione il governatore si defila e tiene fuori la propria Regione dalla sperimentazione dell’app. E spiega:

Ciò significa che si passerà da una gestione affidata ai Servizi sanitari a un’azione diretta (e priva del supporto di professionisti) dei cittadini, a cui competerà l’onere di chiamare il medico di base: una soluzione poco avveduta – secondo il governatore – che rischia di ingenerare panico o, nel caso in cui il cittadino decidesse di non rivolgersi al medico curante, di vanificare l’efficacia dell’app.

Però…

Ci sono alcune osservazioni che occorre portare avanti. Fermo restando il diritto del governatore di volerci vedere chiaro prima di mettere la propria Regione al servizio di un progetto in fase sperimentale, le recriminazioni portate avanti sembrano avere una natura ben diversa rispetto a quelle antecedenti relative alla bontà del codice o alla salvaguardia della privacy.

Fedriga contesta all’app quel che l’app ha mai promesso di fare, ossia il lavoro di indagine per la ricostruzione della catena dei contagi. L’app di contact tracing, infatti, ha presupposti del tutto differenti: mentre la catena dei contagi va ricostruita con le indagini delle autorità sanitarie, il contact tracing di Immuni dovrebbe aiutare l’emersione dei contatti a rischio per far sì che, al primo sintomo, l’utente possa rivolgersi a chi di competenza. Ovviamente si lascia discrezionalità al singolo, sia in termini di installazione che di comportamento post-notifica, ma tutto ciò era palese, esplicito e trasparente fin dal primo minuto.

Inoltre proprio in virtù della salvaguardia della privacy è inevitabile la rinuncia alla ricostruzione della catena dei contagi: l’app non gestisce altri dati al di fuori dei codici anonimi delle reti bluetooth di cui traccia la compresenza in un certo luogo e per un certo tempo. La sensazione è quindi che il governatore voglia rinunciare a Immuni perché sperava con questo di poter abdicare alla gestione di indagini e tamponi che, invece, restano (oggi più che mai) al centro delle strategie di contenimento del contagio.

Si sa fin dalla prima ora che Immuni avrebbe generato ulteriore stress alle autorità competenti, ma questo lavoro preventivo di ricostruzione dei contagi dovrebbe altresì consentire un maggior controllo del territorio, di eventuali focolai e del ritmo del ritorno alla normalità. Se la citazione degli SMS può essere archiviata come una svista (pur sempre di disinformazione si tratta visto che il sistema non invia SMS, ma notifiche), la parte restante della critica sembra più un boicottaggio che non una resistenza motivata. Scelta lecita, perché di sperimentazione si tratta; scelta dubbia, visto che le argomentazioni a supporto sembrano fragili alla radice.

Sulle resistenze motivate è stata costruita gran parte della chiarezza che oggi vige attorno a Immuni, al netto di zone d’ombra che via via vanno sfumando, mentre sulle posizioni preconcettuali si sta ergendo un muro che rischia di essere ormai un pesante fardello per le possibilità di successo dell’app. Nel frattempo il codice sorgente lato server è stato pubblicato ed entro pochi giorni le sperimentazioni su alcune regioni dovrebbero prendere il via.



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