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venerdì, Feb 18

Fukushima, il piano per smaltire le acque contaminate deve essere rivisto



Da Wired.it :

Il governo giapponese vuole riversare nell’oceano Pacifico più di un milione di tonnellate di acque contaminate provenienti dal sito dell’ex centrale nucleare di Fukushima. Il piano ha già ricevuto il via libera dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), ma Greenpeace sostiene che le acque debbano essere filtrate ancora, perché conterrebbero materiali radioattivi pericolosi per gli esseri umani. Per questo le Nazioni unite hanno disposto una task force di esperti che revisioni la strategia giapponese ed effettui una nuova analisi delle acque.

A seguito dello tsunami del 2011 e del disastro nucleare all’impianto di Fukushima, il sistema di aspirazione e filtraggio Alps (Advanced liquid processing system) ha estratto ogni giorno tonnellate di acqua contaminata dal terreno della centrale nucleare. Si tratta sia di acque piovane e sotterranee, sia di quelle usate per il raffreddamento dei reattori. Il sistema Alps è in grado di trattenere la maggior parte delle sostanze radioattive contenute nei liquidi, ma non tutte. Tra queste il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno innocuo in piccole quantità e che, se disciolto in vaste quantità d’acqua, non rappresenta un pericolo per la salute umana o l’ambiente marino.

Tuttavia, in base alle analisi svolte da Greenpeace nel 2020, le acque di Fukushima conterrebbero anche altri contaminanti oltre al trizio e necessitano ulteriori filtraggi e trattamenti prima di essere smaltite. Oltre all’organizzazione ambientalista, anche gruppi di pescatori e attivisti cinesi e della Corea del Sud si oppongono al piano giapponese, chiedendo maggiori garanzie relative alla sicurezza delle acque contaminate. Dall’altra parte invece, il Giappone vorrebbe dare subito il via alle operazioni di smaltimento, per terminare entro i prossimi dieci anni.

La task force che si occuperà delle valutazioni e dell’analisi delle acque include anche esperti provenienti dalla Corea del Sud e dalla Cina, ma secondo Shaun Burnie, specialista nucleare di Greenpeace East Asia, non compirà indagini approfondite e tralascerà i problemi di sicurezza e ambientali nel suo rapporto. Questo perché, ha spiegato Burnie al Guardian, l’Aiea non è un’agenzia indipendente negli affari nucleari. Secondo il suo statuto, la missione dell’Agenzia è di promuovere la diffusione dell’energia nucleare e più di una volta ha cercato di giustificare l’inquinamento radioattivo dei mari come privo di impatti negativi e sicuro”. Di conseguenza, l’Aiea sarebbe “incapace di proteggere l’ambiente, la salute umana” dai rischi delle radiazioni, perché questo non è il suo lavoro, ha concluso Burnie.

L’Aiea aveva già approvato la strategia giapponese ad aprile 2021, quando il governo di Tokyo aveva annunciato il piano, prima ancora di svolgere i sopralluoghi e le verifiche che sta compiendo ora. Secondo Burnie l’agenzia dovrebbe invece esplorare soluzioni alternative, come lo stoccaggio a lungo termine e migliorare la tecnologia usata per il trattamento delle acque reflue, non operare una deliberata contaminazione del Pacifico.



[Fonte Wired.it]