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mercoledì, Ott 06

Fumettibrutti, cosa sappiamo della serie tratta dalla trilogia



Da Wired.it :

La regista Laura Luchetti e il produttore di Bim Riccardo Russo anticipano le atmosfere della serie basata sul mondo creato da Josephine Yole Signorelli

Il mondo di Josephine Yole Signorelli, alias Fumettibrutti, così unico, diverso ed attuale, ha ormai fatto scuola, lanciando la giovane autrice siciliana tra le migliori del panorama editoriale, e questo in soli pochi anni. 

Una scrittura diventata fin dalla prima graphic novel, Romanzo esplicito, nel 2018, esigenza, necessità di condividere senza filtri la sua esperienza umana e personale, scardinando pregiudizi e stereotipi, raccontando in maniera autobiografica il proprio processo di cambiamento e consapevolezza. Esistenza vissuta, tra amore e dolore, tra bullismo ed eccessi, tra l’intervento, le contraddizioni, il trasferimento da Catania a Bologna, e l’orizzonte di nuove relazioni e obiettivi. Ma soprattutto, narrando della libertà di scegliere chi essere veramente, e chi amare, oltre il genere, l’orientamento sessuale. Un processo non facile, scandito in una trilogia visivamente ricca ed estrema, fatta di immagini e parole, proseguita nei due romanzi successivi, P. La mia adolescenza trans e Anestesia, editi sempre da Feltrinelli Comics, capaci di seguire parallelamente la sua trasformazione di donna e artista. Un successo editoriale, di lettori, followers, identificazione e contaminazione continua. Ed ispirazione, che ora porta quell’universo di storie a trasformarsi infatti in una serie, dieci episodi da 30 minuti l’uno, coprodotta da Bim e Feltrinelli Originals, diretta da Laura Luchetti, sceneggiata insieme a Luca Giordano, in cui la stessa Fumettibrutti sarà coinvolta come consulente. Una sfida, che dalla premesse, si preannuncia già come un unicum in termini di sviluppo.

«Fumettibrutti, dal nostro punto di vista» racconta Riccardo Russo, produttore di Bim,«è un progetto che cerca di porre una lente senza filtri sul mondo dei giovani, pre e post adolescenziali, utilizzando un tono che possa attirare anche un pubblico adulto, che così osserva e riesce a scoprire quello più giovane. Ed è questo che ci interessava. Yole sa di avere una responsabilità pubblica, è un megafono culturale che aiuta però a comprendere l’importanza della ricerca dell’identità: lo abbiamo definito “un’educazione sentimentale punk”. Partiremo da un momento specifico, sarà un racconto di formazione, pieno di sfumature forti e dolci tipiche della sua graphic novel, ambientato a Catania, un territorio poco esplorato in storie come queste, che seguirà poi la sua vita, dal sud al nord. Ma è intuibile, ce lo auguriamo, che ci sarà più di una stagione, perché il potenziale di P. è fortissimo; qui, rispetto ai testi originali, daremo più spazio ad alcuni personaggi collaterali, che lì erano trattati in maniera essenziale. La sfida è valorizzare ulteriormente storie locali, per poi portarle fuori, e renderle comprensibili a livello internazionale».

«Essere trasversale? Prima era il mio grande limite. Creare delle emozioni è l’unico desiderio che ho. Oggi non riesco a concentrarmi su una storia che non sia rilevante» dice Laura Luchetti, ospite insieme a Russo all’ultimo Premio Solinas, reduci entrambi da un’altra serie importante, Nudes, sul tema del ‘revenge porn’. «Penso che l’argomento della transizione sessuale, dei giovani, si debba trattare, e se ne deve parlare a voce più  alta di quello che si fa adesso. Yole Signorelli ha creato qualcosa di fondamentale in questi anni, lei stessa è una figura molto coraggiosa con quello che dice, quindi sono contenta di poter mettere di nuovo le mani in una storia che ha gli adolescenti tra i protagonisti, in un età dove si cambia, ancor di più. Ma il fumetto stesso è ormai molto diretto, penso tra gli altri a Zerocalcare, ed è la sua forza, aggiunge. È bello quando ci parla della nostra vita, della nostra società e problematiche: non sono solo storie in cui perdersi o fantasticare, ma sono di intrattenimento, estremamente contemporanee, nelle quali ci si può riconoscere per la vita che si fa tutti i giorni».

 





[Fonte Wired.it]