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giovedì, Feb 09

Galassia invisibile: la scoperta di un team di ricercatori della Sissa di Trieste



Da Wired.it :

Ed eccoci di nuovo con gli occhi rivolti verso il cielo. Merito della recente scoperta di una galassia invisibile firmata da un gruppo di ricercatori della Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati) di Trieste in collaborazione con l’Istituto di RadioAstronomia (parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Inaf) e pubblicata su The Astrophysical Journal: una galassia molto compatta e lontanissima da noi, che finora si è nascosta molto bene agli occhi dei più sofisticati sistemi di misurazione. La natura di questo oggetto astronomico è stata a lungo dibattuta e il gruppo italiano è riuscito finalmente a descriverne le principali caratteristiche grazie alle rilevazioni effettuate con l’interferometro ALMA, che si trova nel deserto di Atacama, in Cile. Per quanto lontana, questa galassia potrebbe riguardarci molto da vicino: “le galassie molto distanti – spiega la prima autrice dello studio Marika Giulietti, studentessa di dottorato in Astrofisica e Cosmologia alla Sissa – sono miniere di informazione sull’evoluzione passata e futura del nostro Universo”.

Un compito difficile

Studiare oggetti molto compatti e molto distanti da noi, come nel caso di questa galassia invisibile, è molto complesso. Spesso si usa il cosiddetto fenomeno della lente gravitazionale, ovvero il principio per cui corpi celesti dotati di grande massa che si interpongono fra noi e l’oggetto che vogliamo osservare distorcono la luce emessa da quest’ultimo finendo per funzionare come delle vere e proprie lenti di ingrandimento. “In questo modospiega Giulietti – i grandi corpi celesti funzionano come una sorte di grandissima lente cosmica che fa risultare le galassie “di fondo” più grandi ma anche più luminose, permettendo così di trovarle e studiarle”. In questo caso, le difficoltà erano anche altre: “questo corpo celeste – continua la prima autrice dello studio – era molto particolare. Sebbene potenzialmente soggetto al fenomeno di lensing  [o lente gravitazionale, nda] e molto brillante, probabilmente a causa della grande quantità di polvere interstellare, lo è solo in alcune precise lunghezze d’onda. Questo rende la sua indagine molto complessa”.

La scoperta

Grazie al lavoro di questo gruppo i ricercatori, è emerso che si tratta di un oggetto molto compatto e probabilmente molto giovane, che sta formando le sue stelle a un ritmo molto elevato, pari a circa mille volte rispetto a quello della nostra Via Lattea. Secondo Giulietti, il telescopio spaziale James Webb ci permetterà in futuro di scoprire molti altri dettagli di questo misterioso e affascinante sistema. “Galassie distanti – conclude Andrea Lapi, che ha guidato lo studio – caratterizzate da vigorosa formazione stellare, una giovane età, un forte oscuramento da polvere, un ricchissimo serbatoio di gas molecolare, e dimensioni compatte costituiscono i progenitori delle galassie massive quiescenti che osserviamo nell’ Universo locale, e perciò forniscono indicazioni molto preziose sui processi in-situ e sulle modalità di formazione ed evoluzione di queste strutture durante la storia del Cosmo”.



[Fonte Wired.it]