Da Wired.it :

Il tetto europeo al prezzo del gas, che potrà essere imposto in caso di impennate dei prezzi a partire dal 15 febbraio, potrebbe potenzialmente frenare la liquidità nei mercati e quindi influenzare la stabilità finanziaria. Lo spiega il rapporto preliminare sugli effetti del price cap, pubblicato dalle autorità di regolamentazione dei mercati finanziari ed energetici dell’Unione europea.

A dicembre 2022, i paesi europei hanno deciso di introdurre quello che si chiama Meccanismo di correzione del mercato (Mcm), per limitare il prezzo massimo del gas a 180 euro al megawattora. La misura, sostenuta in particolare da Italia, Grecia, Polonia e Belgio, ha l’obiettivo di tutelare i consumatori da eventuali rincari sul mercato, come quelli avvenuti a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha spinto il costo del gas fino a 300 euro al megawattora.

La decisione è arrivata quando i prezzi si erano già ridotti fino a 135 euro al megawattora ed è stata pensata come meccanismo di emergenza, da attivare solo in caso di nuove impennate e speculazioni. Per ora, infatti, il meccanismo non ha avuto impatti significativi sul costo del gas, già crollati nelle ultime settimane grazie al clima insolitamente caldo e al pieno stoccaggio delle riserve europee, arrivando al di sotto dei 70 euro per megawattora.

Sono questi i due fattori che, secondo l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer) e l’Autorità europea degli strumenti finanziari nei mercati (Esma), hanno contribuito ai prezzi attuali e non l’approvazione del Meccanismo di controllo del mercato. Tuttavia, i due regolatori sottolineano come questa situazione potrebbe cambiare in futuro e il tetto al prezzo del fas potrebbe allora influenzare effettivamente i mercati finanziari.

Tra gli effetti che potrebbero verificarsi, l’Esma ha messo in guardia su una possibile ripercussione sulla stabilità finanziaria, perché, qualora dovesse attivarsi il tetto al prezzo del gas, gli operatori del mercato potrebbero modificare il loro comportamento per aggirarlo. Secondo l’Esma, il rischio è che le negoziazioni vengano spostate su contratti o sedi in cui il tetto non viene applicato, passando a piattaforme non europee o negoziando fuori borsa, cioè in mercati senza i requisiti riconosciuti ai mercati regolamentati. Questi cambiamenti “significativi e repentini” si legge sul comunicato Esma, potrebbero avere un impatto sul regolare funzionamento dei mercati e, in ultima analisi, sulla stabilità finanziaria”.

Nel frattempo, in vista del prossimo inverno, l’Unione europea ha già incaricato Prisma, la piattaforma europea per la prenotazione ed il trading di capacità di gas, di calcolare la domanda collettiva di gas di tutti i paesi, per avviare il processo di stoccaggio prima che i prezzi si possano rialzare. In base all’accordo siglato con la Commissione europea, Prisma si occuperà anche di individuare le migliori offerte di gas, negoziando i prezzi più bassi grazie al potere d’acquisto collettivo di tutti gli stati membri.



[Fonte Wired.it]