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mercoledì, Nov 17

Gas, la questione legale che ha fatto surriscaldare il mercato



Da Wired.it :

Un problema legale in Germania ha causato la sospensione della procedura di certificazione di Nord Stream 2, che a sua volta è intervenuta su una dinamica crescente dei prezzi del gas sui mercati, accelerandola ulteriormente. Il travagliato progetto del gasdotto da 11 miliardi di dollari ha visto a settembre la posa dell’ultimo degli oltre 200mila tubi da Ust-Luga in Russia a Greifswald in Pomerania, regione tedesca sul Baltico meridionale, tuttavia manca ancora un tassello amministrativo. “La certificazione per l’operazione Nord Stream 2 sarà considerata solo quando l’operatore sarà organizzato in una forma giuridica di diritto tedesco”, ha dichiarato l’Agenzia federale delle reti.

Nord Stream 2 AG è una compagnia nata con lo scopo di progettare, costruire e gestire il gasdotto omonimo. La società è proprietà di Gazprom, il maggior produttore di gas al mondo (15% del totale) controllato dal Cremlino, che immetterà la materia prima nei tubi andando a raddoppiare la capienza della conduttura già presente. La capacità totale della linea (Nord Stream 1 e 2) balzerà quindi dai 55 miliardi di metri cubici di gas all’anno attuali a 110 miliardi. L’operatività della seconda linea era stimata per fine anno, ma l’intervento dell’agenzia tedesca causerà un probabile slittamento di mesi. Nord Stream 2 dovrà infatti trasferire asset e risorse dalla Svizzera dove attualmente ha sede a Zug, alla Germania, appunto.

Lo stop risponde anche alle regole dell’Unione europea, secondo cui fornitori di gas e società che trasportano carburante devono essere legalmente separate. La reazione dei mercati, anche per il timore di ritorsioni da Mosca, non si è fatta attendere, con un aumento del 15% sul contratto benchmark Ttf di dicembre scambiato in Olanda, salito fino a 92,18 euro megawattora. Anche il contratto britannico ha subito lo stesso incremento, toccando 2,35 sterline per therm (un’unità di misura di uso del gas naturale).

Una volta che le precondizioni giuridico-amministrative saranno risolte, l’autorità tedesca potrà continuare a valutare l’approvazione del progetto per un periodo di quattro mesi: prima di questa sospensione, questo lasso di tempo avrebbe dovuto chiudersi a gennaio. Ora però, secondo diversi osservatori, appare inverosimile l’operatività entro la prima metà del 2022.

Il progetto è stato al centro di trattative molto tese che hanno coinvolto gli Stati Uniti e l’Ucraina, entrambi critici rispetto a un possibile aumento di dipendenza energetica dell’Europa verso la Russia. Appena due anni fa, infatti, Washington dichiarava di voler aumentare del 50% l’export di gas liquido sull’altra sponda dell’Atlantico entro il 2030. Dall’altro, Kiev teme di essere esclusa dalle rotte del gas russo e di mezzo c’è un accordo di transito da 40 miliardi di metri cubi attraverso il gasdotto Druzhba, che scadrà nel 2024.



[Fonte Wired.it]