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martedì, Lug 02

Gas nervino Sarin in un pacco recapitato alla sede di Facebook?


Sono intervenuti anche gli agenti dell’FBI presso il quartier generale di Facebook a Menlo Park, per far luce il prima possibile su quanto accaduto. L’analisi di un pacco recapitato presso la sede del social network ha restituito esito positivo per quanto riguarda la presenza del gas nervino Sarin. Evacuati in totale quattro edifici, stando a quanto dichiarato dal portavoce Anthony Harrison. Gli occupanti di quello direttamente interessato erano cinque.

Un gas nervino in Facebook?

Condotti gli esami necessari su due dipendenti che potrebbero essere entrati in contatto con la sostanza, manipolando il pacco sospetto, a quanto pare fortunatamente senza riportare conseguenze. Non presentano alcuno dei sintomi legati all’esposizione. Non è da escludere la possibilità che si tratti di un falso positivo. La conferma arriverà solo in seguito a ulteriori test.

Sul posto si sono recati anche gli specialisti della California National Guard. La segnalazione è giunta alle 11:00 a.m. (PDT) da un locale sulla 1005 Hamilton Ave. Le autorità hanno affermato che non ci sono pericoli per chi si trova nell’area, approvando la scelta di Facebook di dotare l’edificio dell’apparecchiatura che ha fatto scattare l’allarme.

Cos’è il Sarin (GB)

Il Sarin, detto anche GB, è come scritto in apertura un gas nervino classificato tra le “armi chimica di distruzione di massa”. Sintetizzato per la prima volta alla fine degli anni ’30 da scienziati tedeschi, si presenta a temperatura ambiente in forma liquida, con un aspetto incolore o giallognolo, del tutto inodore e per questo motivo ancor più pericoloso poiché non facilmente identificabile.

È estremamente volatile, con il vapore emesso che può essere inalato o entrare in contatto con la pelle, penetrandola e rendendo così vano l’impiego di maschere antigas. Colpisce il sistema nervoso centrale con esiti potenzialmente fatali anche a basse concentrazioni se non viene somministrato un antidoto in tempi brevi. È stato impiegato nell’attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995 provocando la morte di 13 persone e intossicandone oltre 6.200.



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