Continuano a moltiplicarsi le nuove piste per quanto riguarda il delitto di Garlasco. E dal passato di questo caso rispuntano anche le gemelle Cappa, figure controverse che pensavamo di aver archiviato definitivamente nelle cronache del passato. Se per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, è stato condannato l’allora fidanzato Alberto Stasi, di recente gli investigatori hanno riaperto le indagini dapprima con l’intento di rivalutare la posizione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Ma nel frattempo si stanno seguendo nuove direzioni, come quelle che appunto riconducono alle gemelle Stefania e Paola Cappa, figlie della sorella di Giuseppe Poggi, padre della vittima, e quindi loro cugine di primo grado.
Come riporta il settimanale Giallo, un nuovo supertestimone avrebbe riacceso i riflettori sulle giovani donne riportando che l’arma del delitto, mai stata recuperata e uno dei vuoti più salienti di tutte le indagini, si troverebbe in una vecchia casa disabitata un tempo appartenente alla nonna delle Cappa, e in cui all’epoca – sempre secondo la testimonianza – Stefania avrebbe portato l’arma stessa, che potrebbe essere uno strumento di pulizia per il camino (in quel periodo vi abitava loro fratello, che però al momento del fatto era in Croazia). La rivelazione, per ora anonima, farebbe il paio con ciò che, già pochi giorni dopo l’omicidio, era stato detto di Stefania Cappa: il tecnico Marco De Montis Muschitta nel 2007 aveva dichiarato agli inquirenti di aver visto la giovane in bicicletta mentre si allontanava dal luogo del delitto con in mano uno strumento ingombrante; poi però ha ritrattato, invalidando la sua stessa testimonianza.
Nella giornata del 14 maggio si svolgeranno le perquisizioni in questo casale e nei prossimi giorni le Cappa saranno sentite nuovamente. Le indagini faranno dunque il loro corso ma dalla memoria dell’opinione pubblica riemergono queste figure che fin da subito risultarono eccentriche. A quanto pare i rapporti tra le sorelle Cappa e Chiara Poggi non erano strettissimi, anche se quest’ultima si era riavvicinata a Stefania dopo alcune traversie personali di Paola (eppure le testimonianze dicono che Chiara ritenesse che le cugine fossero gelose dei suoi successi universitari). Sta di fatto che, subito dopo l’omicidio, Stefania e Paola hanno appeso al cancello della villa di Garlasco una foto che le ritraeva tutte e tre insieme: si scoprì ben presto che era un fotomontaggio, con la figura di Chiara appiccicata a fianco alle due e il colore del suo top colorato di rosso per fare pendant con l’abbigliamento delle gemelle (un dettaglio fashion che, a guardare le foto dell’epoca, tutte extension e occhiali fascianti, non passa inosservato).
Al di là dei sospetti su di loro, al tempo rapidamente archiviati, Stefania e Paola attirarono l’attenzione in modi molto più laterali, nonostante gli scarsi rapporti con Chiara, non lesinavano di rilasciare interviste, soprattutto a favore di telecamera, decantando la loro cugina modello e riflettendo sul vuoto da lei lasciato. Erano tempi strani, quelli alla fine dei primi Duemila, in cui la cronaca sembrava un circo mediatico degno dei reality più beceri e appariscenti. E, in effetti, tra le tanti voci che all’epoca circolavano – ma che non vennero mai confermate – c’è anche quella che le voleva come possibili concorrenti proprio di un reality. Non avvenne nulla di tutto ciò ma le “sorelle K”, così rinominate come i grandi personaggi che abitano le pagine più chiacchierate dei quotidiani, hanno lasciato comunque un segno controverso, su di un passato recente con cui non ci siamo mai del tutto pacificati e che ancora, per certi versi, ci sembra una grande allucinazione collettiva. Ora, diciotto anni dopo, il loro nome torna alla ribalta dalla cronaca, che sarà affrontata forse con un po’ di discrezione in più.