Sviluppare strumenti, tecnologie e competenze per creare un genoma umano sintetico. Questo l’obiettivo del progetto Synthetic Human Genome (SynHg), che ha appena ricevuto un finanziamento di 10 milioni di sterline dal Wellcome Trust, il più grande ente benefico del mondo che finanzia la ricerca medica. L’impresa è incredibilmente ambiziosa dal punto di vista tecnico, e, secondo l’ente che la finanzia, potrebbe consentire di accelerare lo sviluppo di specifiche terapie. Dell’idea di creare un genoma umano sintetico si parla da tempo, ma la comunità scientifica rimane spaccata di fronte alle possibili implicazioni: c’è chi si dice entusiasta e chi invece teme conseguenze difficili da prevedere, specialmente sul fronte etico.
Coinvolte diverse università britanniche
Al momento il finanziamento è pensato per i prossimi cinque anni. Si tratterà di un progetto multicentrico, per cui saranno coinvolti ricercatrici e ricercatori delle Università di di Cambridge, Kent, Manchester, Oxford e dell’Imperial College di Londra. A coordinare i lavori sarà Jason Chin del Mrc Laboratory of Molecular Biology (Regno Unito), che recentemente è stato anche annunciato come direttore fondatore del Generative Biology Institute presso l’Ellison Institute of Technology di Oxford e docente presso l’Università di Oxford.
Parallelamente, un gruppo di esperti di scienze sociali guidato da Joy Zhang, docente di sociologia presso l’Università del Kent, si occuperà di investigare le implicazioni etiche del progetto.
Perché creare un genoma umano sintetico
Grazie allo Human Genome Project, anch’esso finanziato in buona parte dal Wellcome Trust, nel 2003 siamo riusciti ad ottenere l’intera sequenza del genoma umano. Oggi, la nuova sfida è quella di sintetizzarne uno in laboratorio, ma a quale scopo? A differenza delle tecniche di editing genetico, spiegano gli addetti ai lavori, sintetizzare un genoma permetterebbe di apportare modifiche ben più ampie, e potrebbe consentire lo sviluppo di terapie cellulari mirate, trapianti di tessuti resistenti a specifici patogeni, o di ingegnerizzare specie vegetali che siano in grado di resistere a particolari condizioni climatiche.
Al momento, però, si tratta davvero di una sfida, che richiederà probabilmente diversi anni, come sottolineano gli stessi ricercatori del Synthetic Human Genome. Ad oggi, infatti, il genoma sintetico più grande mai ottenuto è quello del batterio Escherichia coli, che però è diversi ordini di grandezza più piccolo rispetto al genoma umano. E la tecnologia odierna non consente ancora di sintetizzare sequenze di materiale genetico così ampie. L’obiettivo dei ricercatori sarà quindi quello di mettere a punto nuovi strumenti e metodologie per raggiungere intanto il primo obiettivo: ottenere un intero cromosoma.