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sabato, Dic 26

George Clooney ha fatto un film di fantascienza, ma stavolta a modo suo



Da Wired.it :

Pensato prima del Covid-19 ma uscito adesso su Netflix, Midnight Sky è cambiato due volte in corso d’opera per diventare quel che è. Ovvero iper contemporaneo. Da vedere subito

Gli è già capitato spesso. E anche questa volta George Clooney doveva tornare nello spazio da attore e basta. Come in Gravity e in Solaris, doveva essere il protagonista di Midnight Sky, l’adattamento del romanzo di Lily Brooks-Dalton. O almeno questo gli avevano proposto quando gli hanno mandato la sceneggiatura. Una volta letta, però, è iniziata un’altra gara: ha capito di avere delle idee riguardo le potenzialità e le possibilità della storia, e di volerla girare per dargli il tono che desiderava. Insomma, è andato dai produttori a chiedere di fare di questo il suo settimo film da regista, spiegando loro come lo vedesse lui e convincendoli che fosse la maniera migliore di realizzarlo.

Midnight Sky è un film con una storia potenzialmente avventurosa che avventuroso lo è poco, è meditabondo, e qui importa molto di più il senso di isolamento e il desiderio di contatto con il prossimo dei personaggi rispetto a che cosa gli accada. Del resto, delle due trame che sono destinate ad incontrarsi in una, quella con Clooney protagonista riguarda l’ultimo uomo rimasto sulla Terra dopo che tutti se ne sono andati perché prossimo al collasso, un malato terminale che ha fatto del salvataggio del pianeta la missione della vita e ora contempla il fallimento di tutto quello in cui credeva proprio mentre scopre che prima di partire l’ultima astronave ha dimenticato una bambina lì con lui nell’Antartico; mentre l’altra trama riguarda un’astronave che ha esplorato un nuovo pianeta ottimo per la vita della razza umana e sta tornando sulla Terra ignara di quel che è accaduto.

Per George Clooney Midnight Sky doveva essere un film capace di riflettere su quel che ci sta accadendo ovviamente, ma anche su che cosa l’uomo possa fare a se stesso tramite le proprie azioni. E poi, è successo qualcosa. Le riprese sono finite prima di marzo, una volta scoppiata la pandemia non c’era più lavoro da fare sul set, ma solo in sala di montaggio e quindi da remoto. Il film andava solo assemblato, rifinito e completato nel comparto effetti visivi, ma il mutamento nella situazione mondiale ha stravolto anche il senso della pellicola. Era così legata ai problemi del cambiamento climatico, così legata alla sopravvivenza dell’umanità, che un nuovo pericolo – nonostante non stia nella trama – si riflette nei modi in cui il film racconta di esseri umani che sono soli e vorrebbero stare con altri esseri umani.

È uno strano regista George Clooney, coltiva questa attività non per sostituire la carriera da attore ma per affiancarla, girando ogni tanto e senza la foga di inseguire il mercato. È probabilmente l’unico americano ad essere stato nominato all’Oscar in sei categorie diverse (attore protagonista e non protagonista, sceneggiatura originale e quella adattata, produttore e regista) e adesso ha girato per Netflix. Non è impermeabile al fatto che l’industria sia cambiata, non ha intenzione di partecipare ai grandissimi blockbuster e sa che la piattaforma di streaming è l’unico soggetto che è disposto a investire molto denaro in film come Midnight Sky, quindi non è un problema che poi non vada in sala.

Addirittura sembrava inizialmente che, come The Irishman (all’epoca non ancora uscito), la parte del protagonista da giovane sarebbe andata a Clooney stesso, ritoccato al digitale. Ma il baccano intorno alla versione di Robert De Niro gli ha fatto optare per una soluzione vecchio stampo, cioè un altro attore, così che non si creasse rumore intorno a quel solo elemento del film e Midnight Sky potesse avere la sua vita senza dover esistere all’ombra del “funziona o non funziona la tecnologia”. Non ha rinunciato, però, a un altro trucco. La voce di Ethan Peck (l’attore in questione) è stata fusa con la sua. Così il risultato finale è un misto tra le due, ottenuto digitalmente in modo che i personaggi abbiano il medesimo tono e che sia credibile che siano la stessa persona.

Infine, come se il film fosse destinato a essere influenzato dagli eventi, mentre erano in corso le riprese la protagonista femminile, Felicity Jones, ha scoperto di aspettare un bambino. La prima scelta è stata di nasconderlo, evitando di inquadrarla all’altezza del ventre; poi, però, Clooney stesso ha capito che trasformare quel personaggio in una donna incinta poteva dare al lavoro tutto un altro tono. Una storia di pianeti inabitabili e ricerca di nuovi posti dove esistere poteva arricchirsi di qualcosa in più da proteggere, una nuova vita contenuta in una delle protagoniste. Nessuno ci avrebbe mai pensato se non fosse accaduto spontaneamente.

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[Fonte Wired.it]