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giovedì, Apr 01

George Floyd, cosa hanno raccontato alcuni testimoni al processo



Da Wired.it :

Alcuni testimoni hanno detto che gli agenti non hanno ascoltato le richieste dei presenti di allentare la presa su Floyd e non hanno permesso di praticare le manovre di primo soccorso

(Foto: Stephen Maturen/Getty Images)

La polizia non ha lasciato che nessuno si avvicinasse a George Floyd per praticargli le manovre di rianimazione, né ha ascoltato le richieste dei presenti di allentare la presa di sottomissione che stava soffocando il 46enne afroamericano. Al terzo giorno dall’inizio del processo contro l’ex poliziotto Derek Chauvin accusato della morte di Floyd, i testimoni sono apparsi ancora traumatizzati mentre raccontavano la loro esperienza di quelle ore del 29 marzo 2020.

Il racconto del cassiere

Durante le ricostruzioni in tribunale, sono stati mostrati per la prima volta i video delle telecamere di sorveglianza del negozio dove si trovava Floyd prima della sua morte. Le immagini lo riprendono mentre raccoglie un frutto che aveva fatto cadere a terra e chiacchiera tranquillamente con una donna e con il cassiere Christopher Martin. Proprio Martin, durante l’udienza, riporta The Guardian, lo ha descritto come “molto amichevole, cordiale e loquace” e non minaccioso, nonostante “sembrava fosse sotto effetto di qualche cosa”.

Il cassiere racconta di aver accettato la banconota datagli da Floyd per pagare le sigarette, perché credeva nemmeno lui sapesse che fosse falsa e per fare un favore all’uomo. Ha aggiunto che nel negozio, tuttavia, le banconote false vengono scalate dal salario degli impiegati che le accettano, per questo subito dopo ha cambiato idea, decidendo di parlare con il suo capo. Martin ha detto che, dopo avergli mostrato la banconota, il manager lo ha mandato a parlare con Floyd, per farlo rientrare in negozio e restituire il pacchetto di sigarette.

Quando Floyd ha rifiutato, un collega di Martin ha chiamato la polizia. Il cassiere ha detto che all’arrivo degli agenti era già tornato a lavorare ed è uscito sono dopo aver sentito delle urla concitate e visto radunarsi una piccola folla davanti al negozio. Una volta fuori, Martin ha visto Floyd a terra con il ginocchio di Chauvin sul collo. Dalle immagini di sorveglianza si vede Martin osservare la scena con le mani nei capelli. Mi sono sentito incredulo e in colpa”, ha risposto alla domanda del procuratore su come si fosse sentito in quel momento: “Se avessi accettato la banconota non sarebbe successo niente di tutto questo”.

Cosa emerge dai video

Un’altra testimone, Darnella Frazier, ha registrato un video lungo più di 9 minuti durante i quali Chauvin resta sul collo di Floyd, nonostante le richieste dei presenti e le suppliche dell’afroamericano, riporta The Guardian. “Sembrava che non gli importasse”, ha detto Fraizer riferendosi a Chauvin. Secondo la ragazza, all’epoca dei fatti 17enne, la polizia ha impedito a lei e ad altri di intervenire in aiuto di Floyd. Alla domanda della difesa se gli agenti avessero agito in quel modo perché minacciati dalla folla, la ragazza ha affermato che nessuno aveva assunto comportamenti aggressivi o violenti nei confronti dei membri delle forze dell’ordine.

Anche la testimonianza di Genevieve Hansen confermerebbe la versione di Frazier. Hansen, che fa parte dei vigili del fuoco e ha un addestramento specializzato nel primo soccorso, che si trovava nelle vicinanze mentre Floyd veniva arrestato. “Mi sono identificata immediatamente (con le forze dell’ordine, ndr)”, ha detto Hensen durante l’udienza, riporta The Guardian, “perché era chiaro che gli servisse assistenza medica. Ho notato immediatamente che era in uno stato di semi-incoscienza e, per il mio addestramento, questo significa che una persona ha bisogno di assistenza medica”. Secondo la sua ricostruzione, davanti alle sue richieste di intervenire per rianimare l’uomo a terra, l’agente a cui si era rivolta le avrebbe risposto che era meglio non intromettersi.

Un altro testimone, Donald Williams, lottatore di Mma, riferisce The Guardian, ha affermato di aver chiesto ai poliziotti di interrompere la presa di strangolamento che Chauvin stava effettuando su Floyd, ma di non essere stato ascoltato. “Si vedeva che stava soffrendo terribilmente”, ha detto rispondendo alle domande del procuratore: “Potevi vedere gli occhi girare all’indietro e sentirlo respirare a fatica”. Dopo l’arrivo dell’ambulanza, Williams ha chiamato il numero di emergenza statunitense 911, per denunciare di essere stato testimone di un omicidio. Chiamando la polizia per intervenire contro la polizia.

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[Fonte Wired.it]