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lunedì, Mar 08

Giornata internazionale della donna, 5 personaggi delle serie tv con cui festeggiare



Da Wired.it :

Celebriamo la Festa delle donne con una classifica che elegge le protagoniste decise, autentiche e ribelli della tv più ispiratrici nella lotta contro la disparità di genere

Quest’anno omaggiamo la Festa della donna eleggendo cinque figure femminili della serialità recente che nell’ultimo anno hanno dimostrato di essere un modello di forza e affermazione. Sono protagoniste o comprimarie di show che si sono soffermati su riflessioni relative all’emancipazione, all’equità sul posto di lavoro, sulla maternità, sulla solidarietà tra donne, sui conflitti familiari, sulla libertà sessuale, sull’indipendenza sentimentale e in generale su come questi personaggi abbiano saputo insegnarci qualcosa in termini di lotta contro le discriminazioni sessiste e il diritto a non subire un trattamento inferiore. Ecco le donne autentiche, combattive e ribelli delle serie tv da cui imparare qualcosa nel giorno in cui si celebrano le donne.

1. Beth – La regina degli scacchi

La campionessa di scacchi impersonata dall’eterea Ana Taylor-Joy è la protagonista di La regina di scacchi, una delle produzioni seriali più viste dell’anno. Bella, intelligentissima e disinibita, nel corso dei sette episodi che compongono lo show sfata due pregiudizi tenaci: che come donne non ci si possa imporre in ambienti prettamente maschili, e che l’estrazione sociale sia determinante. Grazie al suo quoziente intellettivo stellare Beth, dapprima bimba prodigio cresciuta in orfanotrofio e poi campionessa di scacchi dalla vita sregolata, dimostra che con la disciplina e una volontà incrollabile di farsi valere in un mondo che ti discrimina per il tuo sesso, le tue origini e il tuo rifiuto a uniformarsi alle norme sociali, si può trionfare.

2. Sooji – Because This Is My First Life

Sbarcata su Netflix l’anno scorso, questa serie si presentava come la solita romcom incentrata su una coppia mal assortita (lui, metodico e noioso in cerca di una coinquilina; lei, timida e sognatrice). Tra i comprimari figura l’attrice Esom nei panni di una donna in carriera, e lei sì, è un personaggio rivoluzionario, soprattutto in una società, come la Corea del Sud, dove la discriminazione delle donne sul lavoro è ancora più acuta che da noi. Sooji lavora in una azienda nella quale pensava di fare carriera e venire pagata quanto i maschi, ma tutto quello che la rende una donna emancipata al pari degli uomini (è schietta e professionale, esigente e precisa e poi beve, fuma e conduce una vita sessuale disinibita) è motivo di vessazioni, maltrattamenti e accuse di essere facile. La sua ribellione e la pretesa di lavorare in un ambiente dove la rispettino seguono un percorso di grande ispirazione per qualunque donna abbia dovuto sopportare paghe dimezzate, capi lascivi e colleghi incompetenti ma più stimati perché uomini.

Bonus: Esom è anche la protagonista di Samjin Company English Class, entusiasmante, corroborante film alla Erin Brockovich che descrive la lotta di tre donne svilite sul lavoro che sventano il monumentale insabbiamento della propria azienda, fautrice di un disastro ambientale. Una storia meravigliosa di amicizia, solidarietà femminile e rivalsa.

3. Prudence – Le terrificanti avventure di Sabrina

La serie soprannaturale che restituisce un taglio dark e macabro al personaggio della streghetta teenager Sabrina Spellman è una parabola femminista che funziona alla grande per alcuni versi e meno in altri. Tra le numerose figure forti che popolano la cittadina di Greendale ci sono tre donne – Hilda, Zelda e Prudence – diversissime eppure di grande ispirazione. Hilda, con la sua indole premurosa e materna e il suo pacato gusto per la vendetta ci insegna che si può essere miti, arrendevoli e tranquille senza rinunciare a farci rispettare; Zelda, con la sua presenza autoritaria, lo spirito intransigente e ambizioso, ci dà una lezione importante sul non lasciarsi sopraffare dallo sciovinismo e dal loro affetto castrante sia a livello professionale che sentimentale. Prudence, sopra tutte, è l’eroina cazzuta per eccellenza: leader nata, apparentemente una villain, è in realtà un modello di amica leale e soprattutto un modello per tutte quelle donne che devono affrontare figure parentali oppressive: umiliata e mai amata dal genitore, riuscirà (sebbene in un modo un po’ violento) a liberarsi dal trauma di un padre che col spirito patriarcale le ha rovinato la vita.

4. Lamia – Raised by Wolves

Se pensate che prendere come modello femminile un’androide sia inopportuno, vi sbagliate. Il robot da combattimento di questa serie di fantascienza distopica fa parte delle figure femminili toste e memorabili tanto quanto la Ripley di Alien, anche lei figlia del regista e produttore Ridley Scott. Lamia è stata riprogrammata per essere la madre perfetta: giusta, attenta, premurosa, comprensiva e disposta a tutto per far crescere i propri figli – i bambini umani nati sulla colonia extraterrestre scelta per ospitare la rinascita del genere umano – senza preconcetti religiosi e sociali. Nonostante la sua natura artificiale la rende anafettiva e a tratti intimidatoria, questa creatura dagli istinti – anche sessuali – femminili, è la madre primordiale, l’alfa e l’omega di una maternità che dovrebbe ispirare chiunque voglia crescere una prole libera dai pregiudizi intellettuali degli adulti.

5. Villanelle – Killing Eve

Inizialmente avevamo pensato di inserire Eve Polastri – la detective resiliente e intuitiva della serie di Phoebe Waller-Bridge – in questa classifica, ma la vera paladina del femminismo di Killing Eve è il sicario in gonnella Villanelle. La spietata assassina viene introdotta come una psicopatica che uccide per mantenere il proprio stile di vita dispendioso tra viaggi in prima classe, hotel lussuosi e abiti di alta moda, tuttavia Villanelle è un modello unico: a differenza della maggior parte delle donne descritte finora, la sua natura forte e indipendente non è determinata dal grado di ribellione nei confronti di una società sessista. Villanelle si approfitta del senso della superiorità delle sue controparti maschili, incapaci di considerare una donna carina e femminile come un’avversaria letale. Villanelle sfrutta la stupidità e i pregiudizi di chi ha di fronte in modo non conflittuale. Va oltre la necessità delle donne di sentirsi riconosciute, non ha bisogno dell’accettazione di nessun uomo: il vero girl power è il suo.

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[Fonte Wired.it]