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mercoledì, Feb 10

Giovanni De Feo ci racconta il suo Dylan Dog, prigioniero in un incubo di burattini



Da Wired.it :

In edicola, per la collana Color Fest, un numero imperdibile sull’indagatore dell’incubo, sceneggiato da un autore di romanzi fantastici che lo mette contro il corrispettivo inglese di Pulcinella

Il nuovo numero della collana Color Fest di Dylan Dog è in edicola da martedì 8 febbraio. Piccola premessa: Color Fest è una collana di storie inedite e a colori e firmate da sceneggiatori che non necessariamente si sono avvicinati in passato al personaggio di Dylan. È il caso di Giovanni De Feo, docente, sceneggiatore, romanziere di storie che toccano il fantastico (Il mangianomi e il più recente La stanza senza fine), che ha scritto i testi di questo Mister Punch, disegnato e colorato dal tratto malinconico e suggestivo di Giulio Rincione. Altra piccola premessa: Mister Punch è una maschera della tradizione inglese che compare nei teatri di burattini, derivativa del nostro Pulcinella. Tradizionalmente Mister Punch è un personaggio negativo e tale rimane nella storia di De Feo, anzi, è cattivissimo a tal punto da gettare Dylan in un incubo di marionette e violenze e ricattarlo in cambio della salvezza del suo amico di sempre, Groucho. Ma chiediamo direttamente a De Feo com’è nato Mister Punch.

“Il progetto ha preso forma discutendo con Roberto Recchioni (fumettista, scrittore e curatore di Dylan Dog, ndr) a proposito di Dylan: capii che se avessi affrontato un personaggio per me di formazione come DD, avrei dovuto confrontarmi con i fumetti che nella mia giovinezza mi avevano colpito in modo viscerale. Mr Punch di Gaiman è il primo tra questi. Il resto è venuto da sé. Per creare una storia in cui Dylan si confrontasse con “quel” Punch, dovevo mantenere la misura psichica di entrambi. La difficoltà è stata scrivere una storia in cui Dylan fosse sempre Dylan, senza snaturarlo per farlo dialogare con Punch. La chiave me l’ha data Groucho, che è qui l’asse narrativo: alla fine questa è una storia della loro amicizia, una bromance come si dice oggi.”

Mr Punch non solo ha ispirato l’opera di Gaiman/McKean, ma l’Universo DC, lato villain. Pensi anche tu che sia un personaggio dalla caratterizzazione estremamente negativa? 

“Dal Joker in avanti, l’idea del clown assassino fa parte del dna del fumetto. Tuttavia i personaggi del teatro dei burattini sono molto più ambigui. Quando vidi Punch per la prima volta a Covent Garden, quasi dieci anni dopo aver letto il fumetto di Gaiman, mi stupii di quanto assomigliasse al nostro Pulcinella. Tant’è vero che lo “swazzle” lo strumento per fare la voce di Punch, è proprio la nostra “pivetta”, che si usa per fare la voce di Pulcinella. Il punto è che, viste dal vero, le scenette di Punch sono esilaranti, non c’è nulla di macabro… fino a quando non ci si ferma ad analizzare di cosa si sta ridendo: assassini, stupri, uxoricidi, infanticidi. Punch – e Pulcinella– sono carichi di quell’energia popolare che distrugge ogni costrizione sociale, la fa a pezzi. Punch può quello che noi non possiamo e qui sta la sa forza. Questo è ‘il lato oscuro’ che il fumetto ha talvolta intercettato.”

Dylan Dog si trasforma in una maschera e mantiene i suoi ideali di bontà e amicizia. Mr Punch è un sadico crudele e irriverente. Sono l’uno l’opposto dell’altro?

“Nell’albo non c’è stato il tempo, ma se Dylan fosse diventato un burattino sarebbe stato una sorta di Scaramouche: indolente, sognatore, latin-lover con la passione per uno strumento musicale, eppure un “Capitano” armato, pronto a difendere chi ama. Dylan però non ha vis comica, è un personaggio profondamente estraneo al teatro delle marionette. Pulcinella e Punch sono divertenti, ma il loro cinismo è più sottile di quanto lo sia nel fumetto. È solo facendo la somma delle azioni che ci rendiamo conto che la sua carica eversiva sta sempre nella distruzione di ciò che li circonda, mai nell’amore… “

Ultima domanda sullo stato del fantastico in Italia: come stiamo? Lo chiedo a te che sei un autore che si è confrontato spesso con questo genere. Si parla, specie in letteratura, di un successo del genere noir e thriller, mentre il fantastico fatica ancora un po’ a guadagnare un posto stabile nel grande pubblico.

“Credo che la risposta stia già nella domanda. A giustificare questa ‘fatica’ che dici ci sono le solite ragioni pregresse, dall’establishment editoriale che non lo capisce, a una resistenza della critica a prendere il genere sul serio… Per me però la cosa più interessante è vedere come il fantastico in Italia abbia tantissimi fan, ma in media diversi da quelli strettamente letterari: film, fumetti, giochi –tabletop e videogame– raramente libri. Questo per diverse ragioni, la prima è che da noi il fantastico viene associato a un intrattenimento ‘per ragazzi’, anche quando di fatto non lo è.”

L’avanzare della cultura nerd sta un po’ cambiando le cose?

“Sì, per quanto lentamente. Più che dare altre risposte, a questo punto farei nuove domande. Per esempio: perché alcuni autori stranieri hanno un successo strepitioso, e quelli Italiani no? Perché la maggior parte dei fan del Signore degli anelli ammettono candidamente di non aver mai letto il romanzo o di non averlo amato? Perchè Buzzati –un gigante del Novecento– non fa quasi mai parte dei manuali di storia della letteratura? Anche in questo caso, credo, le risposte si trovino già nelle domande… “

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[Fonte Wired.it]