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Gli Appennini hanno un gemello digitale che controlla la loro sete

da | Ago 17, 2025 | Tecnologia


Diventa così possibile monitorare in tempo reale il rapporto tra domanda e disponibilità d’acqua, tenendo conto di tutte le variabili, dall’uso civile a quello agricolo.

Monitoraggio digitale dell’acqua, dalle riserve idriche ai consumi

Il progetto si articola su tre aspetti: il primo riguarda la raccolta e la sistematizzazione dei dati ambientali, attraverso una rete di sensori meteorologici e idrologici che, ogni giorno, acquisiscono informazioni su precipitazioni, temperature, livelli delle falde, portate di fiumi e laghi, e irraggiamento solare. Questo consente di ricostruire con precisione lo stock idrico disponibile, sia in tempo reale che in prospettiva storica.

Il secondo ambito è incentrato sulla comprensione e modellazione del sistema idrico nel suo complesso. L’Autorità ha lavorato per rappresentare non solo i singoli corpi idrici, ma anche i collegamenti – sia superficiali che sotterranei – che li connettono, restituendo così una visione coerente del ciclo dell’acqua e delle interazioni tra bacini.

Il terzo filone riguarda la mappatura degli usi e dei consumi. Grazie alla collaborazione con 29 gestori del servizio idrico integrato e 17 consorzi di bonifica, sono stati localizzati tutti i punti di prelievo – da pozzi profondi, sorgenti, laghi o invasi – e tracciati i percorsi dell’acqua tra i diversi comuni. Ogni nodo del sistema è associato a valori numerici aggiornati mensilmente, che indicano i volumi prelevati, i consumi, le perdite e i flussi di distribuzione.

Il gemello digitale è accessibile da qualsiasi dispositivo, in ogni momento, e consente di consultare mappe, dati e informazioni riguardanti la pianificazione del rischio idrogeologico (frane, alluvioni, incendi), la tutela e la gestione delle acque (bacini idrografici, grandi derivazioni, stato chimico ed ecologico dei corpi idrici), fino alle condizioni climatiche e idrologiche utili alla previsione degli scenari di severità idrica sull’intero distretto.

Il gemello digitale del sistema idrico dell’Appennino centrale è una replica digitale in continua evoluzione che restituisce in tempo reale lo stato delle risorse e delle infrastrutture – spiega il professor Marco Casini, segretario generale di Aubac -. Questo sistema permette finalmente di unire il dato tecnico con la visione strategica. In un contesto segnato dall’alternanza tra siccità estrema ed eventi alluvionali violenti, come quelli che hanno colpito l’Emilia-Romagna e le Marche, avere strumenti avanzati di monitoraggio e previsione è fondamentale per tutelare cittadini, agricoltura e ambiente. Ora è fondamentale che tutti gli attori coinvolti, dai gestori ai consorzi, continuino a contribuire attivamente alimentando il sistema con dati precisi”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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