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martedì, Gen 14

Gli attacchi cyber fanno più paura del cambiamento climatico alle aziende


La cybersecurity è la principale preoccupazione delle imprese a livello mondiale. Una violazione può costare in media 42 milioni di dollari

Sicurezza online, Foto di Darwin Laganzon da Pixabay
Sicurezza online, Foto di Darwin Laganzon da Pixabay

In cima ai rischi più temuti dalle aziende a livello globale ci sono le minacce informatiche. È quando emerge dalla nona edizione dell’Allianz Risk Barometer 2020, che indaga i principali elementi che le aziende considerano oggi come fattori di rischio per il loro business. Il nuovo sondaggio condotto da Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) si basa su un campione di 2.700 esperti in oltre 100 paesi, e per la prima volta vede l’incremento sostanziale di preoccupazioni legate alla cybersicurezza.

La preoccupazione va di pari passo con l’aumento esponenziale della presenza di sistemi tecnologici sempre più avanzati nelle aziende, che oggi si trovano a lavorare con una quantità di dati informatizzati molto superiore rispetto al passato. Così, dal sondaggio emerge che, per il 39% dei casi, possibili attacchi, violazioni o truffe informatiche rappresentano oggi il primo fattore di rischio.

Ciò anche perché “gli incidenti informatici hanno un impatto sempre maggiore e prendono di mira compagnie sempre più grandi con attacchi sofisticati e richieste di riscatto sempre più sostanziose. Cinque anni fa, una richiesta di denaro (ransomware) raggiungeva le decine di migliaia di dollari, ora si parla di milioni, come spiega Marek Stanislawski, Deputy Global Head of Cyber di Agcs. Oggi una grande violazione di dati può costare in media 42 milioni di dollari, l’8% in più rispetto all’anno scorso.

Inoltre, dagli effetti di un incidente informatico di dimensioni estese possono derivare anche i rischi legati all’interruzione di attività, considerata come la seconda preoccupazione aziendale a livello globale, con il 37% delle risposte. Altro fattore di rischio percepito sono i cambiamenti nella legislazione e nella regolamentazione, che si posizionano al terzo posto con il 27% delle risposte degli intervistati. Da questo punto di vista, le tensioni commerciali tra Usa e Cina, oltre ai disordini civili che attraversano diverse nazioni, da Hong Kong alla Francia o all’America del Sud sono percepiti come potenziali rischi per le aziende di quei paesi.

A seguire, sempre a livello globale, ci sono i rischi di catastrofi naturali e al quinto posto gli sviluppi del mercato. In settima posizione, con il 17% delle risposte, invece, ci sono i potenziali rischi legati ai cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda l’Italia, infine, al primo posto tra i rischi maggiormente percepiti c’è l’interruzione di attività, con il 51% delle risposte, seguita dagli attacchi informatici con il 49%, e dal danno di immagine con il 29%, che ha guadagnato posizioni superando le preoccupazioni legate alle catastrofi naturali.

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