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mercoledì, Set 18

Gli eredi di Michael Jackson contro l’Emmy a Leaving Neverland


La famiglia della popstar si lancia nuovamente contro il documentario che ricostruisce svariati abusi su minori e che ha vinto un importante riconoscimento

leaving neverland

Lo scorso weekend sono stati assegnati i cosiddetti Creative Arts Emmy, una serie cioè di riconoscimenti legati soprattutto alle professioni tecniche del mondo della televisione che anticipano i premi Emmy principali che saranno invece assegnati il 22 settembre. Fra i premiati, oltre agli exploit che tutti si aspettavano di titoli come Game of Thrones e The Marvelous Mrs Maisel, c’è stanto anche Leaving Neverland, la ricostruzione di testimonianze inedite sugli abusi perpetrati su minori da Michael Jackson. Il film di Dan Reed ha vinto nella categoria miglior documentario ma le polemiche non si sono fatte attendere.

Già quando il documentario di quattro ore aveva fatto il suo debutto lo scorzo marzo su Hbo, e poi anche da noi sul canale Nove, molti avevano protestato contro la sua ricostruzione tendenziosa e sono stati soprattuto gli eredi del cantante a scagliarsi contro una “demolizione da tabloid“, e anche in questo caso sono tornati alla carica: “Per un film che è una totale invenzione essere premiato nella categoria non-fiction degli Emmy è una completa farsa“, si legge in un comunicato della famiglia. “Questo cosiddetto documentario fazioso non è supportato da nessuna prova, è stato fatto in segreto e nessuna persona al di fuori dei due soggetti e le loro famiglie è stata intervistata“.

Il riferimento è a James Safechuck e Wade Robson, i due uomini che a distanza di anni sono tornati a parlare del loro rapporto con Michael Jackson e di come la popstar abbia intrattenuto con loro rapporti inappropriati quando erano dei bambini. Proprio sulle coincidenze della loro testimonianza si basa il cuore di Leaving Neverland. Il regista Reed ribadisce però la bontà del suo progetto e la soddisfazione per un riconoscimento così grande: “Da quanto è andato in onda ha stimolato importante conversazioni sulle molestie su minori e i meccanismi psicologici che le accompagnano“.

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