Kyiv – La rete mimetica viene sollevata, sulla deriva verticale di un F-16 per la prima volta c’è sopra il tryzub, il tridente simbolo dell’Ucraina. È il 4 agosto 2024, da una base segreta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky conferma che – dopo mesi di attese e rinvii – i primi caccia multiruolo F-16 sono pronti per essere impiegati dalla sua aeronautica militare, uno è proprio dietro di lui. A un anno esatto, i piloti ucraini volano tutti i giorni su questo tipo di aereo, secondo quanto riferito ad aprile dal generale Christopher G. Cavoli, fino a giugno scorso comandante di tutte le forze statunitensi in Europa. “Volano ogni giorno, hanno neutralizzato un gran numero di minacce di missili da crociera e hanno condotto anche un’enorme quantità di attacchi offensivi, in particolare bombardamenti nell’est”, ha detto.
Su dove siano e quanti effettivamente siano – 85 i caccia promessi da Danimarca, Olanda, Norvegia e Belgio – gli F-16 attualmente operativi in Ucraina, c’è molta segretezza. Si ha notizia di quattro velivoli abbattuti, e di tre i piloti ucraini morti ai comandi di un F-16. Per la Russia questi aerei restano un target primario, colpirli è un successo operativo e simbolico. In più droni, missili e glide bomb regolarmente prendono di mira basi e aeroporti, e per gli ucraini diventa cruciale sviluppare nuove tecniche di “logistica flessibile”. Ovvero spostare gli aerei continuamente, ed essere in grado di ripararli e riarmarli velocemente e lontano da piste di atterraggio sotto il controllo satellitare russo, con il rischio di finire sotto attacco. Wired ha provato a capirci di più.
Cosa sappiamo
Gli F-16 come base del futuro dell’aeronautica ucraina
“La mobilità è diventata una caratteristica vitale di tutti gli elementi dell’infrastruttura militare”, racconta in un’intervista a Wired Taras Chmut, direttore di Come Back Alive, la più grande organizzazione che in Ucraina si occupa di raccogliere fondi e distribuire equipaggiamento militare per l’esercito. “In particolare per quanto riguarda l’assistenza agli F-16”, racconta Chmut. Che ha appena consegnato all’esercito le prime unità mobili di riparazione progettate ad hoc per la manutenzione di questi velivoli. Si tratta in sostanza di officine e centraline montate su camion e concepite per non dare alcun tipo di riferimento ai russi.
“Spostamenti frequenti – anche solo di 1 o 2 chilometri – riducono in modo significativo la probabilità di un attacco. Se il nemico individua la posizione durante il giorno e lancia droni Shahed di notte, il sistema può già trovarsi dall’altra parte dell’aeroporto o addirittura in un’altra regione” racconta il direttore di Come Back Alive. Le unità –sviluppate insieme al complesso statale “Office 61” e con i fondi della compagnia di Stato Ukrnafta – riproducono tutto quello che c’è in un hangar, dall’officina per preparare e ispezionare i missili ai rimorchi per caricare le armi, fino a un camion che fa da centrale di comandi per briefing dei piloti e anche postazioni per farli dormire prima di rimettersi in volo.
Perché gli F-16 sono così importanti
Il tutto dimezzando tempi e personale – da 12 a 4 tecnici a supporto rispetto a un un’unità fissa – e in grado di intervenire in caso di atterraggi d’emergenza. È quella che Chmut definisce una “logistica flessibile, più difficile da individuare, più difficile da distruggere e in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti lungo la linea del fronte”. Sono aerei preziosi per Kyiv, non solo per il costo – ciascun velivolo vale più di 30 milioni di dollari – ma perché fondamentali per il futuro dell’Ucraina, racconta Chmut. “L’F-16 ha un solo motore ma è un caccia leggero multiruolo progettato per una manutenzione rapida, uno spiegamento agile e una piena compatibilità tecnologica con gli standard Nato. Sono esattamente questo tipo di velivoli quelli su cui dobbiamo costruire il futuro della nostra Aeronautica”, spiega. Per ragioni strategiche, ma anche per ragioni meramente pratiche.