Gli occhi del James Webb Space Telescope (Jwst) ci hanno regalato un’altra immagine da record. Sono riusciti, infatti, a immortalare per la prima volta i 4 anelli di polvere, finora solo ipotizzati, che racchiudono due stelle, che appartengono alla rara categoria delle Wolf-Rayet, nel sistema stellare Apep. Non solo: questo sistema, come confermano i nuovi dati del James Webb, sarebbe provvisto di una terza stella, di tipo supergigante, legata gravitazionalmente alle altre due. I nuovi risultati sono stati pubblicati in due studi, entrambi pubblicati sulla rivista The Astrophysical Journal, coordinati da Yinuo Han, ricercatore al Caltech di Pasadena, in California, e da Ryan White, della Macquarie University di Sidney, in Australia.
Gli anelli osservati dal James Webb
Sebbene le prime osservazioni effettuate dal James Webb avessero rilevato un solo anello di polvere e si ipotizzasse l’esistenza di altri gusci esterni, le ricerche effettuate con i telescopi terrestri non erano ancora riuscite a scoprirne nessun altro. “Vedere le nuove osservazioni di Webb è stato come entrare in una stanza buia e accendere la luce: tutto è diventato visibile”, ha commentato Yinuo Han. “C’è polvere ovunque nell’immagine di Webb, e il telescopio mostra che la maggior parte di essa è stata dispersa in strutture ripetitive e prevedibili”. Secondo la nuova immagine catturata dallo strumento Miri (Mid-Infrared Instrument) del James Webb e combinata con i dati del Very Large Telescope (Vlt), infatti, le stelle di Wolf-Rayet, di cui se ne conoscono solo un migliaio su oltre 100 miliardi di stelle della Via Lattea, hanno un periodo orbitale molto lungo, pari a 190 anni, e nel periodo di avvicinamento, che dura 25 anni, i loro forti venti stellari si scontrano e si mescolano, formando ondate di polvere, composta in gran parte da carbonio amorfo. Secondo le nuove stime, i gusci appena immortalati dal James Webb sarebbero stati emessi negli ultimi 700 anni e stanno avanzando verso l’esterno a una velocità compresa tra 2 mila e 3 mila chilometri al secondo.
La terza stella
Nel sistema stellare Apep, inoltre, c’è una terza stella legata gravitazionalmente alle altre due. Sebbene infatti fosse nota già dal 2018 grazie alle osservazioni del Vlt, le osservazioni del James Webb hanno oggi confermato la sua connessione con il sistema. Questo corpo celeste, in particolare, percorrendo la sua orbita “bucherebbe” man mano le nubi di polvere in espansione espulse dalle due stelle di Wolf-Rayet. “Questo è un sistema unico nel suo genere, con un periodo orbitale incredibilmente raro”, ha spiegato White. “La seconda orbita più lunga per un sistema binario Wolf-Rayet ricco di polveri è di circa 30 anni. La maggior parte ha orbite comprese tra due e dieci anni”. La cavità formata dalla terza stella “si trova più o meno nello stesso punto in ogni guscio e sembra un imbuto”, ha aggiunto l’esperto. (Nell’immagine del James Webb tutte e tre le stelle sono mostrate come un unico punto luminoso).
Il futuro di Apep
Le due stelle di Wolf-Rayet, secondo gli esperti, hanno perso gran parte della loro massa, oggi compresa tra 10 e 20 volte quella del Sole, mentre la terza stella, la supergigante appunto, potrebbe essere tra le 40-50 volte più massiccia del Sole. Alla fine, tuttavia, le stelle di Wolf-Rayet esploderanno come supernovae, disperdendo rapidamente il loro materiale nello Spazio ed emettendo, probabilmente, un lampo di raggi gamma, uno degli eventi più energetici dell’Universo, prima di trasformarsi in un buco nero. “Abbiamo risolto diversi misteri con Webb”, ha concluso Han. “Il mistero rimanente è la distanza precisa delle stelle dalla Terra, che richiederà osservazioni future”.



