Seleziona una pagina
lunedì, Mag 04

Gli Stati Uniti continuano ad accusare la Cina di aver creato il coronavirus



Da Wired.it :

Il segretario di Stato Usa Pompeo ha detto che ci sono “enormi prove” sull’origine in laboratorio del virus. Pechino ha contrattaccato accusando gli Usa di voler coprire i loro errori di gestione della crisi

Una manifestante nello stato dell’Oregon negli Usa (foto: John Rudoff/Anadolu Agency via Getty Images)

L’ultimo atto della complessa nuova guerra fredda tra Cina e Usa si combatte tutto sul terreno del coronavirus. Ultimamente gli Stati Uniti di Donald Trump non hanno perso occasione per ribadire e sottolineare le presunte responsabilità cinesi nella genesi della pandemia. L’ultimo affondo è arrivato dal segretario di stato americano, Mike Pompeo, che in un’intervista alla Abc ha dichiarato – dando eco a quella che ad ora è un’acclamata teoria del complotto – che “ci sono enormi prove che il virus sia stato creato in un laboratorio di Wuhane che “la Cina è nota per la sua propensione a infettare il mondo e a usare laboratori scadenti. Non è la prima volta che il mondo viene minacciato dai virus dei laboratori cinesi”.

Sì, ma le prove? Il segretario di stato ha una risposta anche per questo: “Non abbiamo ancora i campioni di virus di cui abbiamo bisogno perché la Cina continua a impedire agli occidentali l’accesso ai laboratori”. Non si sa, per ora, su cosa si basino le prove di cui parla Pompeo – e di cui pochi giorni fa aveva parlato Trump stesso – e non v’è alcuna evidenza che indichi che il virus sia stato rilasciato in maniera più o meno intenzionale da un laboratorio cinese. Il parere della comunità scientifica in proposito rimane abbastanza unanime: la sequenza genetica del Sars-Cov-2 ha tutte le caratteristiche di un virus di origine naturale ed è improbabile che sia frutto di una manipolazione umana.

La risposta del governo cinese

Nessuna dichiarazione ufficiale, ma una lunga controffensiva riportata dal Quotidiano del Popolo, organo di stampa del Partito Comunista cinese. “Pompeo dovrebbe presentare questa cosiddetta prova al mondo e specialmente al pubblico americano che continua a cercare di ingannare. La verità è che il segretario di stato stava solo bluffando: non c’è nulla che dimostri quanto ha detto”, si legge sul giornale.

Gli Usa, inoltre, sono stati accusati anche di una enorme campagna di contro-informazione nei confronti del governo di Pechino al fine “di ostacolare gli sforzi globali nella lotta contro l’epidemia e di minimizzare gli errori della presidenza nella risposta alla diffusione dell’epidemia nel paese”. E per dimostrare le propria teoria, la Cina è ricorsa a esempi celebri: i falsi legami tra al-Qaeda e Saddam Hussein post 11 settembre, per giustificare la guerra in Iraq, o la campagna contro il colosso della telefonia Huawei. “Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali che diffondono queste voci contro il governo cinese danno spazio a un pregiudizio ideologico nei confronti della Cina. Gli Stati Uniti stanno utilizzando la loro influenza politica per raggiungere questo risultato e accreditare questa tesi” ha sottolineato ancora il quotidiano di Pechino.

Le pressioni della Casa Bianca sulla Cia

Per gli Usa trovare prove che dimostrino il coinvolgimento cinese nella diffusione del virus è qualcosa che va al di là del mero aspetto sanitario: è in gioco la credibilità dell’amministrazione Trump. Il presidente degli Usa si sta muovendo su vari fronti per dimostrare la propria tesi. Il primo è stato tagliare i fondi del governo americano destinati ogni anno all’Organizzazione mondiale di sanità (Oms). L’Oms, a suo dire, avrebbe coperto gli errori della Cina e rappresenterebbe uno dei motivi dello scoppio della pandemia del mondo. Il secondo è alimentare una campagna mediatica contro la Cina, rafforzando con dichiarazioni a mezzo stampa le accuse contro il governo di Pechino. L’ultimo, invece, è legato a doppio filo con le indagini condotte dall’intelligence statunitense. In un’inchiesta condotta dal New York Times, è stato dimostrato come il cerchio magico di Trump stia facendo pressioni sugli esperti della Cia per ottenere prove che avvalorino la tesi del virus rilasciato in laboratorio. Il quotidiano ha scritto che “il timore di alcuni analisti dell’intelligence è che le pressioni dei funzionari dell’amministrazione potrebbero distorcere le valutazioni sull’origine del virus e che potrebbero poi essere utilizzate come arma politica in una intensa battaglia con la Cina”. Infatti, secondo le fonti del Times, sono proprio gli esperti della Cia a essere più scettici nei riguardi della teoria di Trump: gli scienziati impiegati in questa ricerca hanno affermato che l’origine del virus può essere solo animale, come nel caso dell’Hiv, di Ebola e della Sars.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]