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martedì, Gen 19

Gli youtuber ai tempi del lockdown: i theShow s’ispirano al Decamerone



Da Wired.it :

Seguendo l’esempio di alcune produzioni web americane, il team si trasferisce in alberghi a conduzione famigliare danneggiati dalla pandemia e dunque bisognosi di essere sostenuti. Il modello è replicabile. Persino da copiare


“Umana cosa è aver compassione degli afflitti: e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto li quali già hanno di conforto avuto mestiere e hannol trovato in alcuni; fra quali, se alcuno mai n’ebbe bisogno o gli fu caro o già ne ricevette piacere, io sono uno di quegli”. 
Dal Decamerone di Giovanni Boccaccio

“Avremmo potuto chiamarlo Thecamerone, ma forse sarebbe stato un po’ di nicchia”. E siccome i theShow, con 3,5 milioni di iscritti al canale YouTube e una media di oltre 20 milioni di visualizzazioni al mese spalmati su un palinsesto di quattro video a settimana, sono tutt’altro che di nicchia, hanno optato per theShowLAND. Che fa un po’ Shondaland, il regno della regina delle serie Shonda Rhimes, ma tant’è. Perché alla fine, non ce ne voglia il marketing, quel che conta è l’idea dietro al nome. E l’idea di Alessio Stigliano e Alessandro Tenace, le radici dei theShow, fini maestri dell’irriverenza formato candid camera ed esperimenti sociali, è semplicemente giusta, anche giustamente semplice: in tempi di lockdown che si sa quando iniziano ma non quando finiscono e di regioni un giorno rosse e un giorno gialle, prendono il gruppo di lavoro – ormai 18 persone tra assunti e collaboratori –, lo caricano su un furgoncino e lo portano in un albergo a conduzione famigliare, previo tampone. Obiettivo numero uno: lavorare (e vivere) in maniera serena in un contesto ampio (altro che monolocale milanese), lasciando fuori lo stress-da-pandemia; obiettivo numero due: aiutare una piccola impresa italiana, che così non resta aperta- ma-vuota. “Per inciso: paghiamo la nostra permanenza lì”, ci tengono a precisare Alessio e Alessandro. Lì sta per l’hotel Candiani, a Casale Monferrato patria dei Krumiri (i biscotti) e del tartufo, il primo quartier generale di theShowLAND, 50 stanze e undicimila metri quadrati trasformati per l’occorrenza in uffici di produzione e montaggio, set per le registrazioni e angoli creativi.

Un po’ Decamerone, un po’ Grande Fratello (“anche se la nostra vita off camera è molto noiosa e per nulla litigiosa”, continuano Alessio e Alessandro), a theShowLAND, come un posto mitico, non esistono le riunioni via Zoom (solo le interviste, come questa), lo smart working ha un altro sapore e per ammazzare il tempo si gioca a biliardino e a ping-pong, perché non serve imparare a fare il pane o cucinare per l’intero palazzo: i pranzi e le cene sono serviti dal ristorante La Torre, che appartiene all’albergo e serve le lasagne alla zucca e gorgonzola che Alessandro si sogna di notte oppure la bagna cauda che Alessio raccomanda.

“Con il primo lockdown il team theShow ha dovuto studiare alternative per continuare a lavorare ognuno da remoto: impresa non semplice, dal momento che girare all’aperto e interagire con persone diverse sono due dei requisiti fondamentali per realizzare i nostri contenuti. Così abbiamo ‘ripiegato’ sugli scherzi telefonici, che alla fine hanno performato bene. In previsione di un nuovo confinamento, ci siamo guardati e ci siamo detti: che cosa facciamo per evitare l’effetto già visto?”. Altra preoccupazione: “E se anche possiamo andare in ufficio, ma qualcuno di noi risulta positivo, poi dobbiamo chiudere e fermare tutto?”. Impossibile per un canale editoriale. La soluzione ispirata ad alcune produzioni web americane: trasferire, dopo gli opportuni tamponi e l’isolamento preventivo, il gruppo in toto in una location ad hoc. Di più: trasferire il gruppo in toto in un contesto danneggiato dalla pandemia e dunque fortemente bisognoso di essere sostenuto. 

TheShowLAND si rivela un’operazione economica e commerciale di successo per entrambi i soggetti coinvolti: l’hotel lavora, i theShow alzano l’asticella creativa, producono video a ciclo continuo: si scrive, si produce, si monta; si scrive, si produce, si monta; si scrive, si produce, si monta… via così, tra una lasagna alla zucca e gorgonzola e un piatto di bagna cauda. Si lavora di più. Ne escono contenuti inediti, come la più grande partita di nascondino di tutti i tempi EEN – Extreme Epic Nascondaino.  
https://www.youtube.com/watch?v=dyjO_JQS4lc

“Il primo lockdown è stato una manna dal cielo per la creatività, del resto da sempre l’uomo isolato e annoiato si ingegna. Qui al Candiani abbiamo fatto semplicemente il contrario: sapevamo che avremmo avuto questo spazio e questo tempo, e ci siamo arrivati preparati per sfruttarli al massimo; non abbiamo improvvisato, non è stata una spinta creativa per effetto della necessità”.

Il modello theShowLAND è indubbiamente replicabile. Persino da copiare. Anzi, copiamolo e copiatelo. Ché il prossimo dpcm, in vigore dal 16 gennaio 2021, conferma la linea dura e proroga lo stato di emergenza fino al 30 aprile. Gli stessi theShow desiderano continuare in altre realtà alberghiere: “Questa potrebbe essere una call to action: quindi, qualunque struttura voglia candidarsi, sappia che noi siamo clienti paganti, non è uno scambio di visibilità, altrimenti non avrebbe senso il discorso di aiutare il settore. Il nostro è stato e sarà un investimento aziendale. Durante una crisi, si può stare fermi o rischiare: noi rischiamo”. 

“E puntiamo sulle produzioni sempre più complesse, come lo è stato il video EEN – Extreme Epic Nascondaino, fortemente esperienziale, dinamico, con una trama di gioco che troverebbe spazio su Amazon Prime e riferimento in Celebrity Hunted. Intanto, cerchiamo poi di far uscire theShow dal canale web: non più solo YouTube, ma anche i servizi di streaming, per esempio, vicini al nostro linguaggio e meno burocratizzati rispetto al sistema televisivo. Per finire, proviamo a esplorare i contenuti a pagamento”. Altro? “Se dovessimo quotarci in borsa, sarete i primi a saperlo, ma ci vorrà ancora un bel po’”.

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[Fonte Wired.it]