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domenica, Gen 15

Good Morning, Vietnam: quando ci fece scoprire Robin Williams



Da Wired.it :

Il 15 gennaio 1988, Good Morning, Vietnam debuttava sul grande schermo per la prima volta. Costato solo 13 milioni di dollari ne avrebbe guadagnati dieci volte tanti ma ciò per cui è ancora oggi ricordato è per aver lanciato definitivamente la carriera di lui: Robin Williams. 
Ma onorare questo piccolo grande film, questa commedia capace di parlarci della Guerra del Vietnam con grande coraggio, significa non solo onorare la memoria di uno dei più grandi comici di tutti i tempi, ma anche la potenza della risata in sé.

Good Morning, Vietnam ancora oggi è infatti un simbolo di quanto l’umorismo sia uno degli strumenti più preziosi per garantire la libertà dell’essere umano, quella più universale, che sopravvive a guerre, alla violenza che detta legge, che è capace di accomunare uomini che la Storia spesso divide. 

Il film giusto al momento giusto

Good Morning, Vietnam era ambientato nel 1965. Da ormai un anno la presenza militare statunitense era diventata sempre più massiccia, con feroci bombardamenti al Nord e l’invio da parte del Presidente Johnson di una forza militare sempre più potente agli ordini del Generale Westmoreland.  I mezzi di comunicazione diventarono protagonisti per la propaganda interna ed esterna da entrambi i lati e la radio ricoprì un ruolo centrale in quel massacro che il cinema avrebbe usato per creare tanti capolavori. 
Anche nella giungla o nelle imbarcazioni che pattugliavano il delta, la voce dai microfoni riportava notizie, canzoni, risate e tanto altro. L’aviatore Adrian Cronauer (Robin Williams) appena arriva a Saigon diventa in breve tempo uno dei più famosi speaker di quel periodo; dalla stazione radio della base grazie a una raffica di imitazioni, gag, parodie e battute molto poco politically correct, intramezzate da musica rock, si fa amare da ogni soldato in Vietnam. 

Tutto questo però gli metterà contro i suoi diretti superiori, il Sergente Dickerson (J. T. Walsh) e il Sottotenente Hauk (Bruno Kirby), assolutamente contrari a qualcosa che sia più di una mera propaganda per le truppe. Good Morning, Vietnam, il saluto con cui Cronauer apriva la sua trasmissione, diventa nel film una sorta di liberazione, il momento in cui tutti avranno una pausa dalla morte che li assedia, da quella guerra che rende tutti, nessuno escluso, privi di un vero libero arbitrio sulle loro vite e rapporti umani. Qualcosa che viveva nell’amicizia atipica e paradossale tra Cronauer e Tuan (Tung Thanh Tra), partigiano vietcong che però dimostrava di apprezzare la coerenza e la genuina bontà verso il prossimo che animavano quello strano americano, immune al fanatismo di tanti altri suoi connazionali. 



[Fonte Wired.it]