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giovedì, Nov 12

Google, 165 aziende chiedono all’Europa di mettere un freno



Da Wired.it :

Compagnie statunitensi, britanniche ed europee scrivono all’Antitrust europea per chiedere un intervento nelle pratiche dei servizi del web

Google
(Foto: Getty Images)

Google di nuovo al centro delle polemiche per la posizione dominante nell’ambito delle ricerche su internet. Secondo quanto riportato da Reuters, un gruppo di 165 aziende internazionali che propongono diversi servizi via web hanno inviato una lettera congiunta all’Antitrust europea per chiedere un rapido e severo intervento per frenare le pratiche anticoncorrenziali di Big G.

Si tratta di compagnie statunitensi, britanniche ed europee, che nella loro richiesta inviata alla vicepresidente esecutiva della Commissione, Margrethe Vestager, segnalano in particolare che il colosso di Mountain View approfitta della sua posizione dominante nel settore dei motori di ricerca per promuovere i suoi servizi a scapito di quelli offerti da altre piattaforme e aziende, soprattutto nei settori dei viaggi, delle offerte di lavoro o per la prenotazione di alberghi.

L’accusa non è nuova. Già in passato singole piattaforme avevano segnalato pratiche sleali da parte di Google nel privilegiare alcuni risultati rispetto ad altri sulla base di accordi tra le compagnie. Ma questa è la prima volta che un numero così nutrito di aziende si muove compatto per chiedere un intervento.

Nel complesso si tratta di 165 compagnie, che offrono diversi servizi online, e di una trentina di associazioni di categoria. E tra le aziende ci sono, per esempio, piattaforme come il servizio di prenotazioni americano Yelp, i portali di prenotazione viaggi Expedia e Trivago, o i comparatori di prezzi britannici Kelkoo e Foundem, molti dei quali sono sempre stati piuttosto critici con le pratiche di Google sui risultati delle ricerche.

Al centro della polemica questa volta c’è l’uso dei riquadri che il motore di ricerca utilizza per raggruppare i risultati, i cosiddetti OneBoxes. Secondo le compagnie, “tramite l’uso esclusivo delle OneBoxes, Google trattiene gli utenti all’interno del proprio servizio di ricerca e impedisce loro di visitare servizi concorrenti e spesso più rilevanti”, riporta ancora Reuters.

Le compagnie firmatarie chiedono alle autorità per la concorrenza europee di intervenire al più presto per regolamentare questo quadro, perché le nuove regole per limitare i comportamenti anticoncorrenziali previsti dal Digital Markets Act in discussione a Bruxelles impiegherebbero troppo tempo prima di essere operative.

Dal canto suo, la Commissione, che sta lavorando su un pacchetto di norme per limitare il peso delle big tech in ambito europeo, presenterà una prima bozza della proposta a inizio dicembre. Va ricordato anche che l’antitrust europea, sempre sotto la guida di Margrethe Vestager, in passato ha comminato a Google una serie di multe per 8,25 miliardi di euro in merito a diverse questioni, tra cui proprio quelle relative a comportamenti anticoncorrenziali nell’ambito delle ricerche online.

Alle accuse replica un portavoce di Mountain View: “Le persone si aspettano da Google i risultati di ricerca più rilevanti e di qualità, risultati di cui si possano fidare. Non si aspettano che diamo preferenza a specifiche aziende o tra concorrenti commerciali, né che interrompiamo l’offerta di servizi utili che permettono una maggiore scelta e competizione in Europa.”

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[Fonte Wired.it]