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Da Wired.it :

Google dice basta ai deepfake – le immagini e i video ingannevoli generati dall’intelligenza artificiale – con l’aggiornamento della funzione “Informazioni su questa immagine”, che fornisce agli utenti dati utili per verificare la veridicità di qualunque foto presente in rete. Dopo aver lanciato l’opzione a maggio, infatti, ora il colosso tecnologico ha deciso di aggiungerla al suo motore di ricerca, così da combattere la diffusione dei contenuti fake e preservare la sicurezza degli utenti. Questo significa che ora potrete conoscere tutti i dettagli specifici delle immagini che vi compaiono nei risultati di ricerca semplicemente cliccando sui tre punti che compaiono nell’angolo in alto a destra di ogni singola foto.

Con questo semplice passaggio potrete “vedere quando un’immagine o immagini simili potrebbero essere state viste per la prima volta dalla Ricerca Google, e se sono state pubblicate molto prima su altre pagine web”, oppure sapere come i siti utilizzano e descrivono la foto di vostro interesse. Inoltre, per supportare gli utenti nell’identificare i deepfake, Google consente anche di visualizzare i metadati aggiunti ad un’immagine, “inclusi i campi che potrebbero indicare che è stata generata o migliorata dall’intelligenza artificiale”. In questo modo, sarà impossibile confondere una foto reale con una generata dall’AI. Ammesso che il proprietario dell’immagine abbia inserito correttamente i metadati, sia chiaro.

In ogni caso, Google afferma che qualunque immagine creata con gli strumenti AI di sua proprietà presenterà tutti i metadati che aiuteranno gli utenti a riconoscere i contenuti come non reali. Così facendo, il colosso tecnologico cerca di contenere quanto più possibile la diffusione dei deepfake, supportando utenti e giornalisti nella ricerca di immagini veritiere. Allo stesso modo, però, Google è anche a lavoro su una funzione che utilizzerà l’intelligenza artificiale per aiutare gli utenti a effettuare ricerche ben mirate su argomenti di nicchia o siti poco conosciuti. Questo perché, nonostante il lavoro dell’AI generativa possa risultare pericoloso per gli utenti, allo stesso modo si rivela incredibilmente utile.



[Fonte Wired.it]