Seleziona una pagina
mercoledì, Ott 07

Google, Amazon, Facebook e Apple sono monopoli: lo dice l’Antitrust Usa



Da Wired.it :

L’autorità prospetta un intervento che va verso lo scorporo delle piattaforme, la frammentazione dei servizi e multe più salate

(Photo by Chesnot/Getty Images)

L’atteso rapporto dalle autorità americane sul potere dei colossi del web, e in particolare dei famosi Gafa – acronimo usato in Francia per identificare insieme Google, Amazon, Facebook e Apple – è finalmente arrivato e si tratta di un atto d’accusa pesante. Dopo quasi un anno e mezzo di indagini, la sottocommissione antitrust della Camera ha prodotto un documento dettagliato in cui rileva da parte delle Big tech comportamenti di tipo monopolistico in diversi ambiti e delinea interventi di scorporo, di blocco a nuove acquisizioni e un maggiore controllo con possibilità di nuove multe da parte delle autorità di supervisione.

Insomma, questa volta l’Antitrust mette nero su bianco in 449 pagine la necessità di porre un argine al dilagante potere dei quattro big tecnologici, che da soli raggiungono oltre 5mila miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa. Secondo quanto emerge dal documento, sottoscritto all’unanimità dalla maggioranza democratica dei rappresentati ma con qualche dubbio in più da parte dei repubblicani, meno inclini alle misure drastiche di scorporo delle aziende, nel complesso Google, Amazon, Facebook e Apple hanno nel tempo approfittato del loro potere per schiacciare in vari modi la concorrenza.

Più in dettaglio, tra le proposte rivolte ora al Congresso ci sono interventi che vanno verso la possibilità di ridefinire l’attuale struttura delle piattaforme, così da impedire che le società abbiano il controllo di altre piattaforme che si inscrivono nella stessa area di business. In concreto questo potrebbe portare, per esempio, alla separazione di Youtube da Google, o di Instagram, WhatsApp e Facebook. Su questo fronte, la linea di intervento indicata è la stesa che negli anni trenta aveva portato alla separazione delle banche di investimento da quelle commerciali.

Oltre alla riorganizzazione interna, ai Big Four potrebbe essere impedito di compiere nuove acquisizioni di altre società nel settore di riferimento, questo per evitare che la concorrenza venga inglobata da gruppi maggiori. Altro nodo centrale è impedire che le piattaforme dominanti privilegino i propri prodotti a scapito di quelli dei partner commerciali approfittando della propria posizione di dominio. Questo tocca in particolare il potere di Amazon nel settore dell’ecommerce, accusato di agire da monopolista nei confronti dei venditori che lavorano con i suoi marketplace.

Allo stesso modo, Google è accusata di monopolizzare soprattutto il settore della pubblicità e delle ricerche online, anche tramite l’imposizione del proprio motore di ricerca. Proprio su questo punto, tra l’altro, si attende a breve un pronunciamento da parte del Dipartimento di Giustizia americano per comportamenti anticoncorrenziali. Dal canto suo Apple è accusata di monopolio per via delle politiche commerciali che impongono commissioni del 30% sugli acquisti nel suo App Store, una questione che negli ultimi mesi è tornata alla ribalta nello scontro giudiziario con le aziende Epic Games e Spotify.

Per quanto riguarda Facebook, invece, ciclicamente sul banco degli imputati negli Stati Uniti da ormai più di sei anni a questa parte per diverse vicende, la commissione accusa la piattaforma di abusare della propria posizione nel settore dei social network e della pubblicità.

Tra gli altri suggerimenti prospettati dalla commissione c’è anche la richiesta che questi colossi rendano i propri prodotti compatibili con quelli della concorrenza, così da dare maggiore possibilità di scelta agli utenti. Infine, per quanto riguarda il controllo da parte delle autorità, nel documento si chiede un maggiore potere nel comminare multe e maggiori stanziamenti da destinare alla Federal Trade Commission e all’Antitrust per poter combattere i comportamenti monopolistici delle aziende.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]