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giovedì, Lug 30

Google, Amazon, Facebook e Apple sono sotto esame al Congresso Usa



Da Wired.it :

Per la prima volta i ceo delle quattro aziende dovranno difendersi insieme a un’audizione antitrust convocata al Congresso: sono accusati di aver adottato pratiche non concorrenziali per imporsi sul mercato

(foto: Denis Charlet/Afp/Getty Images)

Google, Amazon, Facebook e Apple si presenteranno il 29 luglio al Congresso degli Stati Uniti per rispondere delle accuse di aver attuato pratiche anti concorrenziali con lo scopo di ritagliarsi una posizione dominante nel mercato hi-tech a discapito di altre aziende concorrenti. L’audizione si terrà in video conferenza e verrà presieduta da 12 membri, guidati dal repubblicano David Cicilline, che faranno domande ai quattro ceo delle società cercando di capire se e in che modo hanno aggirato le norme di antitrust negli Stati Uniti. Sul sito del comitato giudiziario della Camera, sono disponibili già delle prime anticipazioni dei discorsi che terranno le aziende e da cui è possibile intuire le rispettive linee difensive. Al netto di qualche variazione relativa al proprio caso specifico, le quattro aziende hanno deciso di puntare su un argomento comune: la forte concorrenza che ciascun di loro, nel proprio campo d’azione, deve affrontare vista la presenza di numerosi competitor. È la prima volta, inoltre, che le quattro big tech vengono convocate insieme al Congresso.

Le linee difensive

A fare il punto sulle argomentazioni delle società è TechCruch che spiega come Jeff Bezos di Amazon abbia intenzione di sottolineare quanto il suo sito di e-commerce rappresenti un’importante risorsa, in veste di rivenditore, per le piccole e medie aziende nazionali. Una condizione che ha creato oltre 2 milioni di posti di lavoro negli ultimi anni. A questo si aggiungeranno anche altri dettagli sulla propria posizione sul mercato: Amazon, secondo Bezos, rappresenta meno dell’1% del mercato al dettaglio globale e meno del 4% di quello americano. Deve inoltre, affrontare la concorrenza di grandi catene come Walmart o di altre piattaforme come Shopify e Instacart.

Stesso approccio per Tim Cook di Apple. Anche il ceo dell’azienda di Cupertino sostiene che la società abbia contribuito a creare milioni di posti di lavoro negli Usa – “oltre 1,9 milioni di posti di lavoro in tutti i 50 stati”, sottolinea – e che la presenza di Samsung, Google, Lg e Huawei renda impossibile avere una quota dominante in tutti i mercati in cui vende i propri prodotti.

Spirito patriottico e orgoglio americano sono invece i perni della difesa articolata da Facebook e Google. Mark Zuckerberg spiegherà che la sua è “un’azienda statunitense, orgogliosa di esserlo” e che l’acquisizione di società come WhatsApp e Instagram abbia solo migliorato i servizi forniti, senza minare la concorrenza delle altre aziende. Anzi per il ceo, la Cina e la sua industria tecnologica sono dominanti e rappresentano anche un fattore di rischio perché “Pechino sta costruendo una propria internet parallela basata su idee molto diverse dalle nostre che stanno venendo esportate anche in altri paesi”.

Sundar Pichai di Google, infine, contesterà le accuse che descrivono la Big G come fortemente dominante nel campo della pubblicità online e degli algoritmi di ricerca. Pichai dirà, infatti, che gli inserzionisti hanno “una grande scelta” tra le varie piattaforme social, come  Twitter, Instagram, Pinterest e Comcast, e ciò ha portato a una diminuzione dei costi pubblicitari del 40% negli ultimi dieci anni. Anche come motore di ricerca, sempre secondo la linea difensiva, non si può più parlare di monopolio per Google: Alexa, Twitter, WhatsApp, SnapChat e Pinterest sono diventate fonti di informazione alternative e per le informazioni relative ai prodotti i consumatori si rivolgono a siti di e-ecommerce come Amazon, eBay e Walmart.

 

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[Fonte Wired.it]