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mercoledì, Set 25

Google, i lavoratori dei fornitori vogliono fondare un sindacato tech


Circa 80 lavoratori dell’azienda Hcl Technology, appaltatrice di Google, vogliono formare un sindacato per rivendicare maggiore equità di trattamento

(Photo by Carsten Koall/Getty Images)

Le ultime battaglie del sindacato degli youtuber stanno facendo scuola in Google. Il 24 settembre 80 lavoratori a contratto nella città di Pittsburgh assunti dall’azienda Hcl Technologies per conto del colosso di Mountain View hanno votato per unirsi a formare un sindacato dei lavoratori nel settore tecnologico e allearsi con lo United Steelworkers, tra i più importanti sindacati generali degli Stati Uniti, che conta quasi 850mila iscritti.

La mossa rappresenta una sorta di unicum nel suo genere, ed è certamente tra i primi casi in cui i lavoratori tecnologici decidono di dare vita a un sindacato di categoria. In questo caso, la ragione riguarda il fatto che molti dei dipendenti di Hcl Technologies, appaltatrice di Google per quanto riguarda alcuni settori strategici, si trovano a lavorare fianco a fianco con i colleghi assunti direttamente da Big G senza però poter accedere alle stesse garanzie o tipologie contrattuali.

Per dare voce a questa disuguaglianza di trattamento hanno quindi deciso di sindacalizzarsi. “Meritiamo rispetto, dignità e democrazia nella nostra relazione con i datori di lavoro. Ci siamo battuti per avere contratti che riflettessero il nostro importante contributo al successo continuo di Hcl”, si legge nelle parole di uno dei promotori di questa decisione, riportate nella nota pubblicata da United Steelworkers.

Tra le rivendicazioni degli 80 lavoratori di Pittsburgh, sostenuti anche dalla Pittsburgh Association of Technical Professionals, c’è la volontà di creare una rete di interazioni tra diversi lavoratori del settore, così da potersi muovere in modo unitario quando devono interagire con i colossi tecnologici, sempre più inclini ad esternalizzare parte del loro lavoro ad aziende appaltatrici che non garantiscono le stesse tutele e gli stessi diritti, come nel caso dei dipendenti impiegati nell’analisi dati per software di intelligenza artificiale.

Inoltre, non è la prima volta che la questione delle differenze di trattamento tra i dipendenti assunti da Google e quelle dei lavoratori assunti da società terze viene sollevata all’interno del colosso tecnologico. Il numero dei lavoratori esternalizzati è ormai superiore rispetto a quello degli impiegati assunti direttamente dalla compagnia, e la solidarietà comincia a farsi sentire. Lo scorso aprile, per esempio, oltre 900 dipendenti di Google avevano firmato una petizione in sostegno dei lavoratori che stavano lavorando all’assistente vocale Google assistant e avevano perso il lavoro.

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