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giovedì, Ott 13

Google Pixel 7 e 7 Pro: non sottovalutateli soprattutto a questo prezzo! La recensione

da Hardware Upgrade :

Ci eravamo lasciati lo scorso anno con una domanda ossia se Google fosse in grado di competere con i maggiori produttori di smartphone. Abbiamo visto nel corso degli anni importanti cambi di strategia sui suoi device. Cambi che non hanno portato l’azienda a poter impensierire veramente i più grandi come Apple e Samsung. La Google dei vecchi Nexus e ora dei nuovi Pixel ha sempre catturato l’attenzione di un’utenza più nerd e ricercata ossia chi cercava smartphone da ”smanettoni” capaci di differenziarsi dagli altri per precise scelte hardware o anche per un’estetica estrema. 

Il successo di questi device non è stato supportato da numeri importanti ma di fatto ha sempre permesso a Google di portare avanti le proprie idee in fatto di smartphone e mantenere attivo comunque il suo nome anche in questo campo e non solo come fautrice del sistema operativo mobile più utilizzato al mondo. E proprio questo ha permesso di intraprendere la giusta strada che ha visto un passaggio fondamentale proprio lo scorso anno con i Google Pixel 6 e 6 Pro che per la prima volta hanno inglobato un processore proprietario ossia realizzato da Samsung ma in esclusiva per Google. 

[HWUVIDEO=”3298″]GOOGLE Pixel 7 e 7 Pro: CHE SPETTACOLO! Recensione[/HWUVIDEO]

A distanza di un anno ecco lo step successivo ossia i Google Pixel 7 e 7 Pro: due smartphone che non rivoluzionano la precedente generazione ma che permettono all’azienda di Mountain View di posizionarsi sul mercato in modo ancora più preciso ma soprattutto più incisivo visto che a differenza di altri competitor i Pixel ultimi arrivati vengono proposti allo stesso prezzo dei precedenti. Una differenza importante soprattutto di questi tempi.  

Piccole ma importanti differenze per i Google Pixel 7 e 7 Pro riguardano innanzitutto il design con una finitura più premium a partire dalla barra ospitante il comparto fotografico. Nuovo anche il processore, il Tensor G2, ora più prestante ed efficiente rispetto a quello dello scorso anno. E poi ancora nuove funzionalità software con Android 13 che sfruttano il chip Tensor personalizzato di Google. Un display che può spingersi fino ai 120Hz per la versione Pro e ancora un comparto fotografico di tutto rispetto con un sensore teleobiettivo a periscopio sempre per il Pixel 7 Pro capace di zoom ad alta definizione fino a 30x. E poi finalmente diverse colorazioni anche in Italia tra cui il nuovo Verde Cedro per il Pixel 7 o ancora il Grigio Verde per il Pixel 7 Pro. 

Vediamo allora effettivamente come si comportano sul campo questi nuovi Google Pixel pieni di nuove funzionalità soprattutto a livello di sistema operativo. 

Indice

Google Pixel 7 e 7 Pro: Prezzo e Promo lancio

  • Google Pixel 7  

    • 8GB+128GB: 649€ – Colore Nero Ossidiana, Bianco Ghiaccio e Verde Cedro
    • 8GB+256GB: 749€ – Colore Nero Ossidiana, Bianco Ghiaccio e Verde Cedro
    • 12GB+128GB: 899€ – Colore Nero Ossidiana, Bianco Ghiaccio e Verde Grigio
    • 12GB+256GB: 999€ – Colore Nero Ossidiana, Bianco Ghiaccio e Verde Grigio

UNBOXING

Le scatole di vendita dei Google Pixel 7 e 7 Pro sono identiche tra di loro e anche rispetto a quelle dello scorso anno. Posseggono qualche differenza a livello dimensionale. Sono scatole più compatte rispetto a quelle di due anni fa e questo sostanzialmente perché, come altri brand, anche Google non inserisce più il caricabatterie. 

Telefoni in primo piano e sotto sono presenti ancora: un cavo di ricarica da USB-C a USB-C, uno strumento di espulsione della SIM, la documentazione e un “adattatore di trasferimento rapido”. Ciò consentirà di collegare un cavo USB-A al Pixel per trasferire i dati da un altro dispositivo Android o iOS.

Abbiamo avuto modo anche di provare le custodie ufficiali Google. In questo caso le scatole sono ancora più piccole e vedono la presenza della sola cover in silicone rigido che permette di coprire in modo completo ed esaustivo gli smartphone con l’accortezza anche di custodire bene la cornice evitando graffi o eventuali rotture da cadute. Sono cover molto ben fatte, poco ingombranti ma fortemente protettive. 

DESIGN: sempre più premium

Google decide di portare avanti il design visto con i Pixel 6 e 6 Pro e caratterizzato da un’appariscente ed originale fascia sul retro dove posiziona il comparto fotografico. È una scelta che in qualche modo premia l’azienda di Mountain View perché la rende coerente con il passato e con quella che è effettivamente l’idea di design di Google ossia estrema e spinta rispetto a quanto fatto vedere dagli altri concorrenti. Google Pixel 7 e 7 Pro sono entrambi fortemente premium, quest’anno di più rispetto alla passata generazione soprattutto il Pixel 7 che abbandona il policarbonato premiando gli utenti con una cornice in alluminio, più bella e resistente. 

Non c’è più il bicolore sul retro: Pixel 7 Pro si può acquistare in nero ossidiana, bianco ghiaccio o grigio verde mentre il Pixel 7 viene proposto in nero ossidiana, bianco ghiaccio o verde cedro. A cambiare colore ma anche materiale è invece la grossa fascia dove vengono posizionate le fotocamere al posteriore: niente più vetro se non solo sui sensori fotografici, ma ora alluminio in colorazione tale da creare contrasto con la tinta della back cover dello smartphone. E visto che parliamo di fascia del comparto fotografico la differenza tra il Pixel 7 e il 7 Pro sta anche nella presenza di un triplo sensore per la versione Pro (principale da 50 MP, una ultrawide da 12 MP e la fotocamera periscopio da 48 MP con zoom ottico) e di un doppio sensore per il Pixel 7 (principale da 50 MP, una ultrawide da 12 MP).  

Il design dei Pixel, come detto, è ora più elegante e sofisticato rispetto a prima con la parte posteriore in vetro e la barra della fotocamera rivestita completamente in alluminio. Pixel 7 Pro ha una finitura in alluminio lucidato mentre Pixel 7 ha una finitura in alluminio opaco. E ci piace sottolineare che entrambi gli smartphone sono stati pensati e realizzati da Google con un occhio di riguardo verso l’ambiente visto che utilizzano materiali riciclati. Resistenza presente anche sull’anteriore con un vetro 3D in Gorilla Glass Victus, ossia il pannello più resistente mai realizzato da Corning, con una curvatura uniforme e meno spinta rispetto a prima sui bordi del telaio del Pixel 7 Pro. Rimane invece completamente ”flat” su quello del Pixel 7 permettendo una resistenza ai graffi fino a 2 volte maggiore rispetto al Gorilla Glass 3 dei Pixel del passato.

A livello dimensionale i due smartphone si differenziano e non di poco: il nuovo Google Pixel 7 Pro misura 162,9 x 76,6 x 8,9 mm (compresa la gobba della fotocamera) con un peso di 212 grammi ossia solo 2 grammi in più rispetto allo scorso anno anche se effettivamente in mano sembra pesare meno, segno di un equilibrio interno dei componenti migliore. Google Pixel 7 invece misura 155,6 x 73,2 x 8,7 mm con un peso di 197 grammi ossia 10 grammi in meno di Pixel 6 che si fanno sentire e come in mano. 

Ci piace molto sottolineare il fatto che utilizzati quotidianamente i due smartphone tendono a rimanere ancora più stabili e comodi rispetto a quanto accadeva lo scorso anno con la precedente generazione. Si fa forse sentire un po’ di più quest’anno la cornice che crea un piccolo gradino leggermente in rilievo rispetto a quanto Google aveva fatto con i Pixel 6 e 6 Pro ma di fatto sono comodi soprattutto il Pixel 7 che rimane davvero il migliore in termini di compattezza tra i due. 

Non si può negare che Pixel 7 Pro sia importante a livello di dimensioni soprattutto con il suo display edge-to-edge da 6,7″ ma comunque in linea praticamente con altri top di gamma della concorrenza che vedono più o meno le medesime dimensioni. Gli angoli arrotondati si mantengono anche qui un po’ più squadrati del solito per un aspetto più audace rispetto ad altri device della concorrenza e rispetto anche agli angoli più arrotondati della gamma Pixel del passato. 

Nella parte superiore del display dei due Pixel c’è un foro centrale che ospita la fotocamera da 10,8 MP e c’è anche una sottile fessura sul bordo superiore del vetro dove è alloggiato l’altoparlante e la capsula auricolare. Sul lato inferiore invece sono presenti una porta USB-C, i fori per il microfono e l’altoparlante. Fin dai tempi del Google Pixel 2, l’azienda di Mountain View ha sempre ”accentuato” il tasto di accensione con colori sgargianti, come un punto fermo del marchio Pixel. Con il Pixel 6 e 6 Pro invece questa cosa è scomparsa e non abbiamo capito se la volontà di Google sia stata quella di porre una certa eleganza ai device. Con i Pixel 7 e 7 Pro tutto ciò è stato nuovamente mantenuto e di certo l’aggiunta di colori accesi un po’ manca a chi piaceva vedere nei Pixel quel particolare capace di far riconoscere subito il device. Poco male perché comunque i tasti risultano sempre molto rigidi ed emettono un suono soddisfacente e scattante quando vengono premuti. Sul lato sinistro non ce ne sono e il lato è completamente libero se non per la presenza del vassoio della nanoSIM anche se gli smartphone sono dual SIM con la seconda virtuale eSIM. 

Google Pixel 7 e 7 Pro posseggono una tipica configurazione a doppio altoparlante: un altoparlante è a fuoco basso e l’altro funge anche da altoparlante durante la chiamata. Il volume e l’audio? Assolutamente buoni anche se non completamente corposo come ci si potrebbe attendere da uno smartphone premium. Manca leggermente di bassi ma è invece molto forte e suona bene per quanto riguarda il volume. C’è veramente poca distorsione ai massimi volumi, mentre i medi e gli alti risultano un pochino metallici durante la riproduzione di musica.  

DISPLAY: in linea con le aspettative (e c’è il 120Hz)

I display dei due Google Pixel 7 e 7 Pro sono differenti per tecnologia e per dimensione. Sappiate però che a livello di percezione il risultato sarà comune ossia i contenuti saranno ben visibili e quanto mai immersivi. 

Da una parte c’è il display del Pixel 7 Pro ossia un pannello AMOLED LTPO di fascia alta. La diagonale è da 6,7″ ma soprattutto si propone con una frequenza di aggiornamento adattiva fino a 120 Hz tale da potersi ridurre automaticamente fino a 10 Hz per risparmiare energia e quindi batteria nel caso di contenuto graficamente poco incisivo. Un pannello con una risoluzione QHD+ di 1440 x 3120 pixel di risoluzione, con una densità di pixel pari a 512ppi e un aspect ratio pari a 19,5:9. Un display che supporta anche contenuti HDR10 e profondità di colore a 24 bit.

Il pannello del Google Pixel 7 invece vede una diagonale da 6,3” di tipo OLED e con una risoluzione Full HD+ da 1080 x 2400 pixel e 416 PPI di densità di pixel. In questo caso la differenza con il Pro non è solo nella dimensione e nella risoluzione ma anche nella frequenza di aggiornamento adattiva che può raggiungere al massimo i 90Hz. Qui però il pannello può permettersi di ridurre automaticamente fino a 60 Hz per risparmiare energia e quindi batteria nel caso di contenuto graficamente poco incisivo e non fino ai 10Hz come invece è possibile sul pannello del Pixel 7 Pro. C’è comunque il supporto all’HDR10 e profondità di colore a 24 bit. 

Ci sono due modalità colore preimpostate su Pixel 7 e 7 Pro. La modalità colore predefinita “Adattivi” basata sullo spazio colore DCI-P3 e poi una modalità colore “Naturali” basata sulla precisione dello standard sRGB. Manca invece quest’anno una modalità “Migliorati” che era una versione leggermente più satura del profilo Naturale. Non esiste una regolazione avanzata della modalità colore ma è possibile modificare la modalità di risoluzione del display. Ciò semplifica le cose per l’utente permettendo comunque a quest’ultimo di poter passare dalle risoluzioni Full HD+ a quelle QHD+. Impossibile chiaramente per il display del Pixel 7 che è un pannello Full HD+ e non potrà modificare la risoluzione. 

Il sensore delle impronte digitali è posto al di sotto del display. Avevamo visto come con il Pixel 6 e 6 Pro dello scorso anno alcuni utenti si erano lamentati alla sua uscita di una particolare lentezza con la quale avveniva lo sblocco. In tal senso non avevamo riscontrato tali problemi sui nostri Pixel 6 e 6 Pro che si sbloccavano velocemente anche se lo sblocco non era forse tra i più veloci sul mercato. Qualche tentennamento ogni tanto nel riconoscimento c’era ma diciamo che non avevamo avuto problemi di sorta. Quest’anno i Pixel 7 e 7 Pro sono migliorati da questo punto di vista con sensori più veloci e sembra anche con una superficie maggiore di contatto. Questo implica facilità nello sblocco dello smartphone ma allo stesso tempo anche maggiore sicurezza per l’utente finale. 

Analisi tecnica – Google Pixel 7 e 7 Pro

Bilanciamento RGB
Bilanciamento RGB

Curva di Gamma
Curva di gamma

Gamut
Gamut

DeltaE
DeltaE

Gamma HDR
DeltaE

Impostando la modalità colore in “Naturale” registriamo per Google Pixel
7 Pro un quadro abbastanza positivo: pur presentando qualche piccola
imprecisione, queste sono poco rilevanti e non pregiudicano
sostanzialmente la resa d’immagine. Il bilanciamento della scala di grigi
mosta una buona neutralità fino al 70% circa della scala, successivamente
si nota una leggera eccedenza di verde, ma in misura tale da non
presentare significative dominanti percepibili ad occhio nudo. La curva di
gamma descrive una valida progressione tonale
, anche se con toni medi
lievissimamente più in evidenza rispetto al riferimento. La luminanza
massima registrata è di 610 candele su metro quadro, che arrivano a 1300
candele su metro quadro in condizioni di forte luminosità ambientale (qui
simulato andando a colpire il sensore di luminosità ambiente con un
illuminatore LED). Con la modalità colore “Naturale” il gamut rilevato va
a coprire in maniera quasi impeccabile il riferimento sRGB
, mentre con la
modalità “Adattiva” si registra un lieve incremento della saturazione
generale, con un triangolo di gamut che va a coprire l’80% circa dello
spazio colore DCI-P3. Abbastanza buona anche la fedeltà cromatica, con la
maggior parte dei campioni che restano sotto il livello di guardia di
DeltaE 3. Infine un breve sguardo del comportamento della luminanza in
modalità HDR, con il rilevamento della curva di gamma: in questo caso
vediamo una luminanza massima di poco superiore alle 1000 candele su metro
quadro, che superano i 1500 nits in condizioni di forte luminosità
ambientale.

Bilanciamento RGB
Bilanciamento RGB

Curva di Gamma
Curva di gamma

Gamut
Gamut

DeltaE
DeltaE

Gamma HDR
DeltaE

Le misure effettuate su Pixel 7 hanno permesso di rilevare un quadro non
così dissimile rispetto a quanto registrato con il fratello maggiore. Le
differenze sonstanziali si ritrovano nella luminanza massima del bianco,
488 candele su metro quadro in SDR e 1000 in HDR (che si spingono
rispettivamente a 1250 e 1400 nits quando lo schermo è colpito da intensa
illuminazione), e nella fedeltà cromatica dove si registra un
comportamento nel complesso più accurato. 

HARDWARE: c’è il nuovo Google Tensor G2

Una delle novità più importanti dei Google Pixel 6 e 6 Pro riguardava lo scorso anno l’hardware. Gli smartphone infatti possedevano il nuovissimo e proprietario chipset Tensor di prima generazione di Google. Sviluppato e prodotto in collaborazione con Samsung, prospettava sulla CPU un aumento delle prestazioni dell’80% più veloci e prestazioni della GPU del 370% più veloci rispetto al Qualcomm Snapdragon 765G che si aveva con il passato Google Pixel 5. Per il 2022 l’azienda di Mountain View ha deciso di fare di meglio è ha sviluppato il nuovo Google Tensor G2 ossia la seconda versione del processore fatto in casa che dovrebbe permettere sulla carta miglioramenti a livello di potenza ma anche e soprattutto di efficienza. 

Avevamo visto come dal 2017 Google avesse lavorato in gran segreto alla creazione di un chipset personalizzato per i Pixel pronto a porlo davanti alla concorrenza in termini di apprendimento automatico e fotografia computazionale. Tensor integra dalla sua prima generazione diverse unità di elaborazione pronte a gestire istruzioni dal software in modo armonioso. Ad esempio, l’app Google Lens deve inviare istruzioni a CPU, GPU, ISP e TPU (Tensor Processing Unit) per restituire un risultato.

L’approccio di Google a questo chipset è diverso dagli altri ma simile a quello dello scorso anno. Sappiate infatti che possiede una conformazione 2+2+4 core. Tensor G2 è infatti composto da due potenti core Cortex-X1 con un clock massimo di 2,85 GHz, una coppia di core Cortex-A78 a 2,35 Ghz e un cluster quad-core a bassa potenza di Cortex-A55 con clock a 1,8 GHz. Tensor G2 di Google ha ottimizzato i doppi core X1 per gestire le attività di livello estremo utilizzando una parte del carico di lavoro in modo più efficiente piuttosto che massimizzare i core medi. Per la grafica, c’è invece una nuova Mali G710 MP07 a 16 core. Questa TPU all’interno del chip Tensor ha un motore di apprendimento automatico. Questo componente del chip Tensor gestisce le nuove funzionalità della fotocamera, tra cui l’algoritmo HDRnet per le riprese video e un modello linguistico aggiornato utilizzato dall’Assistente Google che consente una migliore velocità e precisione di traduzione. Non solo perché il chip Tensor è in grado di funzionare con altre parti del chipset come l’ISP o la CPU per eseguire attività utilizzando meno energia. C’è anche un “Hub contestuale” che gestisce attività in background o “esperienze ambientali” come il display sempre attivo e le funzionalità Now Playing senza prosciugare la potenza.













OS (al lancio)

Android 13

Processore

Google Tensor G2

2 x Cortex X1 @ 2,85 GHz

2 x Cortex A78 @ 2,35 GHz

4 x Cortex A55 @ 1,8 GHz

RAM 8 GB LPDDR5 12 GB LPDDR5
Display AMOLED 6,3″ (20:9, 416 PPI) LTPO 6,7″ (19,5:9, 512 PPI)
Risoluzione 2400 x 1080 – 90Hz 3120 x 1440 – 120Hz
Storage 128/256 GB UFS 3.1 128/256/512GB UFS 3.1
Fotocamere

Retro:

50 MP (f/1.85 – 1.2 μm – 82° – 1/1.31″) + 12 MP (f/2.2 – 1.25 μm – 114°)

Flash Dual-LED

Video 4K @ 60 fps

Fronte:

10.8 MP f/2.2

Video 4K @ fps

Retro:

50 MP (f/1.85 – 1.2 μm – 82° – 1/1.31″) +

12 MP (f/2.2 – 1.25 μm – 114°) +

48 MP (f/3.5 – 0.7 μm – 114°)

Flash Dual-LED

Video 4K @ 60 fps

Fronte:

10.8 MP f/2.2

Video 4K @ fps

Extra

5G – Wi-Fi 6E

Bluetooth 5.0

NFC

Sensore impronte sul display

Dual SIM – eSIM

5G – Wi-Fi 6E

Bluetooth 5.0


NFC

Sensore impronte sul display

Dual SIM – eSIM

Porte

USB-C 3.2 Gen 2

Batteria 4.335 mAh

Ricarica rapida
5.000 mAh

Ricarica rapida
Dimensioni 155,6 x 73,2 x 8,7 mm 162,9x 76,6 x 8,9 mm
Peso 197 gr 212 gr

Come visto lo scorso anno Google ha realizzato questo chip Tensor G2 con la volontà di far lavorare tutti i componenti all’interno in modo simultaneo ed efficiente anziché ottimizzare la velocità di picco. Ecco perché nei benchmark non troverete valori di picco elevatissimi ma il chip permetterà di avere prestazioni più efficienti delle attività simultanee delle app, della trascrizione della lingua e della traduzione. Effettivamente mettendoli alla prova lato benchmark abbiamo visto che a partire da Geekbench 5, Pixel 7 e 7 Pro sono andati bene nel test single-core così come nei test multi-core. 

Come già detto per Google Tensor G1, anche in questo caso i numeri grezzi delle prestazioni mostrano che non è il migliore nelle attività della CPU, ma se la cava molto bene in situazioni ad alta intensità grafica grazie alla sua GPU a 16 core. Proverbialmente, non dovremmo prendere a cuore questi numeri. Con Google Tensor abbiamo riscontrato prestazioni quotidiane eccellenti da vero top di gamma. 










GOOGLE Pixel 7 Pro GOOGLE Pixel 7
Browser Sunspider 63,4 ms 254,6 ms
JetStream 2.0 221.980 punti 94.504 punti
CPU GeekBench 5 COMPUTE 4.706 COMPUTE 4.679
CPU Single-core: 1.008

CPU Multi-core: 2.672
CPU Single-core: 982

CPU Multi-core: 2.494
GPU GFXBench 5 Aztec Ruins: On 56 Fps / Off 115 Fps

Car Chase: On 59 Fps / Off 90 Fps

Manhattan 3.1: On 60 Fps/ Off 135 Fps
Aztec Ruins: On 49 Fps / Off 50 Fps

Car Chase: On 36 Fps / Off 38 Fps

Manhattan 3.1: On 38 Fps/ Off 57 Fps
Storage Androbench

Lettura seq.: 1261,13 MB/s

Scrittura seq.: 829,21 MB/s

Lettura Random seq.: 216,25 MB/s

Scrittura Random seq.: 257,23 MB/s

Lettura seq.: 1.186,61 MB/s

Scrittura seq.: 860,71 MB/s

Lettura Random seq.: 219,89 MB/s

Scrittura Random seq.: 272,68 MB/s

Generico 3D Mark 2.983 punti 1.454 punti
Generico AnTuTu 645.736 punti 653.661 punti

Sul gaming la situazione non cambia con i Pixel che se la cavano egregiamente. Come altri della concorrenza sappiate che con giochi esosi in termini di grafica lo smartphone reggerà senza problemi anche se si scalderà un po’. Meno però rispetto a quanto avevano fatto i Pixel 6 e 6 Pro lo scorso anno appena usciti di fabbrica. Il miglioramento in termini di potenza ed efficienza dunque c’è anche se non in modo evidente all’utente finale che avrà la possibilità di ottenere prestazioni incredibili soprattutto con attività importanti. Per il resto nell’uso quotidiano i Google Pixel 7 e 7 Pro si sono comportati molto bene e ammettiamo che i 12GB di RAM del Pixel 7 Pro hanno fatto poco la differenza rispetto agli 8GB di RAM del Pixel 7. Merito chiaramente dell’ottimizzazione di Google a livello di software. 

INTERFACCIA GRAFICA: Android 13 sempre meglio

Android 13 è cambiato poco rispetto alla versione precedente e tutto quello che avevamo già detto lo scorso anno sul Material You per i Pixel 6 e 6 Pro vale senza dubbio anche per i nuovi Pixel 7 e 7 Pro. Android 13 possiede un’interfaccia cambiata completamente con la versione 12 e in qualche modo diventata ora ancora più concorrenziale alle più blasonate One UI di Samsung o ColorOS di OPPO. La sensazione è che Google non voglia più dimostrare come funzioni Android o indicare la strada che gli altri brand devono seguire, ma forse offrire una valida e concreta alternativa a ciò che c’è sul mercato. Android 13 è pieno di funzionalità, di novità grafiche, di widget rivisti completamente e di sicurezza a livelli estremi. 

Google propone su Android un proprio theme engine ossia un supporto completo alla personalizzazione dei temi classici che si discosta da quanto visto su altre interfacce personalizzate. L’idea è quella di partire dallo sfondo, sia predefinito o una qualsiasi altra immagine, e di proporre da lì una serie di 4 palette di colori che si abbineranno bene con quello sfondo. Questi colori saranno poi applicati a tutti gli elementi del sistema operativo, dai quick toggle, agli sfondi delle schermate e qualsiasi altra cosa anche all’interno delle varie applicazioni. 

Graficamente gli elementi grafici del sistema sono stati ritoccati, stondati, spaziati e le animazioni sono più consistenti, fluide e belle. C’è senza dubbio una maggiore attenzione al dettaglio che si era vista meno su di una versione di Android. Tutto è davvero “a misura di dita”, e questo non può che rendere ancora più piacevole l’uso quotidiano del sistema. Graficamente era cambiato il pannello dei quick setting con i toggle più grandi proprio come anche le notifiche nuovamente ridisegnate. Tirando giù la tendina abbiamo un primo livello con 4 toggle e le notifiche subito sotto se poi si decide di abbassare ancora di più il menù a tendina ecco che i toggle diventano otto a cui si aggiunge anche la barra della luminosità. Qui le notifiche spariscono ma compaiono tre tasti: uno per modificare numero e posizione dei toggle, uno per spegnere il dispositivo ed uno per entrare nelle impostazioni. Se i toggle sono ancora più grandi e più facili da usare ecco che anche le notifiche risultano ancora più leggibili con le classiche frecce per espanderle ed eventuali pulsanti in basso per interagire con la notifica stessa.  

I miglioramenti di Android 13 sono apparsi anche sulla Privacy. Qui Google ha ben pensato di creare una vera e propria Dashboard ossia una sezione dedicata che permette di avere una visione precisa di quali applicazioni richiedono la posizione, la fotocamera, il microfono e altri elementi che possono venire gestiti direttamente dall’utente con i permessi. Come fatto da Apple, anche Google, propone ora la comparsa in alto nella barra di alcuni indicatori che permettono di visualizzare se l’app sta utilizzando il microfono o la videocamera o entrambi. 

Comoda la ricerca approfondita che possiamo ottenere dal menu delle applicazioni. In questo caso basterà digitare qualsiasi cosa sulla barra di ricerca in alto e non solo il Google Pixel 7 e 7 Pro permetteranno di visualizzare le applicazioni ma andranno anche a cercare riferimenti inerenti i contatti, i messaggi, le azioni dell’assistente vocale e molto altro ancora. 

Sappiamo bene come Google ci metta del suo a livello di Intelligenza artificiale. Si parte con le traduzioni dove Google propone una novità importante ossia una trascrizione molto più rapida e affidabile della voce in testo, accelerando così i tempi di risposta dell’Assistente Google con i vocali. Anche la traduzione viene aggiunta a questo: migliora la modalità Traduttore di Google quando si ha bisogno di aiuto per parlare con qualcuno nella sua lingua madre o se si sta utilizzando un’app di messaggistica supportata.

La Traduzione simultanea funziona davvero bene ad eccezione di qualche errore più che comprensibile. In questo caso la funzionalità è nascosta nelle Impostazioni di sistema ed è necessario scaricare manualmente la lingua da cui si vuole tradurre. Comodo scrivere, venire tradotti e poter inviare un messaggio o ancora riceverlo e avere la traduzione dello stesso. E non solo perché la Traduzione Live funzionerà anche per tradurre un determinato contenuto vocale, a condizione che sia in inglese, francese, tedesco, italiano o giapponese (Beta). Il suono proveniente da una sorgente video o audio verrà trascritto e tradotto in tempo reale. Funziona? Sì effettivamente funziona anche se chiaramente la funzione non è ancora ottimale con le parole che vengono aggiunte non in modo immediato. Ma di fatto è veramente un passo in avanti incredibile e Google in questo è anni luce avanti a tutti. 

FOTOCAMERA: scatti da top di gamma

Google Pixel 7 e 7 Pro offrono hardware delle fotocamere in parte rinnovato. Ci sono delle differenze nel numero dei sensori ma anche nelle loro specifiche tecniche. Tutte però sono dotate di sensori al passo con i tempi e capaci di sfruttare il nuovo hardware della fotocamera e le modalità di scatto comandate dall’intelligenza artificiale.

Google Pixel 7 Pro

A livello tecnico la fotocamera principale del Google Pixel 7 Pro vede un sensore da 50 MP con autofocus dual-pixel e stabilizzazione ottica dell’immagine dietro un obiettivo f/1.85 e pixel di dimensioni pari a 1.2µm. Nonostante il sensore principale da 50 MP, le immagini vengono realizzate a 9,1 MP. C’è poi una fotocamera con sensore a periscopio da 48 MP con zoom ottico 5X. Questo sensore da 0,7 µm e si trova dietro un gruppo obiettivo con apertura f/3,5 e dispone anche di PDAF e OIS. Utilizzando una combinazione di zoom Super Res e questo zoom ottico 5X, Pixel 7 Pro può raggiungere fino a zoom 30X e non 20X come lo scorso anno. La terza fotocamera è la ultrawide con un sensore da 12 MP con pixel da 1,25 µm e un obiettivo con apertura f/2,2. Infine la fotocamera frontale da 10,8 MP con pixel qui a 1,22 µm.

  • Principale 

    • Sensore da 50 MP 
    • Obiettivo grandangolare con apertura f/1.85 
    • Pixel Size – 1.2 µm
    • OIS – Dual Pixel PDAF – Laser AF 
  • Ultra – Grandangolare

     

    • Sensore da 12 MP
    • Obiettivo 125,8° di visione con apertura f/2.2
    • Pixel Size – 1.25 µm 
  • Telephoto Periscopio Camera
    • Sensore da 48 MP
    • Obiettivo con apertura f/3.5 – 120 mm  
    • OIS – PDAF – zoom 5x ottico fino a zoom 30x
    • Pixel Size – 0.7 µm 
  • Flash LED
  • Video 4K  @ 30/60 fps – 1080p. @ 30/60/120/240 fps

Google Pixel 7

A livello tecnico la fotocamera principale del Google Pixel 7 è identica a quella del Pixel 7 Pro e cioè il sensore da 50 MP con autofocus dual-pixel e stabilizzazione ottica dell’immagine dietro un obiettivo f/1.85 e pixel di dimensioni pari a 1.2µm. Anche qui nonostante il sensore principale da 50 MP, le immagini vengono realizzate a 9,1 MP. Manca la fotocamera con sensore a periscopio ma c’è la fotocamera ultrawide con un sensore da 12 MP con pixel da 1,25 µm e un obiettivo con apertura f/2,2. Infine la fotocamera frontale da 10,8 MP con pixel qui a 1,22 µm.

  • Principale 

    • Sensore da 50 MP 
    • Obiettivo grandangolare con apertura f/1.85 
    • Pixel Size – 1.2 µm
    • OIS – Dual Pixel PDAF – Laser AF 
  • Ultra – Grandangolare 
    • Sensore da 12 MP
    • Obiettivo 114° di visione con apertura f/2.2
    • Pixel Size – 1.25 µm 
  • Flash LED
  • Video 4K  @ 30/60 fps – 1080p. @ 30/60/120/240 fps

A livello funzionale l’app della fotocamera non cambia tantissimo rispetto a quella dello scorso anno che era invece risultata una novità per gli utenti grazie ad Android 12. Nella schermata principale è presente un ingranaggio per le Impostazioni nell’angolo in alto a sinistra e un’opzione di salvataggio nell’angolo in alto a destra. Passare da una modalità di scatto all’altra è quanto mai semplice visto che basterà uno swipe sul menu posto in basso.

Si potrà quindi avere modalità “Fotocamera” per impostazione predefinita per le foto quindi da sinistra a destra, le modalità di scatto: Foto Notturna, Movimento (Panning o Esposizione lunga), Ritratto, Fotocamera, Video e Modalità che consente di accedere alle diverse altre funzionalità quali Panorama, Photo Sphere e Google Lens. C’è quest’anno la novità della modalità Cinema che permette di realizzare video a 1080p. con la messa a fuoco del soggetto mantenendo invece in bokeh il resto. Sulla schermata della ripresa fotografica Google mantiene i vari cursori per regolare il bilanciamento del bianco direttamente nel mirino, quelli per l’ombra e la luce. C’è anche un’opzione per scattare immagini RAW, ma è necessario prima abilitare il tutto nelle impostazioni. 

Come scattano i nuovi Google Pixel 7 e 7 Pro? 

  • Foto di giorno: nelle foto di giorno gli smartphone ci piacciono molto. Le immagini hanno una resa notevole con elevati dettagli come anche la gamma dinamica, colori vivaci e contrasto elevato. Da notare il bilanciamento del bianco di Google che si mantiene anche quest’anno leggermente freddo come è consuetudine con le fotocamere Pixel. Davvero ottima la percezione della profondità negli scatti con un miglioramento rispetto al passato per quanto concerne la morbidezza e anche le ombre che garantiscono ora praticamente sempre la migliore percezione della scena. Utilizzare il Pixel 7 o il 7 Pro per scatti con la fotocamera principale non fa differenza visto che il sensore principale da 50 MP è il medesimo come il medesimo è anche l’algoritmo messo in campo dall’azienda di Mountain View per questi due prodotti. È facile scattare con i due Pixel 7 e 7 Pro ed è anche facile utilizzare lo zoom 2X che ricordiamo non fa altro che realizzare un crop dei pixel centrali del sensore da 50 Megapixel. Un’idea utilizzata anche da altri concorrenti (Apple in primis) e con cui Google sembra essere decisamente a suo agio. 


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7 Pro


 


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7

  • Foto al buio: nelle condizioni di luminosità più difficili i risultati raggiungono ancora livelli elevati risultando ben bilanciati con dettagli altrettanto contrastati. Ci sono solo alcuni rumori che sfuggono al software ma che riguardano davvero zone molto scure. Per il resto il lavoro realizzato dalla fotocamera principale è notevole anche senza attivare la modalità Notturna. Abbiamo usato i due device in una situazione decisamente difficile ossia un concerto all’interno di un palazzetto ma abbiamo visto che sia Pixel 7 che Pixel 7 Pro si sono difesi molto bene riuscendo a riprodurre le scene in modo accurato con i parametri ben bilanciati, anche con la presenza di qualche pericolosa sorgente luminosa artificiale. Con il Google Pixel 7 Pro e il suo sensore a periscopio siamo riusciti ad ottenere scatti davvero buoni anche in queste condizioni seppur il sensore possegga un’apertura focale non esagerata ma la modalità Notturna ci ha permesso di vedere al buio la scena. 

  • Modulo ultra-wide: la fotocamera ultrawide dei Pixel 7 e 7 Pro è in grado di catturare una buona quantità di luce grazie ai suoi grandi pixel. Anche qui c’è qualche miglioramento rispetto al passato con una buona gamma dinamica ma anche maggiore vivacità dei colori negli scatti. Anche la soppressione del rumore è migliore rispetto al passato. I risultati sono comunque buoni per qualità dei colori, del contrasto o anche del bilanciamento del colore. L’algoritmo e la lente lavorano bene nella correzione dell’effetto a barilotto che raggiunge un elevato livello riuscendo a scattare foto con ampiezza a 114 gradi. C’è infine il supporto agli scatti macro che risultano decisamente convincenti e permettono di portare a casa foto originali e con una quantità di dettagli incredibile per le distanze minime a cui vengono fatti.  


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7


Google Pixel 7


Google Pixel 7


Google Pixel 7


Google Pixel 7 Pro

  • Zoom (solo Pixel 7 Pro): direttamente nell’app della fotocamera è presente una preimpostazione per lo zoom 2X, che ritaglia un’immagine dallo scatto con la fotocamera principale. Lo scatto è veramente ottimo con una morbidezza molto sottile che solo un occhio esperto potrebbe notare, mentre a livello visivo lo scatto è bello e anche molto elaborato. C’è un miglioramento rispetto al passato con dettagli più pronunciati e con una dose di accuratezza generale maggiore. La fotocamera periscopica del Pixel 7 Pro supporta come detto lo zoom ottico 5X e dunque non più 4X come lo scorso anno. Qui le immagini riprese sono buone e si migliorano rispetto al passato risultando estremamente simili a quelle del sensore principale. La gamma dinamica è eccellente e i colori sono fedeli. Utilizzando lo zoom 10X Super Res Zoom si scoprono scatti puliti, dettagli presenti e poca rumorosità segno di un’ottima post produzione. Oltretutto è possibile spingersi fino a zoom 30X anche se in digitale ma che in alcune situazioni possono essere utilizzati.  


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7

  • Selfie e Ritratti: le foto di ritratto hanno le modalità 1X e 2X che sembrano basate su lunghezze focali di 50 mm e 70 mm. Come sempre i ritratti sono fantastici con Google e non potevano essere da meno nemmeno questi con il Pixel 7 e 7 Pro. La separazione dei soggetti è ottima. Qui a differenza del passato Google agisce con la fotocamera principale con alcuni dettagli a volte tralasciati. Stessa cosa per i selfie che sono comunque ottimi, con buoni colori e con una buona dose di dettaglio. 


Google Pixel 7 Pro


Google Pixel 7


Google Pixel 7 Pro – Google Pixel 7

  • Video: sfruttando Tensor G2, Google Pixel 7 e 7 Pro può registrare video fino a 4K a 60 fps (a 30 fps con HDR a 10 bit). C’è un’ottima elaborazione della mappatura dei toni e una correzione HDR applicata a ogni fotogramma del video. I frame video vengono parzialmente elaborati direttamente sull’ISP e il video 4K dalla fotocamera principale è fantastico. Non c’è quasi alcun rumore e la gamma dinamica è accurata con colori vivaci. Convincente anche la modalità Cinema che permette di avere riprese del soggetto in primo piano a fuoco con invece lo sfondo in secondo piano con effetto bokeh. 

Da sottolineare la presenza ancora una volta di una funzionalità che ha fatto gridare al miracolo quando Google l’ha esternata in fase di presentazione lo scorso anno. Parliamo della Gomma Magica ossia la possibilità da parte dell’algoritmo di Google di riconoscere oggetti o soggetti in una foto e di cancellarli in modo del tutto automatico con un semplice tap. Una feature che funziona sul serio e che permette di scattare una qualsiasi foto e di modificarla poi a posteriori andando ad agire proprio con un dito sugli oggetti o sui soggetti che si vuole eliminare dalla scena e che Google stessa ha evidenziato. 


Elimina Sfocatura

Non solo perché quest’anno ad aggiungersi alla Gomma Magica c’è anche la funzione Elimina Sfocatura che permette di migliorare le foto sfocate magari per movimenti durante gli scatti. L’algoritmo funziona sull’intera immagine, ma ha un approccio speciale per migliorare i volti e basta veramente un tap sul pulsante per avere in pochi secondi un’immagine completamente pulita. 

AUTONOMIA: un giorno senza problemi

I Google Pixel 7 e 7 Pro posseggono due batterie differenti: il Pixel 7 ne ha una da 4.355 mAh mentre quella del Pixel 7 Pro è decisamente più potente da ben 5.000 mAh. Entrambe supportano la ricarica a 30 W con possibilità di caricare lo smartphone in mezz’ora di almeno il 50%. Non è velocissima rispetto ad altri brand della concorrenza ma garantisce comunque anche il supporto fino a 23W tramite ricarica wireless (20W per il Pixel 7) e viene introdotta anche la ricarica wireless inversa per caricare appunto gli auricolari o altri device che la supportano. 

Quali sono le autonomie di questi due device? Sappiate che con entrambi non abbiamo sorprese, ossia riusciamo ad arrivare a sera senza sostanziali problemi e con un utilizzo anche piuttosto intenso. Rispetto allo scorso anno entrambi i device sembrano già ottimizzati per raggiungere risultati di autonomie importanti a differenza dello scorso anno quando invece il Google Tensor G1 aveva qualche incertezza dovuto alla gioventù. Qui invece tutto sembra funzionare a perfezione perché non abbiamo subito momenti di battery drain ma anche in standby gli smartphone consumano veramente poco o niente.

Oltretutto gli smartphone dispongono di varie tecnologie integrate che consentono di ottimizzare i consumi energetici, ad esempio rilevando le app che vengono utilizzate meno e riducendo al minimo i loro consumi. Ci sono poi diverse modalità di risparmio energetico (fra cui anche Risparmio energetico estremo che consente di selezionare manualmente le app essenziali). 

CONCLUSIONI

Google aveva dichiarato due anni fa che sarebbe tornata sul mercato mobile con uno smartphone di fascia alta capace di competere con gli altri brand più importanti. I Pixel 6 e 6 Pro sono arrivati lo scorso anno e lo hanno fatto con tanta sostanza grata all’esperienza dell’azienda di Mountain View nel mondo della telefonia e permettendo di porre le basi per ribadire quest’anno con i Pixel 7 e 7 Pro che Google sa fare anche smartphone. Sì, perché se ci siamo chiesti ad inizio recensione se effettivamente Google sarebbe stata in grado di tornare a competere davvero con gli altri brand anche nella fascia di mercato alta, non possiamo non rispondere positivamente soprattutto dopo aver utilizzato in lungo e largo il nuovo Pixel 7 Pro che insieme anche al Pixel 7 creano una coppia di valore da non poter più sottovalutare. 

Sono smartphone dall’aspetto decisamente moderno, originale e sicuramente premium, quest’anno ancora di più soprattutto per il Pixel 7 che guadagna l’alluminio a dispetto del policarbonato. A livello hardware le fotocamere sono state aggiornate rendendosi ancora più capaci negli scatti con colori profondi, dettagli ben definiti e completi rispetto a quelli dello scorso anno. Ci piace molto la funzionalità gomma magica come anche la possibilità di mettere a fuoco qualsiasi scatto anche quello riuscito male. E ci piacciono anche i video molto ben stabilizzati e di qualità con la possibilità anche di realizzarli con una qualità un pochino più cinematografica.

Il Pixel 7 Pro ha chiaramente dei vantaggi come il display che raggiunge i 120Hz di refresh rate, un sensore a periscopio in grado di scattare in modalità ottica con zoom 5X, batteria da 5000 mAh e ancora 12GB di RAM per il massimo delle prestazioni con il Google Tensor G2. Di contro però il Google Pixel 7 possiede dimensioni decisamente più compatte e dunque è facile metterlo in tasca o usarlo anche con una sola mano, garantisce comunque prestazioni elevate grazie agli 8GB di RAM e al medesimo Google Tensor G2 e comunque il display a 90Hz se la cava egregiamente. 

Da sottolineare c’è il prezzo di vendita che a differenza degli altri brand non si alza anzi rimane il medesimo dello scorso anno. Prezzo oltretutto convincente perché non superiamo i 1000€: per il Pixel 7 Pro partiamo da 899€ mentre per il Pixel 7 partiamo da 649€. Ed è questa la vera chiave per capire l’approccio di Google nel mondo degli smartphone odierno. Peccato forse per il mercato italiano non avere visto, almeno per adesso, l’arrivo del Pixel Watch come anche la presenza di qualche bundle di vendita degli smartphone con altri prodotti Google, cosa invece proposta negli altri mercati europei.  

Pixel 7 e 7 Pro sono device pronti a riscuotere un grande successo tra gli utenti anche più puntigliosi. Google ha continuato a innovare nelle funzionalità del software e ha persino fatto di tutto per personalizzare il chipset per sfruttare più funzionalità esclusive nei suoi Pixel, spingendosi ai massimi livelli anche nella fotografia computazionale. E se con i Pixel dello scorso anno c’era da migliorare qualcosa, con i nuovi Pixel 7 e 7 Pro si può confermare il grande ritorno di Google ora più che mai capace di competere con i più grandi del panorama mobile senza se e senza ma. 

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