Google ha annunciato un risultato epocale nel campo del quantum computing: il primo algoritmo quantistico “con vantaggio verificabile su hardware reale”. Si chiama Quantum Echoes e rappresenta un passo concreto verso l’utilizzo pratico dei computer quantistici. Il chip Willow, sviluppato da Google, ha permesso di superare le barriere tecniche che finora avevano frenato il settore, come gli errori hardware e la lentezza dei circuiti. Con un trilione di misurazioni effettuate, l’algoritmo ha raggiunto il cosiddetto regime “beyond-classical”, dove i computer tradizionali non riescono più a competere.
Come funziona Quantum Echoes
L’algoritmo Quantum Echoes è stato testato su una tecnica nota: la risonanza magnetica nucleare (NMR), usata per studiare le interazioni tra atomi in una molecola. Eseguendolo sul chip Willow, Google ha osservato un “eco” quantistico che rivela la struttura molecolare, un po’ come usare gli echi per mappare una caverna. Questo approccio potrebbe rivoluzionare la chimica e la medicina, rendendo possibile analizzare strutture complesse che i supercomputer classici non riescono a decifrare.
Le applicazioni concrete
Il potenziale di questa tecnologia è enorme. Una NMR quantistica più precisa potrebbe accelerare la scoperta di nuovi farmaci, aiutando a capire come le molecole si legano ai loro bersagli biologici. Ma anche la scienza dei materiali ne trarrebbe beneficio, permettendo di analizzare polimeri, catalizzatori e componenti per batterie con una precisione mai vista prima. E guardando ancora più avanti, il quantum computing potrebbe diventare uno strumento chiave per affrontare sfide globali come l’energia da fusione.


