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sabato, Feb 11

Google Stadia ha chiuso e ora sappiamo perché: la quota di mercato era irrisoria

da Hardware Upgrade :

Nell’ambito dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, la CMA (Competition and Markets Authority) del Regno Unito ha analizzato il mercato e diffuso interessanti numeri sul fu “Google Stadia”. A quanto pare la piattaforma di cloud gaming offerta da Google non solo non è riuscita a decollare, ma ha avuto un impatto trascurabile sul mercato.

Il primo dato rilevante preso in considerazione è stata la quota di mercato guadagnata da Stadia poco prima della sua chiusura. Va premesso che si tratta di un numero stimato, ma molto vicino al dato reale grazie ai documenti forniti dai competitor: Stadia aveva tra lo 0% ed il 5% dell’utenza cloud nel 2022.

Google non ha mai fornito i numeri esatti del suo servizio, neanche per l’indagine, e la stima è basata sui dati di Xbox Cloud Gaming, GeForce Now e PlayStation Now. A ogni modo, già in seguito al lancio i risultati di Stadia non furono in linea con le aspettative di Google, ma nel 2022 ha continuato a perdere terreno in favore della concorrenza, il che ha spinto Mountain View chiudere il progetto.

Ma qual è la ragione dell’insuccesso? L’organo regolatore ritiene che un ruolo quantomeno parziale del fallimento lo abbia avuto la mancanza dei contenuti, legata all’uso di un sistema operativo Linux. La CMA osserva che si tratta di un settore dominato da Microsoft, Sony ed NVIDIA e riuscire a proporre una piattaforma concorrente risulta estremamente difficile già ora.

Addirittura, la CMA attribuisce a Microsoft una quota di mercato compresa tra il 60% e il 70% alla fine del 2022, anche se si tratta di un dato che andrà analizzato più a fondo. Aziende come Microsoft e Sony propongono i propri servizi di cloud gaming anche nell’ambito di altri abbonamenti, come Xbox Game Pass Ultimate, il che potrebbe portare a un conteggio doppio di alcuni giocatori. Viceversa, molti altri potrebbero rientrare nel conteggio pur non utilizzandoli, dato che si tratta di un’estensione gratuita di un pacchetto diverso.

Ciò che però emerge chiaramente è che, almeno allo stato attuale, l’organo britannico non condivide l’accordo così com’è strutturato tra Activision-Blizzard e Microsoft. In particolare, ritiene che la fusione possa impedire ad altre piattaforme di proporre una libreria di giochi competitiva se Microsoft dovesse rendere esclusivi alcuni dei titoli. Naturalmente, il riferimento ricade soprattutto su Call of Duty, il quale rappresenta uno dei franchise più venduti su qualsiasi piattaforma.

Dal canto suo, Microsoft ha ribadito più volte che Call of Duty rimarrà accessibile su tutte le piattaforme che vorranno supportarlo, PlayStation inclusa, ma i timori anche della stessa Sony non si sono mai dissipati. Per questi motivi, il regolatore ha già anticipato che suggerirà le correzioni da applicare al contratto di acquisizione tra i due colossi del gaming.

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