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Grande Estinzione della Terra, nuovi fossili mostrano che è stato superato un punto di svolta climatico

da | Lug 3, 2025 | Tecnologia


Circa 250 milioni di anni fa, sulla Terra si è verificata l’estinzione di massa più catastrofica di sempre, la cosiddetta “Grande Estinzione” (o Great Dying), che ha portato alla scomparsa dell’80-90% delle specie di invertebrati marini, oltre che di molte specie terrestri sia animali che vegetali. L’ipotesi più diffusa è che l’evento sia stato causato da un periodo di intensa attività vulcanica in Siberia, a cui è seguito un periodo di riscaldamento globale estremo per la grande quantità di gas serra immessi nell’atmosfera. Fino ad oggi, però, non era chiaro il motivo per cui le elevate temperature si siano protratte così a lungo nel tempo, per circa 5 milioni di anni. Secondo i risultati di uno studio pubblicato su Nature Communications, le ragioni sarebbero legate proprio al declino delle foreste, che avrebbe rallentato il riassorbimento dei gas serra e in particolare della CO2.

Lo studio

Nel corso di ampi studi sul campo, condotti in siti sparsi per tutto il mondo (dalla Siberia, a diverse zone della Cina, agli Stati Uniti, ad alcune zone dell’Europa e dell’Asia, fino al Sudafrica, all’Australia, all’Antartico e all’Argentina), gli autori e le autrici della ricerca hanno utilizzato un nuovo tipo di analisi dei reperti fossili e degli “indizi” sulle condizioni climatiche del passato presenti in alcune formazioni rocciose, con l’obiettivo di ricostruire i cambiamenti subiti dalla vegetazione durante la Grande Estinzione del Permiano-Triassico.

Dalle analisi è emerso appunto che il declino delle foreste, specialmente di quelle tropicali, avrebbe alterato il ciclo del carbonio, ritardando il sequestro della CO2 dall’atmosfera e prolungando le conseguenze dell’effetto serra. Le piante, infatti, forniscono un servizio fondamentale al pianeta: sequestrano l’anidride carbonica dall’atmosfera e la convertono in molecole più complesse e ricche di carbonio attraverso la fotosintesi.

I punti di non ritorno climatico

Le cause di un riscaldamento così estremo durante questo evento [di estinzione di massa, nda] sono state a lungo discusse”, spiega Zhen Xu, prima autrice dello studio e ricercatrice presso la School of Earth and Environment dell’Università di Leeds (Regno Unito). “In particolare, questo è l’unico evento caratterizzato da alte temperature nella storia della Terra durante il quale la biosfera della foresta tropicale è collassata, il che ha dato adito alla nostra ipotesi iniziale. Ora, dopo anni di lavoro sul campo, analisi e simulazioni, abbiamo finalmente i dati che la supportano”.

Secondo gli autori, queste osservazioni rafforzerebbero il concetto dei cosiddetti “punti di non ritorno climatico” (climate tipping point), ossia dell’esistenza di specifiche soglie, superate le quali sarebbe poi difficile tornare all’equilibrio iniziale. Gli esperti di cambiamento climatico parlano infatti di “carbon budget” residuo, ad indicare la quantità di anidride carbonica che possiamo ancora immettere in atmosfera prima di raggiungere la soglia critica da cui sarebbe molto difficile tornare indietro.

Cosa ci insegna la Grande Estinzione del Permiano-Triassico

Secondo Benjamin Mills, uno dei coordinatori dello studio e docente presso la School of Earth and Environment dell’Università di Leeds, i risultati dello studio rappresentano un avvertimento sull’importanza delle attuali foreste tropicali della Terra: “Se il rapido riscaldamento le fa collassare in modo simile [a quanto avvenuto durante la Grande Estinzione del Permiano-Triassico, nda], non dobbiamo aspettarci che il nostro clima si raffreddi ai livelli preindustriali anche se smettiamo di emettere CO2”, spiega. In uno scenario simile, conclude il docente, il riscaldamento potrebbe infatti continuare ad accelerare anche se azzerassimo le emissioni, poiché il ciclo del carbonio risulterebbe alterato in un modo che potrebbe richiedere tempi geologici per tornare allo stato di partenza, “come è successo nel passato della Terra”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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