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Grande Giove: 15 anni di videogiochi

da | Giu 6, 2024 | Tecnologia


È il 1 giugno del 2009 e durante la conferenza Electronic entertainment expo, Microsoft annuncia al pubblico Kinect, un sensore di movimento per Xbox 360 che dà ai giocatori la possibilità di “diventare il controller”, usando unicamente il proprio corpo per giocare. In circa 7 anni, Microsoft venderà 250 milioni di unità in tutto il mondo.

In questa nuova puntata dello speciale Wired15 di Grande Giove, il podcast powered by Wired in occasione dei suoi 15 anni, abbiamo parlato di come il settore del gaming sia passato dall’essere un passatempo per adolescenti ad una vera e propria industria da miliardi. E lo abbiamo fatto, dagli uffici di Wired a Milano, con Fjona Cakalli, nota sul web con il nome di TechPrincess. Appassionata di innovazione tecnologica, auto e viaggi, da ormai oltre 10 anni Cakalli si occupa di divulgazione sul web e sui media.

Secondo Cakalli i due punti di svolta nella storia recente di questo settore sono stati “il passaggio dal 2D al 3D” e “quando sono stati lanciati i motori grafici come Unity che hanno reso più accessibile lo sviluppo di videogiochi“. Ma c’è stato anche lo sviluppo di accessori tecnologici per rendere più immersiva l’interazione di gioco, come i controller della Wii, il Kinekt e i visori. Tuttavia “queste tecnologie non hanno mai funzionato come ci si aspettava“, e non sono mai riuscite a rimpiazzare del tutto il controller tradizionale. Forse, più che l’immersività, la vera sfida per il futuro – come per tantissimi altri ambiti – è rappresentata dall’intelligenza artificiale. “C’è gente arrabbiata che ha paura di perdere il lavoro, altri che dicono ‘perché no, mi aiuta‘”, spiega Cakalli riportando le opinioni di diversi sviluppatori con cui ha affrontato la questione. Quello che è certo, tuttavia, è che per ora “l’intelligenza artificiale non pensa, non interpreta come un essere umano. La sfida sarà quindi trovare il modo di integrarla al meglio senza togliere lavoro alle persone“.

Ma esiste un altro fattore che sta contribuendo al rinnovamento del mondo dei videogiochi e che non riguarda la crescita tecnica o tecnologica, ed è la complessità narrativa. Secondo l’esperta, questo progresso nelle tecniche di sorytelling videoludico sta permettendo ai videogiochi di contaminare e influenzare altri settori dell’intrattenimento, come il cinema e le serie tv, potenziandosi a vicenda. Oggi “gli script di un videogioco possono avere migliaia di pagine, con molteplici finali possibili a seconda delle scelte del giocatore. La scrittura è fondamentale“. Questo aspetto narrativo potrebbe influenzare anche il cinema, sempre più incline a reboot e remake piuttosto che nuove storie originali. “Le due serie tv che hanno spopolato in questo momento, The Last of Us e Fallout, dimostrano come il gaming stia influenzando la cultura mainstream ha spiegato Cakalli –. Il grande pubblico sta scoprendo il videogioco, nonostante la parola ‘gioco’ sia fuorviante, poiché associata all’infanzia. In realtà, si tratta di molto di più: sono mondi immersivi creati appositamente per essere esplorati.

Se negli ultimi anni i videogiochi sono diventati sempre più realistici e immersivi, i titoli “retro” delle vecchie console continuano, comunque, ad esercitare un certo fascino nella comunità di videogiocatori e non solo. Cakalli ha spiegato l’importanza di guardare oltre la semplice grafica e comprendere il contesto dietro la creazione di un videogioco. “I titoli indie e retro spesso nascono da piccoli team con grandi idee, e il loro valore risiede nella storia e nel concept più che nella potenza grafica”. Riguardo al futuro, Cakalli ritiene sia “praticamente impossibile” fare previsioni date le velocissime evoluzioni tecnologiche: “In un anno cambia tutto”. Sul rapporto tra felicità e videogiochi, conclude: “Probabilmente ci ha reso più liberi di sognare, di essere anche cattivi, di sperimentare senza conseguenze“.

Ai microfoni Daniele Ciciarello e Matteo Imperiale, con il coordinamento editoriale di Luca Zorloni, l’assistenza editoriale di Maddalena Sara e il supporto operativo e logistico di Elena Lotto.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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