Chi sono i Groyper e perché ne parliamo solo ora? Le conseguenze dell’assassinio di Charlie Kirk continuano a svelare aspetti radicali delle sottoculture americane di cui difficilmente, soprattutto in Europa, si è riusciti a tener traccia. In particolare, dopo una caotica caccia all’uomo e un’altrettanta confusionaria ricerca di moventi e affiliazioni, è emerso che Tyler James Robinson, il 22enne cresciuto in una famiglia trumpiana e arrestato sotto il sospetto di aver compiuto il fatto, potrebbe in qualche modo essere collegato a un gruppo politico conosciuto come Groyper. Originato e sviluppatosi online a partire dal 2019, il movimento dei Groyper è associato a posizioni di estrema destra particolarmente oltranziste, sulle quali si innesta una tendenza all’isolazionismo anti-sociale, all’aggregazione su piattaforme online e allo sviluppo di un linguaggio tutto interno e difficilmente decifrabile che attinge dalla cultura dei videogiochi, della viralità social e della cultura digitale.
Il dibattito sulle posizioni ideologiche di Robinson
Robinson si presenterà di fronte al giudice nella giornata del 16 settembre e fino allora rimarrà particolarmente difficile definire con precisione l’orizzonte ideologico e psicologico che l’ha portato all’assassinio di Kirk. Enigmatiche sono le frasi che ha fatto incidere sui bossoli dell’arma automatica che ha utilizzato nell’attentato: fra le incisioni c’erano “Bella Ciao”, riferimento alla canzone partigiana, e “hey fascist! CATCH!” (Ehi fascista, prendi qui), che hanno spinto i primi commentatori a ipotizzare un suo orientamento da antifascista. Eppure un’analisi più attenta pare aver ribaltato questa affiliazione: questa seconda scritta, per esempio, è seguita da una serie di simboli di freccia (uno verso l’altro, uno verso destra e tre verso il basso) che a quanto pare fa riferimenti a una mossa per far esplodere una bomba in Helldivers 2, videogioco in cui si immagina la resistenza a un’invasione aliena da parte di una Terra governata da un regime velatamente fascista; altre incisioni, come “Notices bulges OwO what’s this?” e “If you read this, you are GAY Lmao” affondano nel linguaggio dei troll nei vari forum, mentre la stessa Bella Ciao sarebbe inserita in diverse playlist musicali legate ai Groyper.
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I Groyper e Nick Fuentes
È difficile comprendere il contesto culturale e politico in cui si muovono questi Groyper senza menzionare colui che è un po’ il loro capostipite e fondatore, Nick Fuentes, uno streamer e agitatore politico considerato all’estrema destra dell’arco politico statunitense, che in passato ha più volte attaccato lo stesso Charlie Kirk considerandolo fin troppo moderato. Il 27enne è noto per le sue posizioni da suprematista bianco (nonostante il padre, come si evince dal cognome, abbia origini messicane) a cui affianca idee xenofobe, antisemite, antiabortiste, anti-LGBTQIA+ e anti-sistema. Un tempo sostenitore di Trump, si è progressivamente allontanato da lui: “Da adolescente pensavo fosse una figura tipo quella di Cesare che avrebbe salvato la civiltà occidentale”, ha dichiarato, citato dal New York Times: “Oggi lo vedo come incompetente, corrotto e compromesso”. Nonostante sia stato bandito ufficialmente da diverse occasioni pubbliche dei repubblicani (e dello stesso movimento Turning Point America di Kirk), molti degli esponenti e dei consulenti dell’amministrazione Trump lo temono per le shitstorm virali che i suoi sostenitori online sono in grado di scatenare.
Bannato da YouTube e censurato su TikTok (i suoi fan lo citano però usando storpiature tipo “Fuenz”), Fuentes è comunque riuscito a ritagliarsi, su siti e piattaforme streaming alternativi, centinaia e centinaia – se non migliaia – di seguaci, soprattutto giovani maschi bianchi, che lo idolatrano e ne seguono pedissequamente l’ideologia. La sua popolarità è cresciuta ulteriormente quando nel 2022 ha accompagnato Kanye West/Ye a una cena con lo stesso Trump nella sua residenza privata di Mar-a-Lago, dichiarando poi che il controverso rapper gli aveva chiesto di curare il suo manifesto politico, con l’espressa intenzione di modificare la Costituzione americana inserendo le idee più severe di Hitler. Oggi appunto in rotta con Trump, che accusa per esempio di aver aperto i permessi di soggiorno agli studenti cinesi, di non aver pubblicato i tanto chiacchierati Epstein files o di sostenere Israele e non la Russia di Putin, Fuentes ha portato tutti i suoi follower su posizioni apertamente neonaziste, con cui non mancano di inquinare dibattiti pubblici e online.
La rana deforme, i meme e le campagne
Questi giovani uomini, che potrebbero avere delle sovrapposizioni coi gruppi degli incel, ma sicuramente più connotati in senso politico, alimentano il loro spirito di comunità attraverso continui riferimenti a videogiochi, meme, fenomeni virali e inner jokes enigmatiche. Il loro stesso simbolo, la rana deforme Groyper da cui prendono il nome (e a quanto pare trovata nella messaggistica di Tyler Robinson), è un ulteriore evoluzione di un altro meme, Pepe The Frog, figura dagli aspetti raneschi e antropomorfi nata nel 2005 dalla webcomics di Matt Furie (non direttamente correlata a questa ideologia, ma dal nome tristemente profetico: Boy’s Club). Il rospo Groyper compare spesso nei commenti online in cui i seguaci di Fuentes cercano di diffondere le loro posizioni incendiarie e soprattutto di attaccare retoricamente i discorsi di coloro che non ritengono abbastanza radicali e nazionalisti. Una prima campagna chiamata Groyper War fu lanciata proprio da Fuentes nel 2019 per provocare i sostenitori di Kirk con un vero e proprio metodo da troll, replicata poi nel 2024 (la Groyper War 2) per funestare la campagna presidenziale di Trump e spingerlo su posizioni più oltranziste.
Se l’affiliazione di Robinson al gruppo dei Groypers, sarà confermata, ci troveremo di fronte alle conseguenze più pericolose dell’estremizzazione del confronto politico americano, che si combatte addirittura all’interno dello stesso fronte alt-right. Non solo, sarà l’ennesima prova dell’esistenza sotterranea di una sottocultura digitale – anzi di numerose sottoculture digitali – che prosperano e si radicalizzano senza che i loro scambi e i loro messaggi siano trasparenti e interpretabili all’esterno.