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Guillermo del Toro spera di morire prima che l’intelligenza artificiale si prenda anche l’arte (e prepara il suo primo film crime)

by | Nov 7, 2025 | Tecnologia


Può farmi qualche esempio attuale?

Praticamente chiunque, dalle figure politiche ai tech bro della Silicon Valley. Chi più ne ha più ne metta. Includo anche artisti e registi. Il fatto è che la tirannia viene accettata come se fosse un attributo scontato. Credo che le persone che ammiro di più siano quelle che sono piene di dubbi. Al contrario, certezza e autovittimizzazione vanno spesso di pari passo.

Quando penso all’idea di giocare a fare Dio, penso anche all’intelligenza artificiale, un’altra entità che forse non ha mai chiesto di nascere. Lei si è pronunciato in modo molto critico nei confronti dell’AI: vede dei parallelismi tra i suoi creatori e, per esempio, Victor?

Non ero interessato a crearne, in questo film. Capisco l’uso che se ne fa in ingegneria, biochimica e matematica, perché si tratta di permutazioni. Nell’arte, non credo che nessuno l’abbia mai chiesta. Nessuno ha alzato la mano per dire: “Potreste inventarla?”.

Nessuno ha chiesto Sora.

Il vero limite non è stato ancora superato. Non è la gente a crearla, ma è la gente che ne usufruisce, a un costo. Pagherei volentieri 4,99 dollari per una canzone dei Beatles o di Bob Dylan, ma chi pagherebbe lo stesso per musica creata con l’intelligenza artificiale? Quando quel limite verrà superato, allora vedremo.

Crede che sia possibile?

Non lo so. Sono estremamente felice di avere 61 anni, vuol dire che non sarà mai qualcosa di cui dovrò davvero preoccuparmi. Con un po’ di fortuna, morirò prima che l’AI prenda davvero piede. Sono interessato a parlare di tutto quello che vuole, tranne che di questo.

Cambiamo argomento. Di recente ha affermato di essere contento di aver fatto questo film da padre piuttosto che da figlio di suo padre. Ci può spiegare?

Be’, ci sono voluti decenni. Credo che a una certa età si inizi a riflettere sul potere del perdono. Bisogna essere adulti per capire che tuo padre è un uomo. Tua madre è una donna. Sono fallibili. Portano con sé tragedie e storie personali. Ma per i figli, a livello totemico, sono ombre gigantesche. Più si invecchia, più ci si rende conto che quella del genitore non è un’occupazione. È un qualcosa che viene imposto dalla vita. E c’è un momento in cui capisci che l’eredità del dolore può tramandarsi o fermarsi con te.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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