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venerdì, Mag 19

ha portato il passato nel presente | Wired Italia



Da Wired.it :

Questione di tempo come detto, perché prima ancora di questa parte di trama Indiana Jones e il quadrante del destino è partito riavvolgendo il tempo, con un prologo ambientato negli anni ‘40 in cui Harrison Ford è la sua versione giovane (ringiovanito digitalmente non perfettamente), una lunga scena d’azione e nazisti perfettamente in linea con i migliori film della serie, in cui Indiana sì è infiltrato tra i nazisti, è stato scoperto e deve fuggire da un treno in corsa pieno di soldati e ufficiali. A complicare tutto una trovata di squisita nostalgia per la saga: con lui c’è un altro archeologo suo amico che è stato coinvolto e che non è propriamente un uomo d’azione ma come nella miglior tradizione dei film compensa goffaggine e incapacità con un incredibile coraggio e cuore. Per fortuna è interpretato dal grandissimo Toby Jones.

in quel prologo veniamo rassicurati: questo è proprio un film di Indiana Jones. Lo capiamo a livello epidermico perché vediamo che i dialoghi rimbalzano come fossero pugni di una scazzottata, veloci e divertenti; lo capiamo dall’uso delle musiche iconiche (non solo dalle loro armonie ma proprio quando entrano e quando escono); lo riconosciamo dai suoni degli spari e dai cazzotti, un marchio della serie;  infine lo notiamo dalle trovate che gridano Spielberg (anche se il film non è diretto da lui ma da James Mangold) come il fatto che Indiana Jones indossi una uniforme nazista per confondersi con gli altri ma viene scoperto perché non si è accorto che sulla schiena c’è il buco dello sparo con il quale ha ucciso il primo proprietario dell’uniforme. Il resto del film, ambientato praticamente tutto negli anni ‘60, confermerà che James Mangold ha capito tutto della saga e di come si possa girare oggi un altro Indiana Jones.



[Fonte Wired.it]