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venerdì, Ago 09

HarmonyOS, un mercato da mille miliardi di dollari


Ora che Huawei ha svelato il suo asso nella manica, quel sistema operativo per lungo tempo oggetto di rumor e indiscrezioni, cosa cambierà? Sappiamo che HarmonyOS sarà una piattaforma open source del tutto inedita, caratterizzata da ben pochi tratti in comune con Android e iOS, destinata a tipologie di dispositivi differenti tra loro, riconducibili a diversi segmenti di mercato: indossabili, casa, automotive. E il mobile? Per ora il produttore sembra intenzionato a continuare con la tecnologia di Google, tanto da aver presentato oggi in via ufficiale EMUI 10.

Né per l’oggi né per l’immediato domani

Più avanti, si vedrà. Perché è più avanti che bisogna volgere lo sguardo per capire quale sia la finalità di HarmonyOS. Sappiamo che nell’immediato non andrà a sostituire Android. Lo vedremo probabilmente debuttare sugli smartwatch e sui televisori (ricordandoci Tizen di Samsung) così come sui dispositivi per smart home, Internet of Things (con tratti in comune al progetto Fuchsia di Google) e sulle dashboard dei veicoli. L’iniziativa è di ampio respiro e mira al lungo termine, come sottolinea Richard Yu, CEO di Huawei Consumer Business Group, puntando a quello che viene definito un mercato da mille miliardi di dollari.

HarmonyOS permette una interconnessione totale, aprendo un mercato da mille miliardi di dollari. HarmonyOS non è un sistema pensato per l’oggi e per l’immediato domani, ma è il
catalizzatore di tutta la tecnologia del futuro.

HarmonyOS annunciato alla Huawei Developer Conference

Nelle parole di Yu anche l’appello alla resilienza di un gruppo che si sta strutturando e organizzando in modo da poter far fronte a “ogni tipo di criticità”. Inevitabilmente il pensiero corre alla questione relativa al ban USA e alle difficoltà derivanti da una possibile interruzione delle partnership con le realtà americane.

Huawei è costantemente impegnata ad innovare le tecnologie di base, compresi chip e sistemi operativi, e ad affrontare ogni tipo di criticità, con l’obiettivo di aiutare clienti e sviluppatori.

Non disponiamo oggi degli elementi necessari per capire se HarmonyOS potrà arrivare a costituire un’alternativa ad Android e iOS raggiungendo col suo raggio d’azione anche il territorio mobile. Di certo si rivelerà essenziale il supporto fornito dalla community di sviluppatori: già in più d’una occasione abbiamo visto piattaforme promettenti deragliare per via di un catalogo software non all’altezza per soddisfare le esigenze degli utenti.

Con l’annuncio di oggi Huawei ha svelato le proprie carte, ha fatto capire che le sue ambizioni non si fermano ad Android né alla collaborazione con i partner USA, né tantomeno ai muri alzati da Washington. Il gruppo, attualmente il secondo produttore di smartphone per numero di unità distribuite a livello globale, alza l’asticella e punta ancora più in alto. Attendiamo ora di vedere, nel concreto, come e cosa sarà quel sistema operativo da mille miliardi.



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