Da quando è stato identificato per la prima volta nel 1983, l’Hiv ha contagiato più di 85 milioni di persone, causando circa 40 milioni di morti in tutto il mondo.
I farmaci noti come profilassi pre-esposizione, o Prep, possono ridurre significativamente il rischio di contrarre l’Hiv, ma per essere efficaci devono essere assunti ogni giorno. Per questo, un vaccino in grado di garantire una protezione duratura è un obiettivo che i ricercatori inseguono senza successo ormai da decenni. Ma ora finalmente potremmo aver trovato una strategia valida per realizzarne uno.
Un vaccino sperimentale sviluppato alla Duke University è stato in grado di innescare un particolare tipo di anticorpi neutralizzanti in un piccolo gruppo di persone che hanno partecipato in uno studio clinico del 2019. I risultati della ricerca sono stati pubblicati il 17 maggio sulla rivista scientifica Cell. “È uno degli studi più importanti nel campo dei vaccini contro l’Hiv“, dichiara Glenda Gray, esperta di Hiv e presidente e amministratore delegato del South african medical research council, che non ha partecipato allo studio.
La strada verso un vaccino contro l’Hiv
Qualche anno fa, un team dello Scripps research e dell’International Aids vaccine initiative (Iavi) aveva dimostrato che era possibile stimolare le cellule necessarie a produrre questi rari anticorpi nelle persone. Lo studio della Duke compie un ulteriore passo avanti verso la creazione di questi anticorpi, anche se a bassi livelli.
“Si tratta di un’impresa scientifica che dà al campo una grande speranza di poter sviluppare un regime vaccinale contro l’Hiv che indirizzi la risposta immunitaria lungo il percorso necessario per la protezione“, afferma Gray.
I vaccini addestrano il sistema immunitario a riconoscere un virus o un altro agente patogeno introducendo un elemento simile, come per esempio una parte del virus o una versione indebolita, stimolando così i linfociti B dell’organismo a produrre anticorpi. Quando una persona incontra poi il virus vero e proprio, gli anticorpi ancora il circolo fanno sì che il sistema immunitario lo riconosca e sia pronto ad attaccarlo.
Ma se i ricercatori sono riusciti a produrre il vaccino contro il Covid-19 in pochi mesi, la creazione di un vaccino contro l’Hiv si è rivelata molto più difficile a causa della natura unica del virus. Dal momento che muta rapidamente, l’Hiv è infatti in grado di superare rapidamente le difese immunitarie. Inoltre, si integra nel genoma umano nel giro di pochi giorni dall’esposizione, nascondendosi al sistema immunitario. “Alcune parti del virus assomigliano alle nostre cellule e non ci piace creare anticorpi contro noi stessi“, spiega Barton Haynes, direttore del Duke human vaccine institute e uno degli autori del nuovo studio.
Come funzione il nuovo vaccino sperimentale
I particolari anticorpi a cui i ricercatori si sono interessati sono noti come anticorpi neutralizzanti, e possono riconoscere e bloccare diverse versioni del virus. Proprio per via della sua capacità di mutazione, esistono due tipi principali di Hiv, ognuno dei quali con diversi ceppi: un vaccino efficace dovrebbe riuscire a colpire gran parte.