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martedì, Feb 01

Hong Kong, 10 film che hanno fatto la Storia del cinema



Da Wired.it :

Il primo febbraio del 2022 si celebra il capodanno cinese; sempre quest’anno, il primo luglio, ricorre il 25° anniversario della restituzione di Hong Kong – colonia britannica per un secolo e mezzo – alla Cina. Ne approfittiamo per stilare un elenco dei film di culto di uno dei cinema più belli del mondo, e restringendo la classifica agli anni ‘80 e ’90, corrispondenti alla cosiddetta Second Wave, la Golden Age del cinema di Hong Kong. Abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra decine di capolavori inserendo i più rappresentativi di generi, registi e attori. L’heroic bloodshed, i wuxiapian, i fantasy soprannaturali e i melodrammi selezionati tra le filmografie dei registi più emblematici – da John Woo a Johnnie To, da Ringo Lam a Wong Jing, da Tsui Hark a Chin Siu-Tung passando per Stanley Kwan e Ronny Yu– con un grande escluso: Wong Kar-wai. Da solo avrebbe monopolizzato metà di questa classifica, per questo vi rimandiamo all‘articolo monografico (ne vorremmo riservare altri a John Woo, Jackie Chan e altri) che con questo ci auguriamo vi persuada ad appassionarvi alla Golden Age cinematografica di Hong Kong. Escluse, naturalmente, le co-produzioni – i film mezzo cinesi o mezzo taiwanesi – e quelli prodotti dopo il 1997 (come Infernal Affair, Public Toilet, Hero, Lussuria).

10. The Heroic Trio (1992) di Johnnie To 

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Johnnie To, regista dei seminali The Election, The Mission e di quell’Infernal Affair che conquistò (indirettamente) Hollywood, firma il pittoresco Buddy cop movie al femminile The Heroic Trio, action camp incentrato su tre donne – la supereroina Wonder Woman, la cacciatrice di taglie Thief Catcher e la villain redenta Invisible Girl – che uniscono le forze per sconfiggere Evil Master, folle che rapisce bimbi per assecondare un assurdo piano di conquista del potere. Tre superstar del cinema di Hong Kong – Anita Mui, Michelle Yeoh e Maggie Cheung – si prestano a un Charlie’s Angels deliziosamente ridicolo e kitsch. 

9. Zu: Warriors from the Magic Mountain (1983) di Tsui Hark

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La lotta tra il Bene e il Male è affidata a un giovane a caccia di due spade gemelle dal potere sinergico che si imbatte in una sfilza di personaggi bizzarri. Zu vanta cast strepitoso tra cui spiccano Yuen Biao, Adam Cheng, Brigitte Lin, Sammo Hung, Ekin Cheng, Norman Tsui, Mang Hoi e Moon Lee. Principesse pericolose e altere, villain ingannatori dalla risata malefica, spadaccini maledetti e guerrieri dai baffi assassini: Zu Warriors è un action delirante, sconnesso e divertentissimo firmato da un vate, quel Tsui Hark che ha dato vita alla saga di Once Upon a Time in China, pietra miliare del wuxiapian (i film cinesi di cappa e spada). Prima di avventurarcisi vale la pena godersi però questo esilarante fantasy che ai tempi conquistò il pubblico con incredibili (per l’epoca) effetti speciali hollyoodiani. 

8. God of Gamblers (1989) di Wong Jing

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Le imprese del più grande giocatore d’azzardo del mondo, Ko Chun, la sua caduta in disgrazia dovuta alla perdita accidentale della memoria e il suo trionfale ritorno in scena. Ko è interpretato da un Chow Yun-fat gigioneggiante e impossibilmente sexy (specialmente quando gira e rigira l’anello di giada), elegante, ammiccante e con un sorrisetto diabolico e poco dopo in grado di trasformarsi senza sforzo in un ragazzino innocuo e goloso. God of Gamblers costituisce uno dei più riusciti esemplari del genere action-comedy, ed è stato dei più grandi successi al botteghino dell’epoca con quattro sequel all’attivo (da non perdere God of Gamblers Returns del 1994 con l’aggiunta della provocante Chingmy Yau).

7. Rouge (1988, Stanley Kwan)

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Un’Anita Mui magnetica nei panni di una cortigiana degli anni Trenta, perde la testa per un giovanotto ricco, bello e viziato aspirante cantante d’opera. I due amanti si suicidano per rimanere insieme per sempre, ma non si trovano nell’Aldilà, così lo spirito di lei vaga per mezzo secolo alla ricerca dell’amato. La scoperta della verità sarà amara, dilaniante. Stanley Kwan firma una love story struggente e nostalgica. Volendo inserire in classifica un romance, questo malinconico period soprannaturale batte l’altro candidato, il “newyorkese” Autumn’s Tale, grazie all’alchimia pazzesca tra Anita Mui e Leslie Cheung, idol immortali del CantoPop e anime affini anche nella realtà ma soprattutto grazie alla bravura della Mui, sensualissima Anna Karenina orientale.

6. Bride With White Hair (1994) di Ronny Yu 

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Può sembrare ridondante l’inserimento di Bride With White Hair in questa classifica considerata la presenza di A Chinese Ghost Story, ma questo wuxiapian di Ronny Yu è un altro cult imprescindibile del fantasy soprannaturale romantico, sviluppato intorno alla storia d’amore sventurata tra il gentile Zhuo Yihang di Leslie Cheung, virtuoso del kung fu ed erede del Wu Tang Clan e Lian Nichang, sicario alla mercé di una perversa coppia di gemelli siamesi. Bride With White Hair è audace, sensuale, tragico e fatalista; può contare sul fascino da perenne adolescente di Cheung ma niente batte il fascino accecante di Brigitte Lin, altera e maestosa più che mai nel ruolo della strega dalla chioma candida accecata dalla sete di vendetta. Guardatevi anche il sequel che la vede in versione guru femminista.

5. City on Fire (1987) di Ringo Lam

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Incrocio tra heist, buddy e gangster movie, City on Fire segue un poliziotto sotto copertura mattacchione e sfortunato, Ko Chow, con una fidanzata pressante, un’amicizia nascente con il criminale Fu e un rapporto sempre più fragile con l’istituzione della polizia. Dovrà scegliere da che parte stare in un finale (con tanto di Mexican standoff) che toglie il fiato. L’alchimia tra Chow Yun-fat e Danny Lee fa faville e porrà le basi per il bromance esasperato di The Killer. Il compianto Ring Lam ci ha graziati di action adrenalinici e di amicizie maschili e strappalacrime tra duri che più duri non si può; suoi altri due cult come il tostissimo Full Contact e Prison on Fire; a proposito di quest’ultimo, siamo stati indecisi fino all’ultimo se inserirlo in classifica al posto di City on Fire (film, tra l’altro, saccheggiato da Tarantino in Le iene): l’accoppiata Chow Yun-fat e Tony Leung Ka-Fai funziona alla grande e Chow nei panni di Mad Dog è un personaggio dalla familiarità disarmante. 

4. Swordsman II (1991) di Ching Siu-Tung  

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L’inconfondibile stile di Ching Siu-Tung, il fenomenale kung fu di Jet Li, ma soprattutto lei, la sublime Brigitte Lin nei panni di Asia the Invincible. Varie volte il cinema di Hong Kong ne ha sfruttato il fascino aggressivo per assegnarle ruoli sessualmente ambigui: in Peking Opera Blues è una ribelle che si spaccia per uomo, in Ashes of Time ha il doppio ruolo di alter ego femminile e maschile, mentre nel quasi erotico Swordsman II è un esperto di arti marziali che si evira per padroneggiare i segreti del kung fu custoditi in un manuale sacro e gradualmente muta in una guerriera sensuale e ambigua che uccide con aghi e fili. Vi basti sapere questo, se non anche che esiste un seguito “lesbo piratesco” trascurabile se non fosse per la sua presenza, The East is Red.

3. A Chinese Ghost Story (1987) di Ching Siu-tung 

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Un giovanotto imbranato che riscuote le tasse in villaggi sperduti trascorre la notte in un santuario infestato e si innamora di un evanescente spirito costretto a sedurre malcapitati per sacrificarli a un demone. Se La casa di Raimi fosse stata una love story asiatica sarebbe stata questo fondamentale horror soprannaturale con un Leslie Cheung adorabile e una Joey Wong irresistibile. Innocente e malizioso al tempo stesso, spaventoso e romantico, tragico e comicissimo, con una colonna sonora epica che riverbera ancora oggi in altri serie e film che lo emulano o omaggiano, A Chinese Ghost Story è la quintessenza dell’horror in salsa fantasy, il risultato di una pozione magica impossibile da replicare. 

2. The Killer (1989), di John Woo

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Un sicario efferato acceca involontariamente una cantante di cui si innamora; sulle sue tracce c’è un poliziotto con il quale nascerà un’amicizia inconsueta e nel suo destino uno degli epiloghi più atroci e iconici della storia del cinema. L’opera che John Woo voleva girare a tutti i costi e che in alcune sale americane fu presa a risate e fischi per quel finale nella chiesa, con le colombe, gli occhi sanguinanti e i corpi degli amanti che strisciano alla ricerca l’uno dell’altro è un raro, impossibile esempio di melodramma declinato in action di lancinante pathos. Chow Yun-fat che fuma pensieroso affondato nella poltrona e nella penombra mentre la cinepresa gli gira intorno è l’uomo più sensuale del mondo, quel finale deriso è tanto drammaticamente potente da mandare in corto circuito le emozioni, il bromance tra Micky Mouse e Dumbo l’espressione del massimo  omoerotismo. Il risultato finale è talmente unico da essere sconvolgente.

1. A Better Tomorrow (I e II, 1986 e 1987) di John Woo

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Una recluta della polizia idealista – Kit –, due criminali con un incrollabile codice d’onore – Mark e Ho – traditi e in cerca di vendetta. Il ritorno di Kit e Ho e la rivelazione di un fratello d’America gemello ancora più cool del già iper carismatico Mark, di nuovo destinati a una resa dei conti spettacolare e violentissima. Sono A Better Tomorrow I e II, i film più citati d’Oriente, i revenge movie più iconici d’Asia, i cult che hanno ispirato i futuri registi del cinema coreano della Hallyu, gli action flick che hanno irrimediabilmente riscritto il genere a Hollywood e… la colonna sonora più riciclata di sempre (cantata da Leslie Cheung). Non c’è niente di più iconico di A Better Tomorrow (I e II, come si fa a scegliere?), pietra miliare dell’heroic bloodshed, del ballistic ballet, degli impermeabili svolazzanti e crivellati dalle pallottole, delle sparatorie con un’automatica per mano e di Chow Yun-fat con gli occhiali scuri, il ciuffo gellato e il cerino tra i denti che si accende la sigaretta con una banconota in fiamme. Saga nata per aiutare economicamente l’attore Ti Lung in bancarotta, A Better Tomorrow – “I veri colori di un eroe” in originale – è l’opera seminale di John Woo che ha cambiato la storia del cinema, il classico dei classici da vedere e rivedere all’infinito finché non lo si è imparato a memoria.



[Fonte Wired.it]