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Gli editori si scontrano su come raccontare le proteste nell’ex colonia britannica e il ruolo politico della Cina. Una battaglia di definizioni che riguarda il futuro della città

La protesta degli ombrelli avvenuta l’1 agosto 2019 a Hong Kong. (Foto: Paul Yeung/Bloomberg via Getty Images)

Mentre i manifestanti scendono per le strade di Hong Kong per contestare il disegno di legge sull’estradizione, un gruppo di autori di Wikipedia ha intrapreso una propria battaglia sul portale in lingua cinese dell’enciclopedia libera online, al fine di cercare di definire correttamente le proteste in atto nell’ex colonia britannica. La diatriba principale ruota sull’autonomia o meno di Hong Kong rispetto alla Cina.

Sui forum sono in corso scontri sulle definizioni politiche della metropoli. “In termini di giurisprudenza, la Cina non è un paese straniero rispetto a Hong Kong”, ha affermato un utente chiamato Dance Moon Scholar. “Hong Kong non è la Cina”, ha scritto un utente locale, mentre un autore pro-Pechino ha risposto: “Hong Kong non è la Cina, è solo una parte della Cina”.

La battaglia di Hong Kong per mantenere la propria autonomia rispetto al governo cinese si sposta dalla vita reale al web, dove ci sono circa 100 redattori di Wikipedia cinesi attivi che combattono una battaglia a suon di fatti raccontati sull’enciclopedia. Persino tecnicismi come i titoli delle sezioni, le definizioni o la creazione di alcune frasi acquistano un peso importante.

La decisione, per esempio, di riportare la risposta della Cina alla protesta sotto il titolo di “reazioni internazionali” è stata consideratainappropriata” da un utente della madre patria, chiamato Chan9487, poiché, secondo lui, questa classificazione implicherebbe che la Cina possa essere classificata come potenza straniera nei confronti di Hong Kong. L’utente ha poi suggerito di rinominare la sezione “Risposte al di fuori di Hong Kong”, scatenando un dibattito sul riconoscimento da parte della comunità internazionale dell’autonomia dell’ex colonia britannica.

Wikipedia è stata bloccata a intermittenza nella Cina continentale dal 2004, di solito in vista degli anniversari per le proteste di piazza Tiananmen. Il passaggio di Wikipedia al protocollo crittografico https avvenuto nel 2015 non ha più permesso ai cinesi di censurare selettivamente articoli specifici, portando prima a un divieto generale della versione cinese, seguito, ad aprile 2019, da un divieto verso Wikipedia in tutte le lingue.

“Wikipedia è effettivamente diventata una delle fonti alternative che le persone in Cina erano solite usare per scoprire di più sulle proteste”, spiega l’amministratore cinese di Wikipedia a Wired.

Tuttavia, tutti gli editori che hanno accettato di parlare ammettono che attualmente Wikipedia e le sue affiliate, sia in inglese sia in cinese, contano ben poco nella nazione per via della censura, lasciando la maggior parte dei cinesi quasi completamente esclusi dal resto del mondo. La paura che spinge i wikipediani a combattere online per Hong Kong è che un destino simile potrebbe riversarsi sulla città se la protesta fallisse.

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